Blautopf: la sorgente blu e la sirena triste
L’antica leggenda narra di una bellissima sirena che dimora nelle profondità del Blautopf, una delle sorgenti carsiche più grandi e affascinanti della Germania. Situata nel comune di Blaubeuren, nel Baden-Württemberg, questa è, in effetti, la seconda sorgente carsica più ricca della Germania dopo l’Aachtopf. Da qui ha origine il fiume Blau, che sfocia poi nel Danubio. E c’è da chiedersi se il famoso “blu” che si attribuisce al fiume e che ha dato il nome alla celebre composizione di Strauss non venga proprio da qui, dal colore intenso di questa sorgente, che, a seconda della luce, può apparire di un blu intenso o di un turchese quasi abbagliante.
La leggenda della “Schöne Lau”
Non stupisce che, nel folklore locale, il Blautopf sia stato spesso associato al soprannaturale e al regno degli spiriti. Secondo le leggende della zona, le sue acque sarebbero senza fondo e custodite da una misteriosa creatura, la “Schöne Lau” (la “Bella Lau”), che rubava i pesi che gli uomini lanciavano nel lago per scandagliarne la profondità. Si dice che la sirena fosse figlia di una donna umana e di un tritone del Mar Nero, esiliata nel Blautopf dal marito Donaunix, perché non sapeva ridere e perché tutti i figli che aveva partorito erano nati morti. Non avrebbe potuto lasciare la sorgente né partorire figli vivi fino a quando non avesse riso di cuore cinque volte. La direttrice di un vicino convento, secondo la leggenda, in una serie di rocambolesche avventure, la aiutò a scoprire il potere della risata e a spezzare la maledizione.
Il Blautopf: una sorgente carsica e un labirinto di grotte
Oggi sappiamo che il Blautopf è una sorgente carsica profonda 22 metri, alimentata dalle precipitazioni del Giura Svevo. L’acqua penetra nella roccia carsica permeabile su una superficie di circa 160 chilometri quadrati e si raccoglie in un sistema di fiumi e grotte sotterranee, per poi riemergere, dopo pochi giorni, proprio nel Blautopf. A seconda delle condizioni meteorologiche, la sorgente può emettere in media circa 2.300 litri al secondo, ma, dopo una forte pioggia, il flusso può aumentare fino a oltre 30.000 litri al secondo. La temperatura dell’acqua è di circa 9 gradi tutto l’anno.
La caratteristica colorazione turchese è dovuta all’assorbimento di tutte le lunghezze d’onda eccetto quella del colore blu, quando la luce del sole penetra per diversi metri nell’acqua limpida. La tonalità bluastra viene quindi riflessa e diffusa, dando origine a questa suggestiva sfumatura cangiante che affascina i visitatori e contribuisce alla reputazione mitica e “mistica” di questo specchio d’acqua.
Nel 1957, grazie all’impresa dell’esploratore subacqueo Jochen Hasenmayer, è stato raggiunto per la prima volta il fondo della cavità carsica del Blautopf, così da comprendere meglio la dinamica della sorgente e la complessa rete di grotte e cunicoli che la alimenta.
Da allora le immersioni nel Blautopf sono state appannaggio principalmente di pochi speleologi esperti, dati i rischi e le difficoltà di una simile impresa. Negli anni ‘80 il Comune ha addirittura proibito l’accesso agli appassionati di immersioni dopo una serie di tragici incidenti. Immergersi in questa struttura, infatti, presenta enormi difficoltà ed è potenzialmente pericoloso.
Attraverso un breve cunicolo sul fondo, gli speleologi possono accedere all’ingresso di un vasto sistema di grotte sommerse e gallerie che si estende per oltre 1200 metri lineari. Una piccola parte di questo reticolo carsico è stato mappato, mentre ampie zone rimangono ancora da esplorare.
Dal 2019 il Blautopf è riconosciuto come geosito di rilievo del Geoparco del Giura Svevo dell’UNESCO.