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Viaggio nell’avanguardia: Il Museo Fluxus+ di Potsdam

L’arte come esperienza sensoriale totale: con questo concetto si potrebbe riassumere la filosofia della corrente artistica Fluxus, un movimento che ha rivoluzionato il panorama culturale del XX secolo con la sua natura interdisciplinare e il suo approccio anticonformista. Se questa prospettiva vi attira, dovreste assolutamente fare una visita al Museo Fluxus+ a Potsdam, un luogo dove l’arte si vive in maniera intensa e coinvolgente.

Sia chi conosce già il movimento sia coloro che vi si accostano per la prima volta potranno lasciarsi sorprendere dal concept multidisciplinare e provocatorio, che fonde performance, musica, arte visiva e letteratura con una buona dose di imprevedibilità e perfino umorismo. Il museo offre un’esperienza che potremmo definire “olistica”, che stimola tutti i sensi e invita alla riflessione.

Immagine del Vernissage museumFLUXUS+studis 2024. Foto: © museum FLUXUS+

Il movimento Fluxus e il museo di Potsdam

La collezione privata del museo comprende circa 700 opere accumulate dal collezionista e fondatore Heinrich Liman nel corso di molti anni. La passione di Liman per Fluxus è stata accesa dall’incontro con l’artista tedesco Wolf Vostell, pioniere del video e della performance artistica, che ha avuto un ruolo fondamentale nella definizione dell’identità del museo. Vostell può essere considerato il cuore e l’anima di Fluxus+. Le sue opere, che coprono l’intero arco della sua carriera dagli anni ’50 fino alla sua morte nel 1998, sono esposte secondo temi e tecniche: dai primi collage ai dipinti astratti dinamici, fino ai più recenti assemblaggi di oggetti quotidiani. Questi lavori rappresentano una testimonianza vivida dell’evoluzione artistica di Vostell e del suo impatto sul movimento Fluxus.

Ma Liman ha raccolto anche lavori di altri protagonisti Fluxus della prima ora, come Benjamin Patterson, Emmett Williams e Mary Bauermeister, solo per citarne alcuni. In questo modo è riuscito a documentare in modo eccezionale la rete internazionale di artisti che negli anni ’60 diedero vita a questo movimento d’avanguardia. La collezione del museo offre così una panoramica completa e dettagliata di questo periodo storico, permettendo ai visitatori di comprendere l’essenza e la portata di un movimento che ha cambiato il concetto stesso di arte.

Il “più” nel nome del museo indica però che la collezione va oltre il nucleo storico di Fluxus. Include, infatti, anche esponenti dell’ambiente artistico circostante, tra cui Arman, Christo e Niki de Saint Phalle. Inoltre, vengono esposte opere di artisti contemporanei, che riprendono l’eredità di Fluxus, come Constantino Ciervo e Lutz Friedel. Questi artisti, pur avendo un linguaggio proprio, condividono con il movimento originario la volontà di rompere gli schemi e di esplorare nuove forme espressive.

Entrando nelle sale espositive al primo piano, ci si immerge nello spirito irriverente e anarchico della controcultura degli anni ’60, fta strumenti musicali distrutti, aeroplanini di carta, francobolli manipolati e altri oggetti di uso quotidiano trasformati in arte. Questi oggetti, una volta comuni e banali, diventano veicoli di un messaggio più profondo, invitando a una riflessione sulla natura dell’arte e sul ruolo dell’artista nella società e proseguendo il discorso su ciò che costituisce “arte” che era già stato iniziato dal movimento dadaista.

Esperienza immersiva

Ma queste reliquie sono solo la punta dell’iceberg. La maggior parte delle opere Fluxus non erano nemmeno destinate ai musei o a un pubblico passivo. Si trattava piuttosto di performance e azioni effimere concepite per coinvolgere gli spettatori e confondere i confini tra realtà e finzione. Questo aspetto performativo è fondamentale per comprendere questo movimento, che vedeva nell’arte un’azione diretta, un evento da vivere piuttosto che un oggetto da contemplare.

Per questo motivo il museo dà ampio spazio anche a documentazioni video e sonore, corrispondenze personali, fotografie e altri materiali che testimoniano questa componente esperienziale. Ad esempio potrete vedere riprese delle performance più scandalose che hanno fatto la storia di Fluxus, o curiosare nel dietro le quinte attraverso lettere e appunti degli artisti. Questi documenti offrono uno sguardo intimo e personale sul processo creativo degli artisti e sul contesto in cui le loro opere sono state concepite e realizzate.

Sezioni tematiche ed eventi

Un’altra caratteristica distintiva è che le opere non sono disposte in ordine cronologico, ma in sezioni tematiche per aiutare i visitatori a orientarsi in questa giungla creativa. Troverete percorsi dedicati alla musica sperimentale, all’impiego di oggetti quotidiani nell’arte, all’eredità dadaista e molto altro. Questo approccio tematico permette di stabilire connessioni inaspettate tra opere diverse e di apprezzare la varietà e la ricchezza del movimento nel suo insieme, per arrivare a comprendere come questa corrente artistica sfugga ad ogni definizione e continui ad ispirare gli artisti di oggi con la sua carica eversiva.

Anche per questo, oltre all’esposizione permanente, il museo propone un vivace programma di mostre ed eventi temporanei. Qui potrete scoprire le ultime tendenze dell’arte contemporanea, ascoltare musica sperimentale dal vivo, o partecipare a performance che coinvolgono il pubblico. Il museo diventa così un luogo di incontro e di scambio, un laboratorio dove le idee si scontrano e si fondono, dando vita a nuove forme di espressione artistica.

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