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Studentessa stuprata a Berlino: autista di Bolt condannato a tre anni

È stato condannato a tre anni di carcere l’autista di Bolt accusato di aver violentato una studentessa di 20 anni una notte dello scorso aprile, a Berlino.

La ragazza aveva prenotato un veicolo proprio per tornare sana e salva nel suo appartamento, vista l’ora tarda. Le cose, però, sono degenerate in modo orribile.

Autista di Bolt condannato per aver stuprato una ventenne a Berlino

All’epoca dei fatti, la studentessa aveva appena passato la serata a Mitte, dov’era stata in diversi bar. Uscita dall’ultimo bar, in Torstraße, aveva quindi chiamato un taxi con Bolt, per tornare nel suo appartamento di Neukölln. Quando l’auto era arrivata, una Hyundai, la ragazza era salita in macchina e si era addormentata.

Tutto questo accadeva intorno alle 3:50 del mattino e l’appartamento della giovane si trovava a circa 17 minuti di distanza. L’autista, però, non l’aveva mai portata a destinazione e la ragazza si era svegliata intorno alle 6.30 a Treptower Park, nuda sul sedile posteriore e con l’autista sopra di lei. L’uomo le aveva scattato delle foto e l’aveva violentata.

“Un padre di famiglia”

L’imputato, un cittadino bulgaro di 34 anni descritto dalla stampa come un “padre di famiglia”, era stato arrestato sulla scena del crimine e quindi rilasciato. Solo dopo nove giorni era stato emesso un mandato di cattura e l’uomo si era consegnato il 3 maggio, per poi essere sottoposto a custodia cautelare.

Il 34enne era stato assunto come “autista di auto a noleggio” solo da metà marzo, mentre in precedenza era un operaio edile. “Mi piaceva fisicamente” ha dichiarato durante la sua confessione in tribunale, a proposito della ragazza. Se la sentenza entrerà in giudicato, per l’uomo si apriranno le porte del carcere.

La giovane, che all’epoca dei fatti ha dovuto prendere la pillola del giorno dopo, non ha fatto commenti, né reagito a un’offerta risarcitoria di 2000 euro. Si rifiuta al momento di tornare in Germania, dove studia psicologia. La giudice, Christina von Bothmer, ha dichiarato durante il processo: “A noi donne viene insegnato fin da piccole: ‘Prendi un taxi di notte, è il modo più sicuro per tornare a casa’. Questo senso di sicurezza è stato fortemente compromesso”.

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