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La storia del lupo mannaro di Ansbach

A sud-ovest di Norimberga si trova la cittadina di Ansbach, che nel 1685 apparteneva all’omonimo principato. In quell’anno cominciarono a verificarsi eventi sinistri che seminarono il panico tra la popolazione, inducendola a ritenere che nell’area imperversasse un lupo mannaro.

Lupo o lupo mannaro? I sinistri eventi di Ansbach

Tutto ebbe inizio con una serie di attacchi perpetrati da un lupo feroce ai danni del bestiame. Questi episodi erano un problema serio per i contadini del seicento, che in questi casi assistevano alla distruzione di parte del loro sostentamento. In quel lontano 1685, tuttavia, le cose peggiorarono ulteriormente, perché il lupo iniziò a prendere di mira anche le persone, uccidendo diversi bambini in pochi mesi e seminando il terrore tra gli abitanti di Ansbach.

Molto presto si diffuse l’idea che la creatura che si aggirava nei boschi non fosse un semplice lupo, ma un lupo mannaro e nello specifico la reincarnazione del borgomastro Michael Leicht, recentemente deceduto e odiato dall’intera città per i suoi abusi di potere e per la sua disonestà.

Si diceva che Leicht, attraverso l’uso di arti oscure, fosse riuscito a sfuggire alla morte, trasferendo la sua anima nel corpo di un lupo e continuando a vessare la popolazione anche in questa nuova forma. Alcuni giuravano addirittura di averlo visto mentre assisteva al suo stesso funerale, mentre un’antica illustrazione mostra il borgomastro che fa ritorno al suo vecchio appartamento, sotto forma di lupo avvolto in un sudario bianco, per terrorizzare i nuovi inquilini.

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Le fasi finali della caccia al lupo di Ansbach. SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons

La cattura e l’uccisione del lupo

Il 9 ottobre del 1685, dopo numerosi tentativi infruttuosi, i cittadini di Ansbach riuscirono finalmente a catturare l’animale. La trappola che avevano predisposto era nota come Wolfsgrube, un “pozzo per lupi” profondo tre o quattro metri, con pareti di pietra e ricoperto di rami e paglia. Al suo interno veniva posta della carne macellata o un animale vivo, per attirare il lupo. Quel giorno, l’esca scelta fu un gallo e il tranello funzionò alla perfezione. Dopo essere finita nella buca, la fiera venne finita a bastonate.

La carcassa del lupo venne fatta sfilare per le strade della città di Ansbach, per dare prova agli abitanti della fine dell’incubo, ma la macabra celebrazione non si fermò qui. All’animale, già scuoiato, venne infatti tagliato il muso e al suo posto venne applicata una maschera di cartone con le fattezze dell’odiato Michael Leicht. A completare la grottesca parodia, vennero aggiunti una parrucca e un mantelIo. Il lupo venne quindi appeso a una forca appositamente innalzata su un colle vicino, dove rimase in bella vista, affinché tutta la popolazione potesse prenderne visione. Questo evento è stato immortalato in una poesia composta per l’occasione, che tra le altre cose recita:

“Io, lupo, bestia truce e divoratore di tanti bambini
che ho di gran lunga preferito a grasse pecore e manzi
un gallo mi ha ucciso, un pozzo è stato la mia morte.
Adesso sono appeso alla forca, io, per il ludibrio di tutte le genti”

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Il lupo mannaro di Ansbach, epilogo della vicenda. See page for author, Public domain, via Wikimedia Commons

Questa vicenda, influenzata da credenze popolari e superstizione religiosa, potrebbe avere incluso anche elementi di reazione politica. C’è chi infatti specula sul fatto che l’attribuzione delle vittime del lupo alla ferocia del defunto Borgomastro nascondesse probabilmente il desiderio di rivalsa della popolazione, che non era riuscita ad abbattere il tiranno quando era ancora in vita.

Altri sostengono che la salma dell’animale venne in seguito impagliata e custodita per diversi anni nel museo cittadino, a futura testimonianza di questa antica vicenda. La storia del lupo mannaro di Ansbach, ad ogni modo, è entrata nel folklore ed è stata tramandata per secoli di generazione in generazione, fino a oggi.

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