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Baerbock ha remato contro Julian Assange? Spuntano documenti esclusivi

Il quotidiano Berliner Zeitung dichiara di essere in possesso di documenti che mostrerebbero un modo non limpido di trattare il caso di Julian Assange da parte della ministra della difesa Annalena Baerbock (Verdi).

Tra accuse di ambivalenza e soggezione nei confronti degli Stati Uniti, si è innescata una polemica che vede soffiare sul fuoco soprattutto l’eurodeputato Fabio De Masi, ex Linke e attualmente tra le file dell’Alleanza Sahra Wagenknecht.

“Caso Assange”, come si è comportato il ministero di Annalena Baerbock?

Com’è noto, il fondatore di Wikileaks è stato rilasciato a giugno dopo 14 anni di detenzione, guerre legali e trattative politiche, avendo sulla la spada di Damocle della possibile estradizione negli Stati Uniti, dove avrebbe rischiato il carcere a vita.

Come candidata alla carica di cancelliera, Baerbock aveva chiesto il “rilascio immediato” di Assange. Una volte diventata ministra degli esteri nel governo Scholz, tuttavia, aveva mostrato un atteggiamento più reticente, limitandosi a dichiarazioni come “non c’è dubbio che la magistratura britannica applichi i principi dello Stato di diritto e rispetti i diritti umani”, frase ripetuta in più di un’occasione.

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La ministra tedesca degli esteri Annalena Baerbock. Photo credits: EPA-EFE/Sean Gallup/POOL

I documenti esclusivi in possesso della Berliner Zeitung

Nell’agosto del 2023, l’eurodeputato Fabio De Masi (BSW) aveva presentato una richiesta ai sensi della legge sulla libertà di informazione (IFG) per ottenere “qualsiasi comunicazione interna al ministero federale degli esteri” e relativa all’estradizione di Julian Assange e alla relativa posizione del ministero di Annalena Baerbock. 

Solo dopo diversi mesi e un ricorso per carenza, sono stati inviati i documenti attualmente a disposizione della Berliner Zeitung e che constano di diverse centinaia di pagine. A quanto pare, il punto più rilevante è la valutazione legale effettuata dal ministero degli esteri in merito al rilascio di Assange. Più importante ancora è la questione del riconoscimento all’attivista dello status di giornalista, in grado di garantirgli una maggiore tutela.

Tutte la associazioni di stampa hanno infatti riconosciuto Julian Assange come giornalista, difendendo la sua causa e ritenendola anche una “causa di categoria”. Gli Stati Uniti, invece, hanno sempre classificato l’australiano come un criminale. Condannare un giornalista ai sensi della legge americana sullo spionaggio, infatti, non sarebbe stato così semplice.

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Da sinistra: Annalena Baerbock (Verdi), Olaf Scholz (SPD), Christian Lindner (FDP). Foto © CLEMENS BILAN (epa)

Giornalista sì o giornalista no? La presunta ambivalenza del ministero

In un’e-mail interna tra dipendenti del ministero degli esteri tedesco, datata al 28 giugno 2022, si affermerebbe espressamente che un riconoscimento come giornalista avrebbe garantito ad Assange maggiori tutele, in caso di processo davanti a un tribunale americano.

Tuttavia, in un’altra email datata 3 maggio 2023, il ministero di Baerbock avrebbe invertito la rotta, nello specifico esortando la Commissaria per i diritti umani del governo, Luise Amtsberg, a non fare dichiarazioni di questo tipo nel commento alla Giornata della libertà di stampa. Nell’email in questione si parlerebbe infatti di uno “scambio costruttivo” che avrebbe portato a una “formulazione” che “evita di definire Assange come giornalista“.

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Fabio de Masi. Karin Desmarowitz, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

De Masi attacca la ministra e dei Verdi dice: “Sono campioni mondiali di doppi standard!”

Per Fabio De Masi, tutto questo dimostrerebbe “che la presunta politica estera ‘etica’ della signora Baerbock è solo una finzione” e che a ben vedere “è tutta una questione di interessi e di arrendevolezza nei confronti degli Stati Uniti”.

Per l’eurodeputato, inoltre, Baerbock avrebbe chiesto il rilascio di Assange prima delle elezioni, ma una volta divenuta ministra, dietro le quinte, avrebbe tentato di “indebolire la sua posizione legale o almeno di non migliorarla”. Atteggiamento pienamente coerente, secondo De Masi, con il modus operandi del partito della ministra. “I Verdi sono campioni mondiali di doppi standard!” ha infatti commentato il politico del BSW.

Il Ministero degli Esteri federale non ha ancora commentato direttamente queste accuse e una portavoce si è limitata a precisare che la posizione del governo tedesco sul caso di Julian Assange è sempre stata univoca. Ha inoltre aggiunto che il ministero ha chiarito più volte che il caso sollevava questioni fondamentali “sulla libertà di espressione e di stampa”, sottolineando l’esistenza di discrepanze “tra la nostra comprensione della legge e quella degli Stati Uniti”. Ha infine ribadito che il governo tedesco ha accolto con aperto favore la liberazione di Assange.

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