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Wagenknecht: “I Verdi sono peggio di AfD”

In Germania si avvicinano alcune importanti consultazioni elettorali locali, che il Paese intero evidentemente considera un banco di prova per gli equilibri politici del Paese. E poco importa se Turingia e Sassonia sono notoriamente sbilanciate molto più a destra, per esempio, rispetto ai Länder dell’ovest. In queste due elezioni si tireranno senza dubbio le somme parziali dei consensi ed è ragionevole pensare che, in seguito, si verranno delineando possibili alleanze da portare anche al Bundestag. Per la BSW (Alleanza Sahra Wagenknecht), nuovo soggetto politico emerso dopo la fuoriuscita dell’omonima leader da Die Linke, questo è un banco di prova importante e le prospettive sono buone: nei sondaggi il partito registra percentuali altissime per un partito appena nato: poco oltre il 13% in Sassonia, circa il 18% in Turingia. Non stupisce, quindi, che la co-leader e fondatrice rilasci dichiarazioni di intenti su possibili alleanze e veti indiscutibili. Se, almeno formalmente, Wagenknecht ha dichiarato di non prendere in considerazione l’idea di alleanze con AfD, pur non escludendo di votarne le singole mozioni, le critiche più feroci le riserva però ai Verdi, soprattutto per via della politica climatica e ambientale adottata dalla coalizione di governo.

Wagenknecht contro i Verdi: politiche disoneste e incoerenti, più pericolosi di AfD

Durante un’intervista rilasciata al settimanale Der Spiegel, Wagenknecht ha sottolineato come le misure implementate dai Verdi siano percepite dalla popolazione come “mal concepite, disoneste e incoerenti”. I Verdi, sostiene, sarebbero più dannosi dell’estrema destra AfD poiché, a differenza di quest’ultima, hanno una posizione di potere all’interno del governo.

In vista delle imminenti elezioni locai di domenica in Turingia e Sassonia, dove AfD è in testa nei sondaggi, Wagenknecht ha reso chiaro come i Verdi, che pure non considera i rivali naturali del proprio partito, siano la vera “bestia nera” della sua campagna elettorale. Fra le accuse mosse al partito di Habeck e Baerbock, c’è quella di applicare due pesi e due misure sulle questioni ambientali. “Un jet militare” ha dichiarato Wagenknecht “emette una quantità di CO₂ in un’ora che un automobilista medio non produrrebbe in sette anni, eppure i Verdi tendono a far sentire in colpa gli automobilisti per le emissioni di CO₂”.

Wagenknecht, inoltre, non ha escluso la possibilità di votare a favore di mozioni presentate dall’AfD, qualora queste fossero in linea con gli interessi dei cittadini. Ha esemplificato dicendo che se un ospedale rischia la chiusura e il BSW è contrario a tale evento, allora il suo partito voterà contro la chiusura insieme ad AfD per evitare che quest’ultima possa ergersi a paladina della causa. Secondo Wagenknecht, la precedente strategia di escludere l’AfD dai lavori parlamentari ha fallito, permettendo al partito di rafforzarsi ulteriormente.

Accuse di populismo. Il sociologo: “professionisti della polarizzazione”

Queste posizioni non hanno tardato ad attirare accuse di populismo all’indirizzo della fondatrice del nuovo partito. Il sociologo Steffen Mau, per esempio, ha accusato Wagenknecht di agire in modo populista, polarizzando l’opinione pubblica e avvalendosi della classica semplificazione che contrappone due gruppi sociali, identificando da un lato la “sinistra di governo” e quella che in Italia si chiamerebbe una tendenza “radical chic” e dall’altra il “buon senso popolare”. A riportare le dichiarazioni è stato, fra gli altri, il Tagesspiegel.

Contrariamente all’opinione diffusa, il Paese non è così diviso come spesso viene dipinto, ha affermato Mau, che è un esperto del divario Est-Ovest in Germania. Secondo il ricercatore, le divisioni sorgono ovunque ci siano “professionisti della polarizzazione” che gestiscono deliberatamente argomenti controversi come la migrazione e il cambiamento climatico con l’obiettivo di dividere i gruppi sociali.

Mau ha sottolineato come la stragrande maggioranza delle persone riconosca il cambiamento climatico come un problema serio e voglia azioni concrete da parte del governo, pur rimanendo scettica sull’effettiva attuazione delle misure proposte. Una cultura del risentimento si è radicata, sostiene, soprattutto nelle aree rurali, dove i cittadini si sentono spesso trascurati dalle politiche governative. Questa situazione non può essere risolta dall’oggi al domani, ma richiede un impegno costante e una strategia a lungo termine – e, al tempo stesso, su questo scontento capitalizzano proprio i partiti populisti e di estrema destra.

Tuttavia, secondo Mau, è compito dei politici affrontare il problema in modo produttivo e costruttivo, invece di aggravarlo ulteriormente. I politici, sostiene, dovrebbero lavorare per trovare soluzioni che uniscano la popolazione, piuttosto che dividerla, e che promuovano un dialogo aperto e onesto su temi critici come il cambiamento climatico. In questo modo, si potrebbe costruire un consenso più ampio e duraturo sulle politiche ambientali e climatiche, che sono essenziali per il futuro del pianeta e delle generazioni future.

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