Gli Europei di calcio sono finiti? Non per l’ufficio distrettuale di Mitte a Berlino, che ha avanzato una richiesta evidentemente inaspettata nei confronti della società statale Kulturprojekte Berlin GmbH. Il distretto ha infatti chiesto il pagamento di un contributo speciale, per il valore di. 1,2 milioni di euro, per l’utilizzo delle aree riservate ai tifosi durante i campionati europei. Gli organizzatori, come era prevedibile, hanno qualche obiezione.
Le tariffe d’uso speciali, che sono state richieste dall’ufficio distrettuale, sono di solito applicate a una varietà di attività commerciali, come la ristorazione all’aperto o i mercati temporanei. Queste tariffe vengono calcolate in base a diversi fattori, tra cui la durata dell’evento e l’area occupata. Nel caso specifico delle fan zone degli Europei, queste occupavano un’area di 14.800 metri quadrati, situata in punti nevralgici della città, per esempio di fronte alla Porta di Brandeburgo e nelle vicinanze del Reichstag, per diverse settimane durante il periodo dei campionati europei di calcio.
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La società Kulturprojekte Berlin, che ha avuto il compito di organizzare le fan zone, ha espresso una ferma opposizione alla richiesta di pagamento. La società ha dichiarato di rientrare nella categoria delle attività senza scopo di lucro, sottolineando che nella stessa categoria debbano rientrare gli utilizzi delle aree in questione. “Non abbiamo alcuna intenzione di trarre profitto dal nostro lavoro”, ha dichiarato con enfasi l’amministratore delegato Moritz van Dülmen, precisando che gli introiti derivanti dagli stand presenti nelle fan zone sono stati reinvestiti per rifinanziare l’intero progetto, garantendo così la continuità e la qualità dell’evento.
Il distretto di Mitte, tuttavia, non ha giudicato valide le argomentazioni di Kulturprojekte Berlin. Una portavoce del distretto, citata dal quotidiano locale B.Z., ha chiarito che l’esenzione dalla tassa sarebbe stata possibile soltanto se fosse stato lo Stato stesso, e non una GmbH, ovvero una società, per quanto statale, ad agire come organizzatore dell’evento. Inoltre, ha aggiunto che l’evento avrebbe dovuto essere completamente privo di offerte commerciali per poter beneficiare di tale esenzione. Invece, sono stati proprio i prezzi elevati delle consumazioni a far discutere durante i campionati, portando alcuni quotidiani locali, fra cui il Tagesspiegel, a chiedersi sei sia lecito definire “senza scopo di lucro” un evento nel quale un bratwurst arriva a costare sette euro e una birra sei e mezzo.
Van Dülmen ha ribadito che il Senato di Berlino aveva preso una decisione chiara in merito all’esenzione dai contributi speciali di utilizzo per i progetti legati agli Europei. Infatti, in una seduta del 11 dicembre scorso, il Senato aveva stabilito che per tutto il 2024 sarebbero state esentate dal contributo le attività nei settori della ristorazione, dello spettacolo, degli eventi, del commercio e della cultura. Questa misura era stata precedentemente adottata durante la pandemia per sostenere i settori economici più colpiti.
Il sindaco di Berlino Kai Wegner (CDU), aveva giustificato tale decisione del Senato affermando che si trattava di un tentativo di stabilizzare i settori economici che avevano subito perdite a causa del coronavirus. Wegner aveva anche assicurato che le perdite di entrate per i distretti sarebbero state compensate dal Dipartimento delle Finanze del Senato. Tuttavia, in questa dichiarazione non è stato fatto alcun riferimento allo status di no-profit delle organizzazioni coinvolte nell’evento.
Diversi distretti di Berlino, tra cui Mitte, hanno già espresso il loro disappunto riguardo alla decisione del Senato, lamentando il fatto di non essere stati consultati in precedenza. Le autorità distrettuali hanno criticato l’eccessivo impegno e i numerosi processi burocratici coinvolti, soprattutto perché l’uso delle aree era stato approvato una volta sola per diversi anni, senza una revisione periodica.
Nonostante le obiezioni e le critiche, il distretto di Mitte rimane fermo sulla sua posizione e insiste sulla richiesta di 1.208.628,26 euro. Le autorità distrettuali sostengono che, al momento, non esista “alcuna base legale” che giustifichi la rinuncia alla tassa. La disputa tra il distretto, gli organizzatori dell’evento e il Senato rimane aperta e irrisolta. La situazione è complessa e le implicazioni di questa contesa potrebbero avere effetti a lungo termine sulla gestione degli eventi pubblici e sulle politiche fiscali della città di Berlino.