La CDU ha bloccato una riforma costituzionale a tutela delle persone queer
In primavera, la Francia ha inserito il diritto all’aborto nella Costituzione, per preservarlo da possibili attacchi anche da parte di governi futuri. Forse ispirata dalla legge Veil, la coalizione di governo tedesca aveva avanzato, a luglio, una proposta simile che mirava a rafforzare i diritti delle persone LGBTQIA+ attraverso una modifica della Legge Fondamentale della Repubblica Federale di Germania, introducendo un divieto esplicito di discriminazione basato sull’identità di genere. Il risultato, però, è stato diverso da quello francese: la principale forza di opposizione tedesca, che è anche quella che più probabilmente guiderà il prossimo governo, ovvero la CDU/CSU, si è opposta e ha bloccato la modifica costituzionale.
Per la CDU, le persone LGBTQIA+ sono già sufficientemente tutelate dalla carta costituzionale
La posizione dei cristiano-democratici è che persone LGBTQIA+ siano già sufficientemente tutelate dalle disposizioni attuali dell’articolo 3 della Costituzione tedesca, che proibisce la discriminazione su basi di sesso, etnia, lingua, origine nazionale o sociale, fede, opinioni religiose o politiche, nonché la disabilità. La CDU/CSU, quindi, vede la proposta di emendamento come superflua e non necessaria.
I promotori della riforma, invece, sostenevano l’inclusione esplicita dell’identità di genere nella Legge Fondamentale anche allo scopo di inviare un messaggio chiaro di accettazione e inclusione, rafforzando la posizione legale delle persone queer in Germania.
Per apportare modifiche alla Legge Fondamentale, è necessario ottenere una maggioranza qualificata di due terzi sia al Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco, che al Bundesrat, la camera alta che rappresenta i governi dei sedici stati federali della Germania: il governo, da solo, non poteva garantirsi il successo al voto. E, per quanto alcuni esecutivi statali guidati dalla CDU, come quello di Berlino, abbiano espresso il loro sostegno alla proposta di modifica, il dibattito non è stato sufficiente a farla approvare.
“Purtroppo il gruppo parlamentare CDU/CSU al Bundestag ha rifiutato i colloqui su questo tema”, ha dichiarato il vice capogruppo parlamentare SPD Dirk Wiese, che ha poi accusato i cristiano democratici di essere impegnati in una “regressione socio-politica” avviata dalla fine degli anni in cui Angela Merkel era leader del partito.
L’altra forza di centro destra del Paese, l’FDP, ha si è schierata invece decisamente a favore dell’emendamento, descrivendolo come un “segnale di accettazione politica e sociale” per le persone LGBTQIA+, e sottolineando l’importanza di adeguare la legislazione alle realtà sociali contemporanee.