Dal carcere in cui è rinchiusa a Vechta, in Bassa Sassonia, per la prima volta l’ex terrorista di estrema sinistra Daniela Klette fa sentire la sua voce e lo fa per prendere le distanze dalle accuse di tentato omicidio a suo carico.
A riferirlo è il quotidiano Süddeutsche Zeitung, che ha pubblicato una dichiarazione personale della donna, confermata dal suo avvocato.
Dal carcere, Daniela Klette punta il dito contro lo Stato: “Bugie e persecuzione mediatica!”
L’accusata, ex membro della Rote Armee Fraktion (RAF), già Banda Baader Meinhof, si difende con veemenza e sostiene che lei e i suoi ex compagni della cellula, Ernst-Volker Staub e sarebbero vittime di una campagna diffamatoria e di persecuzione mediatica da parte dello Stato.
“La Procura di Verden sta costruendo una storia secondo la quale io, Volker Staub e Burkhard Garweg eravamo una banda spietata” ha dichiarato Klette, aggiungendo che, 26 anni dopo lo scioglimento della RAF, “lo Stato continua a puntare sull’escalation e sulle calunnie”.
L’ex RAF ha inoltre dichiarato che si continua sostenere che lei e i suoi compagni, ai tempi, fossero disposti a uccidere per raccogliere denaro, al fine di sopravvivere nell’illegalità. “Per chi proviene dalla storia della sinistra rivoluzionaria della Germania Ovest, questa non sarebbe mai stata un’opzione” ha sottolineato la 56enne, che nel testo pubblicato dalla Süddeutsche Zeitung scrive anche che “la lotta per la liberazione riguarda anche un mondo senza avidità di denaro, liberi dallo sfruttamento e da ogni forma di oppressione”.
La Procura di Verden ha però tutta un’altra opinione e dal 2015 conduce indagini sul trio per tentato omicidio e rapina aggravata. Secondo la pubblica accusa, durante le rapine tutti e tre i membri della RAF hanno “accettato consapevolmente che le persone potessero essere uccise” e quindi sono colpevoli.
L’arresto, le accuse e il quadro attuale. Staub e Garweg sono ancora latitanti
Klette è stata arrestata a febbraio a Berlino, dopo oltre 30 anni di latitanza trascorsi sotto falso nome nella capitale tedesca, dove addirittura pare partecipasse con una certa regolarità al Carnevale delle culture e fosse nota, nella scena della capoeira, come “Daniela Schmidt“.
Durante una perquisizione nell’appartamento della donna, le forze dell’ordine hanno scoperto un Kalashnikov, una pistola con due caricatori pieni, una bomba a mano, munizioni contenute in alcuni tupperware, un totale di oltre 240.000 euro in contanti nascosti nel doppio fondo di un armadio e circa 1,2 kg d’oro nascosto in alcuni mobili.
Pare che in casa di Klette sia stato trovata anche un’arma simile a un bazooka, anche se apparentemente inutilizzabile. Tra le accuse alla donna ci sarebbe tra l’altro anche quella di aver impugnato proprio un bazooka, durante una rapina.
L’avvocato di Klette ha dichiarato che l’indagine in corso potrebbe portare alla presentazione di accuse formali in autunno. Staub e Graweg sono invece ancora latitanti, nonostante le incessanti ricerche della polizia.