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Berlino: tariffe minime per taxi e Uber. Continuano le tensioni nel settore dei trasporti

Quando si parla di “sfide globali” del nostro tempo, difficilmente si pensa alla rivalità fra taxi e servizi di trasporto privati come Uber. Eppure, questo tipo di tensione si respira quasi uguale in quasi tutta Europa ed è emblematica del modo in cui nuove modalità di offerta dei servizi e nuovi stili di consumo sono arrivati a modificare gli equilibri del mercato, rendendo imperativa e urgente una presa di posizione da parte dei governi, almeno di quelli locali. Le parti in gioco sono sempre le stesse: da un lato i taxi, che pagano per le licenze e sono soggetti a molte restrizioni e numerosi obblighi e, quindi, sono costretti a non far scendere i prezzi sotto un certo limite, se vogliono continuare a operare in modo economicamente sostenibile, dall’altra le piattaforme di veicoli condivisi, con costi di avvio e di gestione molto più bassi e quindi prezzi che possono cancellare dal mercato i taxi tradizionali. Entrambi i gruppi vogliono lavorare, entrambi vogliono essere protetti, il primo dalla concorrenza, l’altro dalle imposizioni. A Berlino, la situazione non è diversa e l’ultima frontiera della contesa sono le tariffe minime per i servizi di trasporto. Dal 2025, infatti, prendere il taxi a Berlino dovrebbe costare di più e scegliere Uber potrebbe non essere particolarmente conveniente.

Le tariffe minime: chieste dai taxi, osteggiate dalle app

Il Senato di Berlino ha annunciato l’intenzione di introdurre tariffe minime per i servizi di trasporto passeggeri offerti da aziende come Uber, Bolt e Freenow. Questa mossa è volta, evidentemente, a tutelare il settore dei taxi della capitale tedesca, che si trova sotto pressione a causa della concorrenza di questi nuovi attori del mercato. L’amministrazione, in questo caso guidata dalla senatrice dei trasporti Ute Bonde (CDU), ha presentato un calendario aggiornato per l’attuazione di questa misura, che mira a rendere più oneroso il comparto della mobilità alternativa berlinese.

Le auto a noleggio con conducente offrono attualmente tariffe fino al 40% inferiori rispetto a quelle dei taxi tradizionali. Questa situazione ha portato a una diminuzione del numero di taxi a Berlino, che è sceso dai 4.498 di gennaio 2024 ai 3.969 di giugno. Nonostante la riduzione, il settore dei taxi continua a denunciare una concorrenza sleale, basata su prezzi estremamente bassi che, secondo i tassisti, sono sostenibili solo attraverso l’evasione fiscale e il mancato pagamento dei contributi previdenziali. Di conseguenza, i taxi vengono utilizzati meno frequentemente, mentre i servizi di trasporto alternativi godono di una maggiore efficienza e popolarità, a fronte di una maggiore precarietà lavorativa.

Il Senato ha ribadito la volontà di arginare la spirale negativa che affligge il settore dei taxi, concedendo loro la possibilità di concordare tariffe fisse con i passeggeri, analogamente a quanto avviene per i clienti dei servizi di car sharing. Queste tariffe possono oscillare in un ventaglio compreso tra il 10% in meno e il 20% in più rispetto alla tariffa standard dei taxi, a seconda dell’intensità della domanda. L’opzione delle tariffe fisse è in vigore a Berlino dal 2 giugno 2024 e offre ai tassisti una maggiore flessibilità e la possibilità di competere più equamente.

Le tariffe sono davvero applicabili?

In una seconda fase, il Senato intende stabilire prezzi minimi per le corse effettuate con auto a noleggio prenotate tramite app, al fine di ridurre il vantaggio competitivo di cui godono attualmente Uber e simili. Il Dipartimento del Senato per la mobilità, i trasporti, la protezione del clima e l’ambiente ha confermato che è in corso la preparazione di un progetto di regolamentazione pronto per essere sottoposto a decisione. La segretaria di Stato Britta Behrendt ha annunciato che il decreto generale previsto dovrebbe essere presentato entro la fine dell’anno, escludendo quindi interventi prima del 2025.

Kristian Ronneburg, deputato di Die Linke, ha criticato i ritardi nell’applicazione della sezione 51a della legge sul trasporto passeggeri, che consente l’introduzione di tariffe minime per le auto a noleggio già dal 2021.

La segretaria di Stato Behrendt ha evidenziato la complessità dell’attuazione legale di misure di regolamentazione dei prezzi, che devono rispettare sia i requisiti nazionali che quelli europei. La rilevanza per i diritti fondamentali di tale regolamentazione ne limita il campo di applicazione, configurandola come un’extrema ratio. Una sentenza della Corte di Giustizia europea del giugno 2023 ha stabilito che regolamenti restrittivi possono costituire una violazione della libertà di impresa, a meno che non siano giustificati da ragioni prevalenti di interesse pubblico, tra le quali non rientra la protezione dell’industria dei taxi da una concorrenza eccessiva.

Iniziative simili a quella di Berlino sono state intraprese in altre città tedesche, come Monaco di Baviera e Lörrach. A Lipsia, una linea guida amministrativa del 2021 stabilisce una tassa iniziale di nove euro per ogni prenotazione di auto a noleggio, ma la sua applicazione è sospesa a causa di un’azione legale in corso.

Uber e Bolt hanno espresso perplessità riguardo alla normativa sui prezzi minimi, ritenendola problematica. Secondo un parere legale commissionato da Uber, la sezione 51a violerebbe il diritto dell’Unione europea, rendendo illegale l’operato delle autorità che la applicano. La regolamentazione dei prezzi sarebbe ammissibile solo se finalizzata a tutelare gli interessi del trasporto pubblico, non a proteggere l’industria dei taxi e i relativi guadagni privati.

È prevedibile che l’attuazione del piano del Senato scatenerà azioni legali da parte delle aziende interessate. Tuttavia, secondo Ronneburg, il Senato deve agire senza ulteriori indugi, consapevole che Uber farà causa in ogni caso.

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