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Germania: come funzionano i nuovi controlli alle frontiere?

A partire da lunedì, tutti i viaggiatori, compresi i lavoratori transfrontalieri e gli autotrasportatori, dovranno prepararsi ad affrontare un maggior numero di controlli alle frontiere terrestri tedesche, anche in alcuni punti che, fino a ora, non erano presidiati. Si tratterà di verifiche casuali, ma, specifica il governo tedesco per dare la notizia, tutti devono essere pronti ad sottoporsi alle procedure di identificazione, se richiesto. Questi controlli, che saranno effettuati in modo flessibile sia in termini di luogo che di orario, potrebbero includere misure speciali sulle arterie stradali più trafficate, con l’intento dichiarato di garantire la sicurezza senza creare eccessivi rallentamenti al traffico in entrata. La polizia federale sarà responsabile dell’organizzazione pratica dell’intera operazione, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto sui pendolari, il commercio e i viaggi. Ai viaggiatori verrà semplicemente richiesto di esibire un documento d’identità valido per poter attraversare le frontiere.

Cosa è cambiato a partire da lunedì

In Germania, erano già in vigore controlli fissi ai confini con Polonia, Repubblica Ceca e Svizzera, che sono stati prorogati fino al 15 dicembre. I controlli ai confini con l’Austria sono operativi dal 2015 per motivi legati alla migrazione illegale. I nuovi controlli riguarderanno i confini di terra con Francia, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo (quelli con la Francia, in realtà, erano già attivi dal 20 luglio scorso, per via delle misure di sicurezza speciali entrate in vigore in corrispondenza dei giochi olimpici). Questi nuovi controlli, che inizialmente avranno una durata di sei mesi, fino al 15 marzo 2025, sono stati comunicati alla Commissione UE, come è previsto che accada quando si introducono controlli di frontiera nell’area Schengen. Il Ministero dell’Interno ha inoltre espresso l’intenzione di estendere oltre dicembre anche i controlli già esistenti.

Come si giustificano i controlli alle frontiere?

La giustificazione ufficiale per l’introduzione di questi nuovi controlli risiede nei rischi per la sicurezza derivanti dall’immigrazione irregolare e dal contrabbando alle frontiere esterne dell’UE, che hanno portato a un aumento degli attraversamenti illegali in Germania. Inoltre, vengono citate ragioni di contrasto al terrorismo islamico e alla criminalità transfrontaliera. Secondo il Ministero, i controlli finora eseguiti, insieme alle politiche del governo sull’immigrazione, hanno già avuto, almeno in parte, gli effetti desiderati:  un calo delle richieste d’asilo, un aumento dei rimpatri e oltre 30.000 respingimenti alle frontiere dall’ottobre 2023. Sarebbero stati inoltre fermati oltre 1.300 trafficanti ai confini con Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Svizzera.

L’impatto su lavoro e commercio

L’impatto sui flussi di traffico è stato finora disomogeneo. In alcune regioni non si sono registrati ritardi significativi, mentre in altre, come la Baviera, si sono verificati ingorghi e attese prolungate ai valichi di frontiera, che hanno arrecato disagi sia ai turisti che ai lavoratori transfrontalieri. Questo è un ambito nel quale, inevitabilmente, gli interessi di gruppi anche politicamente omogenei si possono scontrare. Se, da un lato, buona parte dell’imprenditoria si attesta su posizioni conservatrici e quindi favorevoli a un controllo più serrato dell’immigrazione, dall’altra le imprese hanno espresso preoccupazione e una certa dose di insofferenza per il potenziale allungamento dei tempi di percorrenza transfrontalieri, con i conseguenti possibili ritardi nelle consegne e nella circolazione di merci e persone e, quindi, costi aggiuntivi per le aziende che commerciano a livello europeo.

Quanto dureranno i controlli?

È ancora presto per fare pronostici sulla durata reale dei controlli, oltre i sei mesi già approvati dalla Commissione. Alla fine di agosto, il Cancelliere Olaf Scholz (SPD) aveva dichiarato, in un’intervista alla rete televisiva ZDF, di volerli mantenere “il più a lungo possibile”. All’epoca si riferiva ai controlli già in atto e non agli ultimi introdotti e il Cancelliere aveva assicurato che tali pratiche sarebbero state svolte nel rispetto del diritto europeo. Le reazioni in Germania dopo l’attentato di Solingen e altri arresti di persone sospettate di pianificare attacchi terroristici, portano a pensare che il governo a guida SPD sia destinato a cedere alle pressioni che chiedono controlli molto più severi e limitazioni agli ingressi in Germania e anche alle procedure di asilo. 

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