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Finti indirizzi per prendere la residenza: gli annunci illegali che spopolano a Berlino

Chi cerca un appartamento in affitto a Berlino è assolutamente consapevole della fondamentale differenza che passa fra gli annunci che presentano offerte con o senza “Anmeldung”, ovvero con o senza la possibilità di registrare la residenza – un passaggio fondamentale per poter svolgere qualsiasi attività. Per registrarsi come residenti non è fondamentale avere un contratto d’affitto, però è fondamentale il consenso scritto del proprietario dell’appartamento. Per esempio, se si inizia una convivenza e uno dei membri della coppia si trasferisce a casa dell’altro, anche a titolo gratuito, può registrarsi come residente e ricevere tutta la posta e le comunicazioni ufficiali al nuovo indirizzo, informando il padrone di casa e ottenendo il suo assenso formale. Spesso, però, capita si trovino sul mercato soluzioni di subaffitto irregolari, delle quali i proprietari non sono informati e che, quindi, non prevedono la possibilità di registrarsi. Per chi si trova in una situazione di emergenza e ha bisogno di un posto dove stare, spesso queste soluzioni sono le uniche possibili. Non sorprende che, in parallelo, sia nato anche un commercio illegale di finti indirizzi nei quali registrare la propria residenza, anche se si vive da un’altra parte.

L’Associazione degli inquilini della capitale tedesca ha recentemente lanciato l’allarme proprio su questa pratica illecita, che può comportare multe fino a 50.000 euro.

I finti indirizzi sono una tentazione soprattutto per chi si trasferisce dall’estero

La situazione è particolarmente complicata per chi arriva dall’estero e quindi non ha un precedente indirizzo tedesco o addirittura berlinese nel quale, eventualmente, mantenere la residenza fino a quando non troverà un affitto accettabile e regolare. Per molti, il subaffitto si traduce nella condizione di “inquilini fantasma”, che non hanno un contratto e formalmente “non esistono”, quindi non possono registrare la propria residenza presso le autorità, aprire un conto bancario, firmare un contratto di lavoro o iscriversi all’assicurazione sanitaria.

Fino a 100 Euro al mese per diventare “inquilini fantasma”

Su portali online come kleinanzeigen.de, vengono offerti finti indirizzi nei quali registrarsi come residenti. Tali indirizzi, però, non corrispondono a un vero spazio abitativo. Questo vuol dire che si può pagare fino a 100 Euro al mese la possibilità di registrarsi presso un indirizzo, con tanto di nome sul citofono e sulla cassetta della posta, senza però avere mai il diritto a entrare nell’appartamento corrispondente. Ciò che si paga, essenzialmente, è l’ambito “pezzo di carta” che permette di recarsi senza difficoltà presso le agenzie del lavoro, le banche, le assicurazioni sanitarie e tutte le altre istituzioni che erogano servizi al pubblico sulla base della residenza.

L’Associazione degli inquilini mette in guardia da questo tipo di contratti illegali, pur riconoscendo che il fenomeno nasce da una situazione di grave emergenza abitativa. “Queste offerte non sono legali, ma sarebbe semplicistico liquidarle come semplici irregolarità da evitare”, ha dichiarato a RBB Ulrike Hamann-Onnertz, direttrice generale dell’associazione. “Servono soluzioni politiche per affrontare la crisi del mercato immobiliare”. E in effetti è vero: chi deve risolvere nell’immediato problemi legati alla sussistenza – ovvero procurarsi un tetto e un lavoro – si trova in una condizione di fragilità che stimola comportamenti predatori come l’offerta di falsi indirizzi. Suggerire alle vittime della speculazione di astenersi non basta: occorre offrire loro soluzioni che permettano di non essere vulnerabili a questo tipo di pratiche.

Secondo l’iniziativa Ciudad Migrante, che si occupa degli effetti del mercato immobiliare sulla vita dei migranti a Berlino, il subaffitto non ufficiale rappresenta la principale forma di alloggio per i nuovi arrivati nella capitale. Una situazione che può comportare problemi legali, dato che per legge i subaffittuari devono firmare un contratto con l’inquilino principale, il quale a sua volta necessita del consenso del proprietario. In mancanza di tale autorizzazione, si configura un “subaffitto illegale” che può portare alla disdetta del contratto.

Le regole del subaffitto legale

L’Associazione degli inquilini sottolinea però che tutti gli inquilini berlinesi hanno la possibilità di far approvare un subaffitto dal proprio locatore: il subaffitto non è illegale di per sé e sono pochi i contesti nei quali il padrone di casa può effettivamente vietarlo. Il principale motivo per il quale è possibile mettere un veto a ulteriori subaffitti è il sovraffollamento dell’appartamento, con la regola generale di un solo inquilino per stanza.

Per richiedere l’autorizzazione al subaffitto, gli inquilini devono comunicare per iscritto al locatore nome, indirizzo ed età del subaffittuario, senza obbligo di fornire informazioni sulla sua situazione reddituale. Il proprietario, in questo caso, può chiedere un supplemento per il subaffitto.

La maggior parte degli inquilini, soprattutto di quelli stranieri, non sono a conoscenza di questa possibilità, oppure si trovano di fronte a situazioni in cui i rapporti con il locatore sono già tesi o poco agevoli: molti temono addirittura di poter perdere il proprio contratto e doversi trovare a competere su un mercato degli affitti dai prezzi ormai proibitivi

La città di Berlino ha tentato di affrontare il problema attraverso varie misure, come il congelamento dei canoni di locazione e l’acquisto di appartamenti da parte del governo cittadino per aumentare l’offerta di alloggi a prezzi accessibili. Tuttavia, queste azioni non sono state sufficienti a risolvere la crisi abitativa, nella quale prosperano le situazioni di illegalità. Per il momento, non si parla di misure mirate per combattere il traffico di finti indirizzi: le istituzioni si limitano a ricordare, nelle sedi ufficiali, che questa pratica è illecita e molto rischiosa, qualora dovesse venire scoperta.

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