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Arresto di un bambino a una manifestazione pro-Palestina: cosa c’è di vero?

Sui social media circola un video che mostra il presunto arresto di un bambino dopo una manifestazione a favore della Palestina a Breitscheidplatz. Quanto c’è di vero? Fare chiarezza sull’accaduto, specialmente a fronte di immagini che suscitano reazioni emotive veementi, non è facile.

L’arresto di un bambino sotto i 14 anni non è possibile in Germania

Partiamo dai fatti: è importante sapere che, in Germania, i bambini di età inferiore ai 14 anni non sono considerati penalmente perseguibili e non possono essere “arrestati” in nessun caso. Questo vuol dire che il bambino, che risulta avere 11 anni, non può in nessun caso essere sottoposto a una misura come l’arresto. Solo qualora un minore di 14 anni si renda responsabile di gravi danni o reati, i genitori possono essere perseguiti, per esempio essere responsabili di risarcire la parte lesa, o addirittura, in casi davvero estremi, vedere messa in discussione la custodia del minore. Nessuna di queste circostanze si applica al bambino nel video. Allo stesso modo vale la pena di notare che ai minori non accompagnati non è permesso, per motivi di sicurezza, partecipare a manifestazioni di piazza.

Gli altri “fatti” sono di più difficile determinazione: il video, comprensibilmente, è stato condiviso centinaia di volte, da account e utenti che hanno stigmatizzato l’operato della polizia. Il bambino appare spaventato e cammina circondato da poliziotti. Un altro fatto, che però potrebbe cambiare nei prossimi giorni, è che nessun membro della famiglia del bambino, al momento della redazione di questo articolo, ha effettuato dichiarazioni pubbliche sull’accaduto.

Le dichiarazioni della polizia: nessun procedimento penale aperto

Questo è quanto sappiamo fino a questo punto. Esistono poi le dichiarazioni ufficiali, che possono essere considerate alla stregua di fatti, perché costituiscono elementi importanti della realtà di tutta la questione: al bambino non è contestato alcun reato né alcun comportamento criminoso e nessun provvedimento è stato aperto né contro i suoi familiari né, tantomeno, contro di lui.

A latere dei fatti, ci sono poi le dichiarazioni. Nello specifico, le uniche dichiarazioni rilasciate sono quelle delle forze dell’ordine. Gli agenti visibili nel video, per esempio, hanno dichiarato di aver notato, intorno alle 18:00 del 22 settembre, la presenza di un minore non accompagnato nel contesto di una manifestazione, nella quale si stavano verificando situazioni di potenziale rischio per la sicurezza. Vista la giovane età del bambino, gli agenti lo hanno circondato e preso in custodia per proteggerlo da potenziali pericoli. Il padre sarebbe stato immediatamente allertato e sarebbe arrivato a prendere il bambino entro circa un’ora e mezza.

Secondo il GdP, a Berlino i bambini vengono “usati” nelle manifestazioni “come a Gaza”

A margine dei fatti e delle dichiarazioni, ci sono poi le speculazioni, per esempio quelle del portavoce del sindacato di polizia di Berlino (GdP), Benjamin Jendro, il quale attribuisce la presenza stessa del bambino a una volontà precisa di mettere la polizia di Berlino in cattiva luce. Jendro ha parlato di “radicalizzazione” dei minori (con riferimenti più o meno attribuibili al bambino in questione), da attribuirsi ai social media e alle scuole coraniche.

Inoltre, ha paragonato l’invio di bambini alle manifestazioni, con lo scopo di farli apparire come “vittime” della violenza della polizia, alla situazione dei bambini nella striscia di Gaza. “Tutto si riversa su di noi” ha dichiarato “questo fenomeno di mandare avanti i bambini non è nato a Berlino, lo conosciamo dalla Striscia di Gaza”. Secondo Jendro, lo scopo sarebbe utilizzare “il potere delle immagini” contro le forze dell’ordine, “approfittando” della non punibilità dei bambini. Jendro ha definito la situazione “brutale per i nostri colleghi”e ha ricordato come situazioni simili si sarebbero verificate, a suo dire, anche durante la pandemia, quando la polizia si sarebbe trovata costretta ad “affrontare manifestanti anziani che riuscivano a malapena a camminare”.

Nota:

Al momento, le teorie esposte da Benjamin Jendro sono l’unico commento pubblico di una delle “parti” coinvolte. Qualora dovessero essere prese sul serio e rilanciate dai media, è legittimo aspettarsi critiche rispetto alla posizione problematica che esse esprimono sulla situazione dei bambini a Gaza. Allo stesso modo, è auspicabile che anche le altre voci delle persone coinvolte, qualora decidessero di esprimersi pubblicamente, vengano ascoltate e diffuse.

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