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La guerra del kebab

Gli italiani sono abituati a discutere di tradizioni gastronomiche e a stabilire quando un piatto possa dirsi autentico. Non a caso, moltissimi prodotti e ricette italiani sono registrati e protetti, dal Parmigiano Reggiano al tiramisù, mentre su altri, come il ragù alla bolognese e la carbonara, si può discutere fino alla lite. Per questo, forse, gli italiani possono capire meglio di altri la disputa internazionale che è scoppiata intorno al kebab, il piatto più popolare in Germania in assoluto, che però, notoriamente, è di origine turca. 

Tutto è iniziato dopo che un’associazione turca ha chiesto all’Unione Europea di stabilire degli standard per gli ingredienti di un autentico doner kebab. La richiesta dell’Unione Internazionale del Doner (Udofed), che ha sede a Istanbul, ha avuto un tale impatto che le risposte sono arrivate addirittura da diversi politici tedeschi, compreso un ministro e alcuni euro deputati, che temono che tali standard possano influenzare negativamente la produzione locale e la varietà di gusti già consolidata.

Il ministro difende le ricette tedesche

Il Ministero dell’Agricoltura tedesco, guidato da Cem Özdemir dei Verdi, ha presentato un ricorso contro l’iniziativa turca presso la Commissione UE. Secondo il ministero, le linee guida proposte dall’associazione turca si discostano notevolmente da quelle comunemente in uso in Germania e potrebbero quindi avere un impatto da non sottovalutare sul mercato tedesco, con possibili aumenti del prezzo del kebab – che, nei mesi scorsi, si sono già verificati, generando accese discussioni. Questo perché le specifiche richieste potrebbero richiedere cambiamenti nella produzione e nell’approvvigionamento degli ingredienti, oltre a possibili modifiche nelle tecniche di preparazione.

Il kebab tradizionale secondo l’associazione turca

L’Udofed ha proposto che i doner kebab di carne rossa possano dirsi tali esclusivamente se si utilizza solo carne bovina di almeno 16 mesi o carne ovina di almeno 6 mesi. Anche i tagli sono specificati: devono provenire dalla parte della zampa e/o del dorso. Per i kebab di pollo, invece, l’associazione ha specificato un rapporto di miscelazione di 100 kg di petto o coscia di pollo, 8-10 kg di grasso animale e 2-3 kg di cipolle, oltre a regolare lo spessore delle strisce di carne tra i 2 e i 5 millimetri.

Gli eurodeputati tedeschi si sono espressi contro la proposta dell’associazione turca. Bernd Lange dell’SPD ha dichiarato che le specialità tradizionali protette dovrebbero tutelare le produzioni regionali dai grandi fornitori, ma che le specifiche devono essere chiare, cosa che, sostiene, non avverrebbe nel caso del kebab. Lange ha sottolineato che la produzione del doner kebab si è affermata in modi diversi nei vari Paesi, proprio come il bratwurst tedesco, che ha molte varianti regionali e che è apprezzato per la sua diversità.

Imbarazzo per il gesto di Steinmeier

Daniel Caspary, presidente del gruppo CDU/CSU al Parlamento europeo, ha suggerito che l’iniziativa turca sia una reazione al recente regalo “non del tutto ponderato” del Presidente della Repubblica tedesco Frank-Walter Steinmeier durante la sua visita in Turchia ad aprile. In quell’occasione, Steinmeier aveva portato con sé uno spiedino di kebab congelato da 60 kg preparato secondo una ricetta berlinese, un gesto che aveva suscitato critiche sui social media e che potrebbe aver dato l’impressione di una mancanza di rispetto per la tradizione culinaria turca.

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Il Presidente della Repubblica tedesco Frank-Walter Steinmeier. Foto: EPA-EFE/Radek Pietruszka POLAND OUT

Il ruolo della Commissione UE

Se la richiesta dell’Udofed dovesse essere accolta, in futuro il kebab godrebbe dello stesso status di prodotti come il prosciutto Serrano spagnolo. Attualmente circa 90 prodotti hanno lo status di “prodotti alimentari tradizionali garantiti” e possono essere prodotti e venduti ovunque con tale denominazione, ma solo in conformità ai criteri del richiedente. Questo status non solo protegge la denominazione del prodotto, ma può anche contribuire a promuovere la sua immagine e a incrementare le vendite, oltre a garantire ai consumatori un livello di qualità e autenticità riconosciuto.

La Commissione europea avvierà ora una procedura di consultazione della durata massima di 6 mesi, in attesa di una raccomandazione dell’Ufficio europeo per la proprietà intellettuale prima di prendere una decisione sul caso del kebab. Durante questo periodo, sarà possibile per le parti interessate presentare osservazioni e argomentazioni a favore o contro la proposta dell’Udofed, permettendo un dibattito approfondito e una valutazione equilibrata degli interessi in gioco.

Storicamente, il kebab si è diffuso a partire da Istanbul in varie città dell’Impero Ottomano, fin dai primi anni del 1800, per poi assumere caratteristiche diverse nelle varie regioni e poi nei vari Paesi in cui è stato adottato. In Germania, in particolare, il kebab è diventato un piatto talmente amato da essere considerato fra i più rappresentativi del Paese, con varianti e ricette locali che si discostano anche parecchio da quelle tradizionali turche. Queste varianti sono il risultato di un processo di adattamento culturale e di risposta alle preferenze dei consumatori locali, che hanno abbracciato il kebab come parte integrante della loro offerta culinaria.

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