Versi da scimmia al collega nero: 8400 euro di multa per una poliziotta in prova
Un’agente di polizia in prova è stata recentemente condannata a 4800 euro di multa per aver rivolto gesti da scimmia e ingiurie a un collega nero. La sentenza è stata emessa dal tribunale distrettuale di Tiergarten, Berlino. Di seguito la sintesi del processo.
8400 euro di multa per l’aspirante poliziotta accusata di gesti razzisti
I fatti giudicati risalgono al 2023, quando la donna, 35 anni, e il collega in questione, 32, effettuavano entrambi la formazione professionale presso l’accademia di polizia.
La prima accusa è relativa a un’occasione in cui entrambi si trovavano a fare la fila. In base a quanto riportato, la donna avrebbe spinto per entrare, il collega le avrebbe risposto di mettersi in fila e lei gli avrebbe intimato “Seduto!”. La donna si è difesa sostenendo di aver voluto scherzare e ha aggiunto che lui in compenso le aveva chiesto se fosse troppo stupida per la situazione. Il giudice, però, non ha accolto questa interpretazione dei fatti e ha dichiarato che l’espressione “Seduto!”, nel modo in cui è stata usata, ha messo il 32enne sullo stesso piano di un cane.
La seconda accusa si lega a fatti avvenuti durante una lezione di diritto penale, quando la 35enne si sarebbe irritata per “suoni simili a grugniti” e per il fatto che il collega le parlasse in continuazione. A quel punto gli ha detto “Impara il tedesco!”. La donna ha motivato la sua frase sostenendo che il collega stava parlando in uno “slang da ghetto” ma il giudice, anche in questo caso, non ha accolto la giustificazione dell’imputata. Al contrario, ha considerato rilevante il fatto che l’imputata avesse ammesso di aver pronunciato quella frase.
Il terzo episodio si è verificato in una sala karate. Secondo l’accusa, sentendosi derisa, la 35enne avrebbe fatto “gesti da scimmia” all’indirizzo del collega, con i pugni sotto le ascelle. La donna si è difesa sostenendo di non aver voluto imitare una scimmia, bensì un pollo. Ha quindi sostenuto che l’atmosfera in classe fosse velenosa, misogina e sessista e di essersi sentita “vittima di mobbing”. Il giudice, però, ancora una volta non ha accolto le sue giustificazioni, dichiarando al contrario di trovare “semplicemente assurdo” il fatto di sostenere che il “gesto della scimmia” fosse in realtà un “gesto del pollo”.
Nel pronunciare la sentenza, ha inoltre messo in evidenza come, sebbene attriti e contrasti possano essere una componente inevitabile delle dinamiche umane, in nessun modo possano giustificare comportamenti come quelli dibattuti. La donna è stata condannata a pagare 120 giorni di multa a 70 euro al giorno, per un totale di 8.400 euro.