Gabriele Vagnato e Il Mitte a Berlino, EP2: clubbing, bouncer e sostanze
È uscita la seconda puntata dello speciale di Gabriele Vagnato su Berlino, che abbiamo accompagnato in giro per Berlino per esplorare le mille sfumature di questa città iconica.
In questa puntata (“La verità dietro i buttafuori più temuti del mondo – GDP Berlino – EP.2”), che potete recuperare qui sotto, vengono intervistate anche le editrici del Mitte (Lucia Conti e Angela Fiore), che parlano a Gabriele della club culture berlinese e del fatto che la capitale tedesca sia una delle poche città al mondo in cui vengono “rimbalzate” anche le celebrità, perché i fermenti della vecchia “Berlino anarchica” fanno sì che non tutto si possa comprare con i soldi.
Gabriele Vagnato tra clubbing, bouncer e politica di riduzione del danno
Conti e Fiore parlano anche della politica di riduzione del danno per quanto riguarda le droghe, ambito in cui Berlino adotta un approccio pragmatico, più che ideologico, spesso basato sulla divulgazione di informazioni sul “corretto consumo” o addirittura sul cosiddetto drug checking.
La puntata però, contiene anche molto altro. Gabriele partecipa infatti anche a un rave nel Volkspark Friedrichshain, arrivo della polizia incluso, a un party in un centro sportivo abbandonato e si trova a intercettare un incendio in vista di una festa organizzata in un bunker.
Il noto creator italiano si interfaccia inoltre con uno dei buttafuori più famosi di Berlino, Frank Künster, protagonista del documentario “Berlin Bouncer” insieme a Sven Marquardt e Smiley Baldwin.
Künster gli parla dell’ex Berlino est subito dopo la caduta del Muro, piena di spazi autogestiti in cui la club culture si nutriva di libertà e in cui ciò che contava era far parte dello “spirito della festa”.
In questo contesto Frank Künster, che non era interessato all’alcol o alla musica, si era ritrovato a fare il buttafuori e a diventare una sorta di testimone, e negli anni un simbolo, di quel clubbing che ha fatto la storia della capitale tedesca.
Con Gabriele il leggendario bouncer parla di “democrazia” del clubbing della capitale tedesca, ricollegandosi a una sorta di “eredità socialista” applicata ai party, fatta di regole dal basso a cui tutti aderivano e aderiscono ancora spontaneamente.
In virtù di questa mentalità i soldi come ostentazione di status, o peggio, come strumento per comprare un ingresso negato, non solo non funzionano, ma vengono profondamente disprezzati. A questo proposito, Künster dichiara che diverse persone hanno cercato di “corromperlo” alla porta offrendogli soldi e di averli sempre respinti, rifiutando sia il denaro che la mentalità.
Adesso non ci resta che aspettare una settimana, per vedere dove si sarà spinto Gabriele nella sua esplorazione instancabile della città che tanto amiamo. Siamo solo all’inizio, ma siccome sappiamo cosa c’è in ballo successivamente, vi consigliamo di non perderci di vista. Perché non sempre “What happens in Berlin stays in Berlin”!