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Vogelsang: da base militare russa a città fantasma

Nel cuore della riserva naturale di Schorfheide, nel Brandeburgo, si erge silenziosa e imponente l’ex base militare di Vogelsang. Un tempo, questo luogo era un importante centro di attività militare, mentre oggi, dopo il ritiro delle truppe russe nel 1994, la natura sta lentamente riconquistando il suo spazio, avvolgendo l’area in un manto di verde e trasformando le costruzioni rimaste in una specie di città fantasma.

La storia di Vogelsang

La base vera e propria di Vogelsang fu costruita nella foresta di Uckermark ed è stata per decenni il fulcro di una delle più grandi guarnigioni sovietiche in territorio tedesco. Fino a 15.000 soldati e civili hanno vissuto e lavorato qui. Questo luogo era un piccolo quartiere militare a sé stante, un insediamento costruito interamente dalla DDR per l’alleato sovietico durante gli anni più tesi della Guerra Fredda.

Foto: Sebastian Herrmann on Unsplash

La base era dotata di tutte le infrastrutture necessarie per la vita quotidiana e militare. Gli ampi viali, ora deserti, e gli edifici, oggi spogli, un tempo erano teatro di numerosissime attività, routine militari, esercitazioni nella brughiera e della quotidianità di militari e civili impegnati nel lavoro della Guadnigione. Ai margini dell’Europa, a pochi chilometri dal confine occidentale, la base di Vogelsang era un avamposto cruciale per controllare le mosse del “nemico”. Da un lato si trovavano gli alloggi per la truppa, dall’altro le casette degli ufficiali, un microcosmo con tutte le infrastrutture necessarie, dagli ambulatori ai negozi: una vera e propria città militare.

Qui sono stati stanziati, in momenti diversi, il personale della 25ª Divisione corazzata della 20ª Armata della Guardia, il 162° Reggimento corazzato, l’803° Reggimento motorizzato di artiglieria, il 1702° Reggimento missili antiaerei e una divisione missilistica tattica. Inoltre, sul sito si trovava un centro di comunicazioni.

Qui, la Guerra Fredda si faceva sul serio, nel senso che aveva il potenziale di diventare “calda”, se mai il governo sovietico lo avesse ritenuto necessario. Tra il 1959 e il 1960, per esempio, a Vogelsang furono stazionati anche i missili nucleari R-5, che erano puntati, tra l’altro, contro la Francia e la Gran Bretagna. Questa scelta, come quasi tutte durante quel periodo, era una contromossa alla scelta della NATO di piazzare i missili a medio raggio Thor e Jupiter in diversi punti in Europa. I sistemi R-5M di stanza a Vogelsang miravano quindi ai sistemi Thor in Inghilterra, mentre sistemi equivalenti in Bulgaria miravano ai sistemi Jupiter in Turchia.

Foto: Sebastian Herrmann on Unsplash

La riunificazione della Germania, naturalmente, ha segnato la fine delle attività anche per questo sito militare che, a differenza di molte altre strutture in Germania, è stato abbandonato senza essere mai riconvertito ad altro uso. Dopo il ritiro delle truppe, quindi, la natura ha iniziato lentamente a riprendere il sopravvento. Gli edifici scarni sono oggi invasi dal verde, i pavimenti spaccati da piante che sono cresciute spontaneamente attraverso il cemento, i muri abbracciati dai rampicanti, i viali screpolati quasi nascosti sotto l’erba alta e la flora selvatica.

Prima dell’istituzione della base militare, queste terre erano valorizzate soprattutto per il loro patrimonio naturale. Qui si sono alternate riserve di caccia delle famiglie reali e poi fattorie e terreni agricoli. Negli ultimi 30 anni, la natura è tornata a dominare, questa volta senza servire in alcun modo gli interessi umani.

Foto: Sebastian Herrmann on Unsplash

La bonifica: fare spazio alla natura

Le strutture che un tempo ospitavano soldati, carri armati e corpi militari sono ora il rifugio di volpi, uccelli e una miriade di altre specie che hanno trovato un habitat inaspettato tra le rovine dell’ex DDR.

Il processo di rinaturalizzazione, però, non è completamente… naturale. Anzi, è un compito arduo e delicato, poiché ciò che resta indietro, quando si abbandona un sito bellico, non è sempre inerte. Dopo l’abbandono, quindi, è stato intrapreso un lungo processo di bonifica del sito, con l’abbattimento di alcune strutture. Ancora oggi, molte aree del sito sono transennate, poiché contengono resti di munizioni e materiali potenzialmente pericolosi.

La base di Vogelsang è diventata un caso studio per la gestione dei siti storici e per le pratiche di rinaturalizzazione.

Il futuro di Vogelsang è ancora incerto. Mentre alcuni sostengono la necessità di preservare il sito come museo a cielo aperto, altri vedono un’opportunità per creare un santuario per la fauna e la flora locale. Ciò che è certo è che il dialogo tra passato e presente continua a svolgersi tra i sentieri e le rovine di questa ex base militare, che sta diventando un monumento alla capacità della natura di guarire e rigenerarsi, anche dopo essere stata profondamente alterata dall’intervento umano.

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