I più bei luoghi da visitare in Germania #57: Tangermünde
Fra le località che si possono visitare in una giornata, partendo da Berlino, c’è la piccola ma splendida Tangermünde, in Sassonia Anhalt. Ci vogliono circa due ore per raggiungerla, partendo dalla capitale, e si tratta di una meta assai poco turistica, perfetta per chi vuole passeggiare tranquillamente in un delizioso centro storico dal passato sorprendente e ricco di fascino.
Un passato prestigioso
A colpire sono prima di tutto gli esempi di architettura gotica in mattoni rossi, oltre alle tradizionali case a graticcio che caratterizzano buona parte delle province tedesche. Situata lungo le rive del maestoso fiume Elba, Tangermünde ha vissuto una storia di alti e bassi, alternando periodi di splendore a fasi di quasi totale oblio e, in un certo momento della storia, ha quasi “rischiato” di diventare la capitale della Germania.
In epoca medievale, la posizione geografica di Tangermünde era particolarmente fortunata. Trovandosi direttamente sulle rive dell’Elba e su un leggero rilievo, era particolarmente facile da difendere e in posizione privilegiata dal punto di vista dei commerci. Questo aspetto fu sugellato con l’adesione alla Lega Anseatica, che ne fece uno snodo cruciale per il traffico fluviale lungo l’Elba.
Il periodo di massimo splendore di Tangermünde si può tracciare intorno alla fine del XIV secolo, quando l’imperatore Carlo IV la elesse a sua seconda residenza, dopo Praga. In quegli anni, la città divenne il cuore pulsante dell’intera regione e il Castello assunse il ruolo di sede reale, da cui venivano prese decisioni che influenzavano l’intero Stato. Fu in questo contesto che sorsero numerosi edifici di grande valore architettonico, realizzati nello stile gotico in mattoni che caratterizza la Germania settentrionale. Sembrava proprio che la cittadina fosse un’ottima candidata al ruolo di futura capitale.
Come Tangermünde non diventò la capitale (tutta colpa della birra)
Tuttavia, la fortuna di Tangermünde non fu destinata a durare. Il problema? Come spesso accade in Germania, la causa del decadimento di questa ridente cittadina fu… la birra. O, per meglio dire, l’amore dei suoi abitanti per la bevanda più popolare dell’intera Germania. L’introduzione di una tassa sulla birra da parte dell’Elettore Johann Cicero degli Hohenzollern, infatti, generò malcontento tra produttori e consumatori, scatenò una rivolta popolare. Questo evento costrinse il sovrano a trasferire la sua residenza a Cölln, l’antenata di Berlino. Privata del prestigio e dell’influenza della corte, Tangermünde iniziò un lento declino, per non uscire mai più dall’ombra.
Oggi vale la pena di visitarla soprattutto per godere della sua splendida architettura. I tipici mattoncini rossi, fra l’altro, sono una soluzione comune in questa regione. In una fase di grande sviluppo urbano, infatti, in epoca medievale, non era sempre possibile approvvigionare con successo tutto il materiale necessario. Le cose si facevano ancora più difficili se, come nel caso di questa parte del territorio dell’Elba, non ci sono cave di pietre adatte all’edilizia e neppure montagne. L’argilla, invece, abbonda ed è presente naturalmente nel terreno: fu proprio con quella che si costruirono i mattoncini che siamo abituati a vedere in tante città della Germania settentrionale.
Uno splendido centro storico
Se passate per Tangermünde, le tappe obbligate sono poche, ma deliziose: lo splendido centro storico, con la cinta muraria quasi completamente conservata e le splendide porte di epoca medievale, la chiesa di Santo Stefano, che è un piccolo gioiello di architettura gotica, il castello, anch’esso in stile gotico, del quale però è visibile solo l’esterno e una delle sale interne. Meritano una visita anche le due torri di difesa della città fortificata, dette “Putinnen” e la prigione locale che, fanno sapere le autorità, in epoca medievale era solo “simbolica” dal momento che non c’erano criminali con i quali riempirla.
C’è poi il municipio, anch’esso in gotico tedesco e realizzato in mattoni rossi. Una caratteristica sulla quale soffermarsi è la statua di Grete Minde, che si trova davanti al municipio e che ricorda una storia molto triste.
La triste storia di Grete Minde
Nel 1617, gran parte della città fu distrutta da un terribile incendio. Non era un fatto strano, in un’epoca in cui, in gran parte d’Europa, il legno occupava un posto centrale fra i materiali edili. In quel momento storico, però, non era infrequente che le popolazioni locali cercassero un capro espiatorio, quando si verificava una calamità. Si cercava un colpevole, per placare la popolazione, che non poteva accettare che tanta devastazione fosse semplicemente il risultato di una circostanza sfortunata.
La colpa fu data, appunto, a Grete Minde, una donna che era in causa con comune per questioni di eredità. La donna fu condannata e giustiziata anche se, ovviamente, la sua disputa non aveva nulla a che vedere con l’incendio. Sulla sua storia, ha scritto una novella anche Theodor Fontaine (il quale, però, la fa apparire colpevole di aver arso la città per vendetta).
La birra alla coda di vacca
Infine, se passate da qui, vi consigliamo di provare la birra locale, la Kuhschwanzbier, della quale i residenti sono orgogliosissimi. Questa particolare birra si produce in città da oltre 1.000 anni ed è legata a una piccola, bizzarra leggenda locale. Si dice che l’acqua che si utilizzava per produrla venisse dal Tanger (il fiume che dà il nome alla città). Lo stesso fiume, però, veniva utilizzato anche per abbeverare il bestiame. I birrai, naturalmente, cercavano almeno di tenere le bestie lontane dai loro macchinari, ma si dice che, ogni volta che un mastro birraio andava ad attingere acqua nelle apposite taniche, ci trovasse vicino, sempre, almeno una mucca, che intingeva la coda nell’acqua. Per questo la birra si chiama così: Kuhschwanzbier, infatti, vuol dire “birra alla coda di vacca”.