Dopo il naufragio delle trattative, gli asili nido statali di Berlino si apprestano a intraprendere un’azione di sciopero a oltranza a partire da lunedì 30 settembre. Questa decisione giunge in seguito all’interruzione dei colloqui finali tra il sindacato Ver.di e l’amministrazione cittadina. La rottura delle trattative ha creato un clima di tensione e incertezza tra le famiglie e il personale educativo coinvolto.
Sciopero a oltranza per centinaia di asili pubblici
Saranno coinvolti circa 280 asili nido pubblici. Il sindacato aveva proposto di posticipare l’inizio della protesta qualora il Senato si fosse impegnato in modo vincolante ad avviare negoziati costruttivi. Non avendo ricevuto una risposta soddisfacente, i rappresentanti sindacali hanno convocato lo sciopero mercoledì.
Andrea Kühnemann, responsabile regionale di Ver.di per la circoscrizione di Berlino-Brandeburgo, ha dichiarato che il sindacato ha da tempo presentato le proprie richieste e ha accusato il Senato di provocare lo sciopero rifiutandosi di impegnarsi in un dialogo. La responsabilità dell’onere che graverà su genitori e bambini ricadrà quindi, sostiene, sull’amministrazione cittadina. Kühnemann ha sottolineato che le richieste del sindacato non sono irragionevoli, ma mirano a migliorare le condizioni di lavoro e, di conseguenza, la qualità del servizio offerto ai bambini.
Le rivendicazioni dei sindacati
Martedì scorso erano già falliti i colloqui per un’eventuale assistenza di emergenza durante lo sciopero. La situazione negli asili e il carico di lavoro del personale saranno oggetto di discussione nel dibattito di attualità all’inizio della sessione del Senato, previsto per le 10:00. Le opposizioni ritengono che il Senato abbia il dovere di scongiurare lo sciopero e migliorare le condizioni lavorative negli asili. Alcuni deputati hanno già espresso preoccupazione per l’impatto che lo sciopero avrà sulle famiglie, specialmente quelle che non hanno alternative per la cura dei propri figli.
Il sindacato, intanto, rivendica migliori condizioni di lavoro, da ottenere attraverso misure come la riduzione delle dimensioni delle classi, e intende stipulare un contratto collettivo separato per raggiungere i propri obiettivi. Il Senato di Berlino rifiuta questa contrattazione collettiva a parte, poiché essa comporterebbe l’uscita del Land di Berlino dalla contrattazione collettiva che vede coinvolti, in questo ambito, tutti i Länder tedeschi. Qualsiasi altra soluzione implicherebbe comunque spese aggiuntive che l’amministrazione cerca in ogni modi di evitare, a causa della difficile situazione di bilancio attuale.
Dopo diversi scioperi di avvertimento, la scorsa settimana Ver.di e il sindacato GEW hanno indetto una votazione sugli scioperi a oltranza. Il 91,7% degli iscritti a Ver.di e l’82% degli iscritti al GEW si sono espressi a favore di uno “sciopero forzato”.
Nei 280 asili statali che saranno coinvolti nello sciopero operano al momento circa 7.000 educatori, che seguono circa 28.000 bambini, pari a un quinto di tutti i minori affidati alle strutture cittadine. I restanti centri sono gestiti da operatori indipendenti. La situazione è quindi critica, e l’impatto dello sciopero potrebbe essere significativo, mettendo in difficoltà molte famiglie e creando un effetto domino su altri servizi della città.