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Test Covid in Germania: inchiesta sulle truffe milionarie

La pandemia di Covid-19 è ormai un capitolo – si spera – definitivamente chiuso della nostra storia, ma, in Germania, si continuano a scoprire irregolarità e frodi che potrebbero avere strascichi anche nei prossimi anni. Il caos e l’incapacità delle istituzioni di fra fronte ai diversi aspetti dell’emergenza, infatti, sembra aver lasciato ampio margine di manovra per chi ha pensato di appropriarsi indebitamente di una parte delle risorse che lo Stato ha stanziato in fretta e furia per gestire la crisi. Una recente inchiesta del quotidiano Berliner Zeitung, per esempio, esplora quella che potrebbe essere una colossale frode sui test Covid, che avrebbe visto gli operatori incassare centinaia di milioni di Euro per tamponi mai effettuati e, addirittura, per centri di test inesistenti.

Indagine sui test Covid gratuiti pagati con fondi pubblici

Il periodo preso in esame è quello che va dall’estate del 2021 al febbraio 2023. In questo periodo, i centri che gestivano i “Bürgergest”, ovvero i test offerti gratuitamente alla cittadinanza e necessari per accedere a diversi eventi e luoghi pubblici, hanno fatturato allo Stato prestazioni per circa 750 milioni di tamponi. Già durante la pandemia, erano emersi i primi scandali, relativi al fatto che alcuni centri fatturassero un numero di test molto più alto di quello reale. Diversi privati cittadini, per esempio, hanno notificato alle autorità di aver ricevuto, via email, risultati di “negatività” per tamponi ai quali non si erano mai sottoposti. Secondo il quotidiano berlinese, alcuni operatori hanno anche fatturato il presunto operato di centri per i test che non esistevano affatto.

La Berliner Zeitung riporta i risultati di uno studio del Robert Koch Institut, che ha preso in esame il presunto fatturato di oltre 900 centri per i test Covid, in un unico territorio cittadino, applicando diversi metodi di analisi per individuare anomalie. Per anomalie, in questo caso, si intendono concentrazioni di test o di risultati negativi che risultino considerevolmente più alte della media locale e nazionale in un dato momento. L’autore principale dello studio è Michael Bosnjak, professore di psicologia all’Università di Treviri e responsabile del monitoraggio della salute presso l’RKI fino al 2021. Bosnjak ha elaborato i modelli di indagine con i dati dell’Associazione nazionale dei medici dell’assicurazione sanitaria obbligatoria.

In Germania investiti 8.5 miliardi di Euro in test gratuiti. Ma la macchina organizzativa non ha funzionato

A livello nazionale, sono stati fatturati circa 8,5 miliardi di euro per più di 740 milioni di test Covid condotti sui cittadini. La copertura per questa estesa attività di monitoraggio della diffusione del virus è stata coperta interamente con fondi pubblici. Tuttavia, lo studio del RKI evidenzierebbe come circa il 10% degli operatori dei centri di analisi abbia mostrato irregolarità nelle pratiche di fatturazione. Questi operatori erano responsabili della fatturazione del 20% del totale dei test, per un ammontare di ben 1,7 miliardi di euro. Si ritiene che il volume stimato delle frodi sia dell’ordine di diverse centinaia di milioni di euro.

Le attività fraudolente sono state agevolate dalla mancanza di un efficace coordinamento tra le varie autorità responsabili della supervisione dei centri di test. Nonostante i continui sforzi della RKI per segnalare gli ID dei test forniti dai centri che risultavano, già all’epoca, sospetti, le autorità competenti non hanno preso provvedimenti adeguati. Per meglio dire, la difficoltà nell’individuare quali fossero le autorità competenti, in assenza di protocolli prestabiliti, ha reso impossibile intervenire tempestivamente. Questa inerzia ha permesso ai truffatori di continuare indisturbati le loro operazioni illecite. Ad oggi, solo 15 operatori sono stati incriminati e 5 condannati a Berlino, con profitti confiscati che ammontano a soli 733.654 euro, una somma irrisoria se paragonata alla portata complessiva della frode. I casi registrati presso la Procura di Berlino sono stati 277, di cui 101 ancora aperti.

Qui l’inchiesta della Berliner Zeitung.

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