Berlino medievale: la Marienkirche e la Danza della Morte
A Berlino, gli edifici medievali sono davvero pochi: è noto che, in una città che è stata praticamente rasa al suolo dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, anche solo un edificio ottocentesco è una rarità. Una delle poche eccezioni è la Marienkirche, che, con le sue mura di pietra robuste, il tetto spiovente in mattoni rossi e l’imponente guglia neogotica che si eleva per 48 metri, si distingue fra le architetture moderne di Alexanderplatz. Chi la visita, oggi, lo fa quasi sempre per ammirare l’affresco che raffigura la “Danza della Morte“.
La Marienkirche è la più antica chiesa parrocchiale urbana ancora in attività a Berlino, nonché una delle sei chiese medievali originarie del centro storico cittadino.
La storia della Marienkirche
Naturalmente, questa chiesa è “medievale” nel modo in cui può esserlo un edificio berlinese, ovvero non del tutto. Medievale è senza dubbio la costruzione originaria, che sorgeva nello stesso sito di quella attuale, ma la struttura che vediamo oggi, materialmente, è il frutto di numerose ricostruzioni, seguite ad altrettanti episodi di danneggiamento o semi-distruzione. I documenti storici menzionano la Marienkirche per la prima volta nel 1292, ma gli esperti ritengono che la sua costruzione risalga a circa il 1270.
La chiesa è un esempio tipico dello stile gotico del Brandeburgo, con una struttura in mattoni rossi innalzata sopra le fondamenta in pietre di campo. La torre che reggeva la guglia si distingueva nettamente, per colore e materiale, dal corpo della chiesa, essendo stata costruita com pietra calcarea di Rüdersdorf. Una delle prime ricostruzioni di cui si ha notizia risale agli anni 1663-1666 e fu resa necessaria in seguito a un incendio. In quell’occasione, la torre fu ricostruita non secondo lo stile originale, ma secondo quello del tempo, ovvero il barocco. L’attuale guglia, però, non è quella emersa dai lavori del XVII secolo, bensì il risultato di una ristrutturazione ancora successiva, a opera di Carl Gotthard Langhans, effettuata nel 1789 in stile neogotico.
Ulteriori lavori di ristrutturazione furono intrapresi tra il 1893 e il 1895 e poi ancora dopo il secondo conflitto mondiale. Sotto la DDR, per la precisione nel fra il 1969 e il 1970, il governo socialista fece restaurare nuovamente l’edificio.
Nel 1938, la comunità protestante berlinese cedette la chiesa di Nikolai alla città di Berlino, rendendo la chiesa di Santa Maria il più antico luogo di culto di Berlino. Dopo la Seconda guerra mondiale, era una delle poche grandi chiese ancora utilizzabili.
La Danza della Morte
Fra gli elementi originali più apprezzati della chiesa – e oggetto di meticolosa ricostruzione per riconsegnarli alla modernità – c’è il celebre affresco che raffigura la “Totentanz”, ovvero la “Danza della Morte”. Si tratta di una rappresentazione allegorica lunga 22,6 metri e alta due, che ha lo scopo di illustrare il concetto dell’ineluttabilità della morte. Dipinto intorno al 1484, l’affresco è considerato una delle opere d’arte medievali più preziose della città.
L’affresco raffigura una danza circolare di figure, tra cui rappresentanti del clero e del mondo laico, accompagnati dalla figura scheletrica della morte. Questa rappresentazione si basa su modelli di precedenti “Danze della Morte” che si trovano in altre città del nord Europa.
La “Danza della Morte” era un topos artistico molto popolare nell’Europa tardo-medioevale. D’altra parte, l’arte, in ogni epoca, ha cercato di dare risposte alle inquietudini dell’umanità e, in quel periodo, ad angosciare la popolazione c’erano fenomeni che si alternavano periodicamente, anche nei periodi di benessere, come le grandi epidemie e le guerre. In particolare, le epidemie di peste avevano segnato in maniera drammatica non solo la crescita della popolazione, ma anche l’immaginario collettivo. Le allegorie artistico-religiose come la “Totentanz” avevano lo scopo di ricordare agli spettatori la natura effimera della vita e l’uguaglianza di tutti gli uomini di fronte alla morte, indipendentemente dal loro status sociale.
Nel 1484, anno intorno al quale è stata datata l’opera, una grave epidemia di peste colpì Berlino: si ritiene che proprio questo evento possa aver ispirato la creazione dell’affresco. L’opera si estende dall’ingresso ovest della chiesa, snodandosi attraverso il pilastro, la parete ovest e la parete nord. Al centro della rappresentazione si trova una scena di crocifissione, elemento iconografico di grande importanza che divide i rappresentanti spirituali e laici della comunità.
I versi che accompagnano l’affresco, scritti in basso-tedesco, riflettono una visione del mondo di chiara influenza francescana. I rappresentanti delle varie classi sociali, raffigurati nell’opera, esprimono la loro sofferenza e chiedono alla morte una tregua. Questa interpretazione è avvalorata dalla presenza di un predicatore francescano che apre la danza circolare. Si ritiene che l’affresco sia stato commissionato dalla borghesia berlinese, che in quel periodo storico stava acquisendo sempre maggiore importanza e potere all’interno della società.
Purtroppo, l’affresco non è giunto fino a noi in buone condizioni. Durante la Riforma protestante, molte opere d’arte religiose furono distrutte o danneggiate. Nel caso della “Danza della Morte”, la superficie pittorica fu ricoperta di calce, nascondendo così i dettagli e i colori originali. Fu solo nel 1861 che l’architetto di corte Friedrich August Stüler riscoprì l’affresco durante dei lavori di restauro nella chiesa. Successivamente, Heinrich Fischbach si occupò del delicato processo di restauro, riportando alla luce i dettagli dell’opera che erano stati celati per secoli.
Oggi, l’immagine è sbiadita a causa dell’umidità che ha continuato a penetrare nella muratura, e per proteggerla ulteriormente è stata installata una parete di vetro. Questa soluzione consente ai visitatori di ammirare l’affresco senza causare ulteriori danni all’opera.