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Germania: BSW e CSU contro gli incentivi per i lavoratori stranieri

Il governo tedesco ha recentemente annunciato, come parte del nuovo piano economico, l’intenzione di attrarre lavoratori qualificati dall’estero, per combattere la cronica carenza di manodopera che affligge il mercato del lavoro tedesco a tutti i livelli. Per raggiungere questo obiettivo, la coalizione ha proposto un pacchetto di sgravi fiscali temporanei, come incentivo tanto ai potenziali datori di lavoro, quanto ai lavoratori stranieri che si spera di attrarre. La proposta, tuttavia, ha scatenato un’ondata di forti critiche sia dall’opposizione che da alcuni membri della coalizione di governo.

Wagenknecht: gli sgravi ai lavoratori stranieri sono uno schiaffo ai tedeschi

Sahra Wagenknecht, leader del neonato partito BSW, e Martin Huber della CSU hanno definito la proposta del governo uno “schiaffo” ai cittadini tedeschi che pagano regolarmente le tasse nel proprio Paese. Wagenknecht ha lanciato un’accusa diretta al governo, sostenendo che con questa misura si stiano privilegiando gli stranieri a scapito dei lavoratori tedeschi, e che, dopo aver permesso l’arrivo di un numero di rifugiati definito “inaccettabile” negli ultimi anni, il governo tedesco arrivi addirittura a garantire ai lavoratori provenienti dall’estero condizioni migliori rispetto ai connazionali. Huber ha rincarato la dose, parlando di “discriminazione inaccettabile” e descrivendo la proposta del governo come divisiva e dannosa per la coesione nazionale.

Il piano del governo tedesco prevede, per i lavoratori che provengono dall’estero, la possibilità di richiedere un’esenzione fiscale che si riduce progressivamente, dal 30% al 20% e infine al 10% sul loro stipendio lordo, per i primi tre anni di lavoro in Germania, a condizione che il loro salario rientri entro determinati limiti. Al momento, molti altri Paesi europei hanno già in atto politiche simili per attrarre talenti internazionali (solitamente, si tratta di sgravi applicabili a redditi o rendite molto alti).

Nonostante ciò, Wagenknecht ha sollevato dubbi sulla costituzionalità del provvedimento e ha chiesto una riforma fiscale più ampia che possa alleggerire il carico fiscale sui lavoratori tedeschi, anziché concentrarsi esclusivamente sui nuovi arrivati.

Le reazioni degli alleati

All’interno della coalizione di governo, le reazioni alla proposta sono state miste. La ministra degli Affari sociali della Sassonia Petra Köpping (SPD) ha espresso comprensione per l’irritazione manifestata da alcune fasce popolazione, mentre Beate Müller-Gemmeke (Verdi) ha richiamato l’attenzione sul principio di parità di trattamento nel mondo del lavoro.

Perfino il Ministro del Lavoro Hubertus Heil (SPD) ha manifestato una certa insoddisfazione per il piano dei colleghi di governo, esprimendo preoccupazione per le possibili incomprensioni che potrebbero sorgere tra le diverse fasce della popolazione. Heil ha criticato la proposta anche per il modo in cui è stata formulata, definendola, almeno per il momento, poco concreta e ribadendo che il lavoro in Germania dovrebbe essere valutato allo stesso modo per tutti, indipendentemente dalla nazionalità del lavoratore.

Nonostante le critiche, Christoph Meyer (FDP) ha difeso con vigore gli incentivi fiscali proposti, descrivendoli come una “pietra miliare” nella risoluzione della carenza di manodopera qualificata che affligge il Paese.

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