Il Ministro dell’Interno del Nord Reno-Westfalia, Herbert Reul (CDU), ha aggiornato il Parlamento di Düsseldorf a proposito dell’attentato avvenuto a Solingen e in particolare ha precisato che il sospetto non si è costituito, come era sembrato all’inizio.
La tragedia risale a domenica, quando un 26enne siriano ha ucciso tre persone e ne ha ferite altre otto con un coltello, durante la celebrazione del 650° anniversario della città.
Attentato di Solingen: l’autore non si è costituito, come divulgato all’inizio
Il ministro degli interni ha smentito che il presunto attentatore si sia costituito, divulgata dai media all’indomani dell’attentato. Sarebbero state invece le forze dell’ordine, durante le operazioni di ricerca, a notare un individuo dal comportamento sospetto e ad avvicinarlo e arrestarlo, dopo averlo identificato.
Al momento, l’uomo è indagato dalla procura federale per omicidio plurimo e sospetta appartenenza all’Isis. L’anno scorso avrebbe dovuto essere espulso in Bulgaria, il Paese del suo primo approdo all’interno dell’UE, ma l’operazione non è stata portata a termine con successo. Questo ha rilanciato un dibattito sulle politiche di immigrazione che sta continuando in modo molto acceso, tra proposte di divieto di ingresso per afghani e siriani e dichiarazioni tese a ribadire l’inviolabilità del diritto di asilo.
Il giovane siriano si sarebbe radicalizzato “sottotraccia”
Sul background del sospetto, attualmente detenuto a Düsseldorf, Reul ha rivelato che il giovane siriano si sarebbe “radicalizzato senza dare nell’occhio“, ovvero senza mai entrare nei radar delle autorità. Nel Nord Reno-Westfalia, infatti, sono attualmente monitorati 185 islamisti, ma a quanto pare l’autore dell’attacco di Solingen non compare in quest’elenco, non ha precedenti per reati legati alla sicurezza nazionale e non è mai stato segnalato come potenziale minaccia.
Il Ministro ha inoltre ammesso che, a causa delle indagini in corso da parte delle autorità federali, non è possibile divulgare tutti i dettagli dell’indagine. Tuttavia, ha confermato che il coltello insanguinato ritrovato in città è, con alta probabilità, l’arma utilizzata per commettere l’attentato. Inoltre, un video con la confessione dell’attentatore sarebbe attualmente sotto esame da parte degli esperti di sicurezza e sembrerebbe rientrare nei canoni della propaganda diffusa dall’ISIS. Anche il sedicente Stato Islamico avrebbe rivendicato l’attentato attraverso la pubblicazione del video di un uomo mascherato, che sarebbe l’autore del crimine.
“Non si risolve niente rivedendo la legge sulle armi”
“Dobbiamo continuare a prendere molto sul serio l’islamismo” ha sottolineato Reul, che ha anche criticato il dibattito in corso sull’inasprimento delle leggi sulle armi, evidenziando che l’attentatore ha usato un coltello da cucina, oggetto che già ora non è possibile portare in pubblico per legge. Il ministro ha affermato che nessun divieto aggiuntivo avrebbe potuto prevenire l’attacco e che chi uccide non è interessato ai divieti, sottolineando piuttosto l’importanza di un dibattito serio sulle attrezzature necessarie alle autorità di sicurezza.