Nuovo bilancio del governo tedesco: cosa cambia per reddito di cittadinanza, welfare e ambiente
Il governo di coalizione tedesco, in una conferenza stampa tenutasi venerdì mattina, ha annunciato i risultati dei negoziati notturni relativi al prossimo bilancio federale. Il cancelliere Olaf Scholz (SPD), affiancato dal Ministro dell’Economia e dell’Ambiente Robert Habeck (Verdi) e da quello delle Finanze Christian Lindner (FDP), ha fornito un’analisi dettagliata dell’accordo raggiunto in materia di investimenti pubblici e welfare. Le decisioni definitive sul bilancio saranno prese il 17 luglio.
Durante la conferenza, Scholz ha brevemente fatto riferimento al quadro politico internazionale successivo alle elezioni europee, enfatizzando la necessità di rimanere risoluti di fronte alle sfide contemporanee e menzionando la crescente minaccia delle forze nazionaliste di destra in tutta Europa.
Nel bilancio l’obiettivo NATO di investire il 2% del PIL in difesa
Il piano delineato dal governo tedesco comprende l’adozione del progetto di bilancio per il 2025 e di un bilancio suppletivo per il 2024. Una delle misure più significative è l’aumento della spesa per la difesa, che vedrà un incremento di circa 80 miliardi di euro a partire dal 2028. Questo aumento permetterà alla Germania di raggiungere l’obiettivo NATO del 2% del PIL destinato alle spese militari. Scholz ha assicurato che tale obiettivo verrà perseguito con costanza annualmente anche dopo l’esaurimento del fondo speciale destinato alla modernizzazione della Bundeswehr, l’esercito tedesco.
Nuovi prestiti, investimenti pubblici a livelli record e un fondo per l’ambiente
Il bilancio suppletivo per l’anno in corso prevede di contrarre ulteriori prestiti per 11 miliardi di euro e di aumentare gli investimenti pubblici a livelli senza precedenti: 57 miliardi di euro per il 2025 e 53 miliardi per il 2024. Scholz ha anche ribadito l’impegno della Germania a rimanere il secondo maggior donatore di fondi per la cooperazione allo sviluppo a livello globale.
Il vicecancelliere Habeck ha annunciato la creazione di un fondo per il clima di 34 miliardi di euro per il 2025, che rappresenta uno strumento essenziale per la protezione ambientale, la transizione energetica e la trasformazione economica del paese. Habeck ha sottolineato che le misure concordate dovrebbero dare un impulso significativo all’economia tedesca, con una stima di aumento della produzione di circa mezzo punto percentuale.
Lindner, infine, ha chiarito che il bilancio proposto non è un bilancio di austerità. Ha evidenziato una spesa totale di 489 miliardi di euro per l’anno corrente e di 481 miliardi per il 2025. I prestiti previsti ammonteranno rispettivamente a 50,5 e 44 miliardi di euro, e puntano a sostenere l’economia senza ricorrere a tagli drastici.
Riforma del reddito di cittadinanza e incentivi per i lavoratori stranieri
L’accordo raggiunto dal governo tedesco include anche una riforma del reddito di cittadinanza, che prevederà obblighi di cooperazione più stringenti per i percettori e periodi di franchigia dimezzati per i beni protetti (ovvero per quelli che non rientrano nel calcolo che valuta il diritto o meno a ricevere il sussidio). Queste misure sono state concepite, ha dichiarato Lindner, per favorire l’integrazione di almeno 100.000 persone nel mercato del lavoro.
Per rendere la Germania più attraente per i lavoratori qualificati stranieri, nella speranza di risolvere la cronica carenza di manodopera qualificata in tutto il Paese, verranno introdotti sgravi fiscali nei primi tre anni di permanenza. In aggiunta, il governo ha preventivato 23 miliardi di euro di sgravi fiscali per tutti gli altri cittadini.
Il governo ha inoltre annunciato un aumento degli assegni familiari e la creazione di incentivi finanziari per il lavoro oltre l’età pensionabile. Questi incentivi includono il pagamento netto del contributo del datore di lavoro all’assicurazione contro la disoccupazione.
Infine, la legge sulle catene di fornitura sarà applicata a un numero significativamente inferiore di aziende rispetto al passato. In termini pratici, questo vuol dire che due terzi delle imprese saranno esentate dalle norme sul rispetto dei diritti umani e delle violazioni ambientali lungo la catena di approvvigionamento.