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Libri, i consigli del Mitte: “Gente alla buona”, di Mattia Grigolo

Care amiche, cari amici, oggi vi parlo dell’ultimo libro di Mattia Grigolo, poliedrico professionista italiano di stanza a Berlino. Scrittore, giornalista freelance e fondatore dell’hub creativo Le balene possono volare, Grigolo ha pubblicato da poco il suo secondo romanzo, “Gente alla buona“.

Ho letto questo libro in un soffio, cosa che finora mi è successa solo con due autori, Niccolò Ammaniti e John Fante, a cui la scrittura di Grigolo, per un motivo o per un altro, mi ha fatto pensare. Fatevi dire perché questo romanzo mi è piaciuto così tanto da volervene parlare.

“Gente alla buona”, Mattia Grigolo: perché mi è piaciuto

Innanzitutto, la scrittura di Grigolo è sofisticata, la ricerca del bel linguaggio è, in alcuni paragrafi, preponderante sulla trama, caratteristica che forse tradisce le origini da “raccontista” dell’autore. 

Le descrizioni dei luoghi, così come degli avvenimenti e dei sentimenti dei protagonisti, sono ricche di figure retoriche, che trasformano le parole in scene di un film, anche grazie alla struttura del romanzo, così ricco di visioni metaforiche e continui flash back e forward. 

Ogni pagina è una fotografia scattata in periodi storici diversi (dal 1965 al 2019).

Difficile dire chi siano i protagonisti di questa vicenda, tanto numerosi sono i personaggi coinvolti e tanto significativi i ruoli di ognuno di loro.  

Mattia Grigolo

Chiaro sin da subito è l’accento che l’autore vuol porre sul rapporto tra adulti e ragazzi, tra genitori e figli, i primi così dediti al lavoro e così attaccati alla terra, i secondi così scollati dal sentimento di appartenenza a un paese che in alcuni casi non riesce a trattenerli. 

La storia è avvincente e si svolge in un paesino dell’Italia settentrionale, dove il destino di quattro amici e delle loro famiglie sarà irrimediabilmente segnato da due eventi tanto imprevedibili quanto feroci. 

Dopo quanto accaduto in quel Natale del 1995, niente sarà più lo stesso, né per le vittime, né per i carnefici, né per Don Maurizio, né per il paese. 

Un paese che è una stanza. 

Un paese che racconta. 

Un paese che è ben più della mera somma dei suoi abitanti e vive di vita propria. 

L’autore del romanzo

Mattia Grigolo è nato e cresciuto nella provincia milanese, ma vive ormai da dieci anni a Berlino, dove ha fondato la rivista letteraria Eterna, il magazine di approfondimento Yanez e cura laboratori creativi ed eventi culturali con l’hub creativo Le Balene Possono Volare. Nel 2014 è stato premiato, dall’Ambasciata Italiana e dall’Istituto italiano di Cultura, come italiano dell’anno. Nel 2022 ha esordito con il romanzo breve “La raggia” (Pidgin Edizioni). Nel 2023 è uscita “Temevo dicessi l’amore” (TerraRossa Edizioni), la sua prima raccolta di racconti. Ha lavorato come giornalista freelance scrivendo su riviste e magazine come Rolling Stone, Wired, Not, Il Mitte.

L’autrice dell’articolo 

Photo by Klaus Wartz

L’Autrice

Maria Mazzocchia è una sociologa, job coach, insegnante di lingue e musicista italiana residente a Berlino, batterista e cantante del duo Alternative-Rock I-Taki Maki, nonché autrice del romanzo distopico dal titolo “Come tutti gli uomini fanno“. 

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