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A Berlino cala il turismo: i visitatori internazionali disertano

A Mallorca, i residenti protestano contro il turismo di massa e spruzzano i turisti con le pistole ad acqua. Venezia introduce un “pedaggio” extra per chi entra in città. I berlinesi, invece, non hanno nessuno di questi problemi: Berlino sta infatti affrontando una crisi del turismo che si fa sempre più evidente, specialmente se confrontata con la situazione in altre capitali europee come Parigi e Roma. Un’analisi approfondita dei dati raccolti dalle principali piattaforme di prenotazione online ha rivelato una tendenza preoccupante per Berlino. Negli ultimi cinque anni, la città ha visto una diminuzione di quasi il 30% nel numero di pernottamenti prenotati.

Secondo i dati analizzati da Eurostat, da Tagesspiegel Innovation Lab e da altri media facenti parte dell’Urban Journalism Network, tra il 2018 e il 2023, il numero di notti prenotate a Berlino è calato del 28%. È importante sottolineare che questi dati non riflettono tutte le prenotazioni, poiché non tutti gli ospiti utilizzano le piattaforme online per prenotare il loro soggiorno. Tuttavia è possibile effettuare confronti significativi con le tendenze internazionali, se si prendono in esame gli stessi dati per tutte le altre città Europee.

E non c’entra neppure la pandemia: negli stessi anni, capitali europee come Parigi e Roma hanno registrato aumenti rispettivamente del 45% e del 38%. Anche il resto della Germania se la passa piuttosto bene da questo punto di vista, compreso il vicino Brandeburgo, dove il numero di pernottamenti è cresciuto notevolmente, soprattutto nelle località vicine alle tante meraviglie naturali della regione. L’incremento nazionale è stato infatti del 64% e quello registrato in Brandeburgo dell’80% nei mesi estivi.

Cala il turismo registrato dall piattaforme online: i dati sono più complessi

Tuttavia, va considerato che la differenza di dati registrati possa essere anche attribuita non solo o non tanto al calo dell’appeal turistico di Berlino, ma al suo rapporto dalle piattaforme. La situazione nella capitale tedesca è simile, per esempio, a quella di Amsterdam: in entrambe le capitali, infatti, è stato introdotto l’obbligo di registrazione per i fornitori privati di camere e appartamenti per vacanze. Di conseguenza, circa un terzo dei fornitori berlinesi è scomparso dalle piattaforme, in particolare da Airbnb. Questo vuol dire che, inevitabilmente, una parte di turisti che possono aver scelto, in mancanza di opzioni su Airbnb, di prenotare contattando direttamente hotel o bed and breakfast dopo una ricerca su internet, oppure scegliendo offerte informali come lo scambio di case per le vacanze, non possono essere rilevati da questa particolare raccolta di dati. Sicuramente, in controllo incrociato con altri parametri potrebbe fornire dati più precisi.

Parigi la città più amata in Europa

Secondo le piattaforme prese in esame, comunque, Parigi continua a guidare il turismo urbano europeo, seguita da Roma, Madrid e Lisbona. Altre città che hanno registrato una forte crescita dei pernottamenti sono Nicosia, Bucarest, Città del Lussemburgo e Atene. Dal momento che i dati sono stati compilati da Eurostat, Londra non è stata presa in considerazione.

Un indicatore che si usa per valutare il fenomeno dell’overtourism è il numero di pernottamenti per 1000 abitanti. Nelle Isole Baleari, per esempio, di cui fa parte Maiorca, questo valore ha raggiunto il record europeo di 5064 pernottamenti per 1000 abitanti nei mesi estivi del 2023, nonostante un aumento solo del 10% negli ultimi sei anni.

I collegamenti aerei sono un altro fattore chiave per il turismo e in questo senso si individua una correlazione piuttosto chiara fra disponibilità e turismo. Dove le compagnie aeree low-cost non volano, le cifre del turismo faticano ad aumentare e viceversa. A Berlino, il calo degli ospiti stranieri è andato di pari passo con la diminuzione dei passeggeri del BER, l’aeroporto della città. Compagnie come Easyjet e Ryanair hanno ridotto significativamente la loro flotta di aeromobili al BER, soprattutto a causa delle tariffe elevate. Al contrario, Roma e Parigi hanno visto un aumento della frequenza dei voli, rendendo queste città più accessibili ai turisti, perché il prezzo del volo smette di essere proibitivo per l’organizzazione della vacanza.

Il Senato di Berlino chiede da tempo al governo tedesco di fare del BER un ulteriore hub per i voli a lungo raggio verso l’Asia e l’America, ma finora la risposta è stata carente. Questa mancanza di collegamenti diretti a lungo raggio potrebbe essere uno dei fattori che influenzano negativamente il turismo internazionale nella città.

Il turismo interno, tuttavia, dipende meno dai collegamenti aerei e dagli alloggi privati. I pernottamenti di turisti tedeschi a Berlino sono diminuiti solo del quattro per cento rispetto al 2018 e, secondo l’autorità statistica di Berlino-Brandeburgo, il turismo nazionale rappresenta una percentuale di visitatori molto più ampia di quanto i dati suggeriscano. Tuttavia, i visitatori tedeschi sembrano prenotare online molto meno frequentemente, preferendo altri canali per organizzare i loro viaggi.

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