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La protesta contro Tesla nel Brandeburgo: si preannuncia un autunno caldo

Da sei mesi, un gruppo di attivisti per il clima occupa un’area boschiva adiacente alla fabbrica Tesla di Grünheide, nei pressi di Berlino. Oltre a organizzare manifestazioni e sit-in, gli occupanti hanno stabilito un presidio permanente per impedire l’espansione prevista dello stabilimento, che comporterebbe l’abbattimento di ulteriori porzioni di foresta. Attualmente, la situazione appare tranquilla, ma le tensioni e le proteste attive contro Tesla potrebbero riaccendersi in futuro, soprattutto se le operazioni di espansione dovessero iniziare senza un accordo.

Case sugli alberi per salvare la foresta

L’accampamento, composto da circa 20 case sugli alberi, ospita più o meno costantemente decine di persone impegnate a mantenere viva la protesta. Queste persone, provenienti da diverse parti della Germania e a volte anche dell’Europa, si alternano nella permanenza al campo, così da evitare che la fatica o le privazioni della vita in queste abitazioni precarie possa indebolire la protesta. Gli attivisti hanno dichiarato di non avere intenzione di arrendersi e di essere determinati a resistere anche durante l’inverno (lo riporta il Tagesspiegel). “Purtroppo la foresta non è ancora stata salvata”, ha sottolineato un portavoce dell’iniziativa “Stop Tesla“, evidenziando la persistente minaccia che incombe sull’ecosistema locale.

Dopo le turbolente giornate di maggio, con operazioni di polizia e manifestazioni che avevano portato le forze dell’ordine a chiedere lo sgombero, la protesta si è temporaneamente calmata. Tuttavia, il Ministero dell’Interno del Brandeburgo rimane preoccupato per la presenza dell’accampamento, soprattutto perché, in quella zona, sono stati rinvenuti, nei mesi scorsi, alcuni ordigni inesplosi della seconda guerra mondiale, che potrebbero rappresentare un pericolo per la sicurezza dei presenti.

I piani sono stati ridimensionati, ma la protesta contro Tesla non si ferma

Gli attivisti contestano la prevista costruzione di una stazione merci e di aree logistiche, che richiederebbe ulteriore disboscamento. Al momento, i piani sono stati ridimensionati: la maggioranza dei residenti di Grünheide si era opposta all’espansione, temendo l’impatto ambientale, l’aumento del traffico, l’inquinamento acustico e le conseguenze sul già compromesso approvvigionamento di acqua potabile, ma l’azienda e il governo locale hanno ipotizzato uno sviluppo diverso, che richieda un disboscamento minore. Gli attivisti si oppongono, citando anche le già compromesse risorse idriche della regione, sulle quali la gigafabbrica incide in modo determinante.

Il Ministero dell’Economia del Brandeburgo ha espresso riserve sulla protesta, affermando che azioni di questo tipo danneggiano l’immagine della Germania come territorio favorevole agli imprenditori. Tesla non ha commentato la protesta. Secondo gli occupanti, non ci sono contatti tra gli attivisti e l’azienda.

Gli attivisti considerano un successo il fatto che Tesla stia frenando l’espansione e vedono l’azienda come indebolita dalle attuali difficoltà di mercato. Il Ministero dell’Economia del Brandeburgo, invece, sembra aspettarsi molto dal futuro dello stabilimento di Grünheide, soprattutto in virtù degli investimenti già effettuati e dei piani di assunzione che potrebbero beneficiare l’economia locale.

Prima che l’espansione possa procedere, tuttavia, l’autorità forestale statale dovrebbe vendere il terreno in questione a Tesla, previa approvazione del parlamento statale – approvazione che ancora non è stata concessa. A quel punto, gli attivisti preannunciano l’ingresso in una “fase calda” di protesta, con possibili nuove manifestazioni e azioni di disturbo. Queste azioni potrebbero includere marce, blocchi stradali e campagne di sensibilizzazione, volte a coinvolgere l’opinione pubblica e a esercitare pressione sulle autorità.

Le ragioni degli attivisti

Gli attivisti motivano la loro occupazione con alcuni concetti chiave: la non sostenibilità delle auto elettriche, specialmente sul lungo periodo, e la tutela delle risorse idriche nella regione, messe a rischio dal consumo di acqua della fabbrica. Inoltre, contestano il potere di Elon Musk e in generale la capacità di pressione che il grande capitale internazionale ha sui governi locali, auspicando una transizione socio-ecologica della mobilità, con investimenti in trasporto pubblico anziché in automobili di lusso come le Tesla. Sostengono inoltre che la vera sostenibilità richiede un cambiamento radicale nel modo in cui la società concepisce il trasporto, privilegiando soluzioni collettive e a basso impatto ambientale.

La protesta a Grünheide è diventata un simbolo di una lotta più ampia contro l’espansione industriale non regolamentata e l’impatto delle grandi corporazioni sull’ambiente.

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