Perché l’inno tedesco ha una sola strofa?
Lo si ascolta all’inizio delle partite di calcio della nazionale e nelle occasioni ufficiali e, spesso, gli stranieri ne confondono l’inizio: l’inno tedesco ha una storia particolarmente complessa e sofferta e, soprattutto, ha solo una strofa. Perché è così breve? E che fine hanno fatto le altre strofe che componevano il poema originale da cui è tratto?
Ancora oggi, probabilmente, se chiedessimo a un italiano di dirci cosa sa dell’inno nazionale tedesco, senza cercarlo su internet, avremmo buone probabilità di sentirci rispondere con il verso che, in tedesco, recita “La Germania prima di tutto”. La risposta è sbagliata: quello era l’inno nazionale sotto il regime nazista e oggi è proibito utilizzare quella formulazione. Lo ha scoperto, a sue spese, il cantante britannico Robbie Williams, che, durante un concerto a Norimberga, intonò proprio quel verso, pensando di omaggiare il pubblico e attirandosi invece una salva di fischi.
Il testo attuale dell’inno tedesco recita così:
Einigkeit und Recht und Freiheit
für das deutsche Vaterland!
Danach lasst uns alle streben
brüderlich mit Herz und Hand!
Einigkeit und Recht und Freiheit
sind des Glückes Unterpfand;
Blüh’ im Glanze dieses Glückes,
blühe, deutsches Vaterland!
Unità, giustizia e libertà
per la patria tedesca!
Lottiamo tutti per questo
fraternamente con il cuore e con la mano!
Unità, giustizia e libertà
sono il pegno della felicità;
Sboccia nello splendore di questa felicità,
fiorisci, patria tedesca!
La “Canzone dei tedeschi”
Questa è la terza strofa della cosiddetta “Canzone dei Tedeschi” (“Das Lied der Deutschen”), che fu composta nel 1841 da August Heinrich Hoffmann von Fallersleben, durante un sull’isola di Helgoland, che, all’epoca, era ancora territorio inglese. Il contesto storico era particolarmente teso, con le rivendicazioni territoriali della Francia sulla Renania che alimentavano un clima di forte tensione politica e, conseguentemente, la presenza di sentimenti nazionalisti nella popolazione tedesca. Hoffmann von Fallersleben, animato da un forte sentimento di unità nazionale, scrisse le parole che avrebbero poi accompagnato la melodia già nota, tratta dalla poesia “Gott erhalte Franz den Kaiser” musicata da Joseph Haydn, in omaggio al sovrano Francesco II.
La prima esecuzione pubblica di questa composizione avvenne il 5 ottobre 1841, e da quel momento in poi, la “Canzone dei Tedeschi” conobbe numerosi alti e bassi, fino a diventare un simbolo dell’identità nazionale tedesca.. La melodia di Haydn, originariamente scritta nel 1797, aveva già una forte connotazione patriottica, essendo stata composta per celebrare l’imperatore. Tuttavia, con il passare del tempo e l’aggiunta del testo di Hoffmann von Fallersleben, la canzone iniziò a essere associata sempre più all’idea di un’identità tedesca unificata e indipendente – che all’epoca era molto meno scontata di adesso. Questo legame si rafforzò ulteriormente durante gli eventi tumultuosi della Prima Guerra Mondiale.
Durante il conflitto, la “Canzone dei Tedeschi” divenne un simbolo di coesione e di forza morale per i soldati tedeschi. L’Oberste Heeresleitung (OHL), il Comando Supremo dell’Esercito tedesco, riferì che i soldati cantavano spontaneamente la canzone sul campo di battaglia, un gesto che ne rafforzava il valore emotivo e patriottico, che aiutava a mantenere alto il morale delle truppe e a rafforzare il senso di appartenenza alla patria tedesca.
La storia sofferta dell’inno tedesco
Dopo la guerra, la Repubblica di Weimar cercò di costruire una nuova identità nazionale, e nel 1922, il Presidente Friedrich Ebert designò la “Canzone dei Tedeschi” come inno nazionale ufficiale, nel tentativo di consolidare ulteriormente il suo status di inno nazionale e di promuovere un senso di unità e di continuità storica in un periodo di profondi cambiamenti politici e sociali.
Il motivo per cui molti, oggi, ne sbagliano il testo, tuttavia, è legato all’uso che ne fece il regime nazista. In quegli anni, veniva infatti cantata solo la prima strofa della canzone, con il suo riferimento alla “Germania sopra tutto”, per promuovere le politiche di espansione territoriale e nazionalismo estremo volute dal partito nazionalsocialista di Hitler. Il tanto citato incipit “La Germania, la Germania al di sopra di tutto” invita a valorizzare l’unità della Germania più dei principi dei numerosi singoli Stati della Confederazione tedesca. Poiché questi ultimi sarebbero emarginati se la Germania fosse effettivamente unita, la frase è una prova del liberalismo dell’autore, che scriveva in un momento in cui le rivendicazioni territoriali sulla Germania erano ancora molto forti. Per i nazisti, tuttavia, questa formulazione è stata considerata un simbolo della mania della grande potenza tedesca. La prima strofa del poema originale era seguita dalla canzone di Horst Wessel, anche nota come “Die Fahne hoch” (In alto la bandiera), scritta appositamente e che costituiva il vero inno di quegli anni. Questo uso improprio snaturò il significato originario del canto, “avvelenandolo”, in un certo senso, per le generazioni a venire.
Dopo la sconfitta della Germania nella Seconda Guerra Mondiale e la divisione del paese, la “Canzone dei Tedeschi” continuò a essere oggetto di dibattito. Nel 1952, il Presidente Theodor Heuss e il Cancelliere Konrad Adenauer presero la decisione storica di adottare solo la terza strofa dell’inno come inno nazionale della Germania Ovest. Questa strofa, che parla di “unità e diritto e libertà”, fu ritenuta più adatta a rappresentare i valori della nuova democrazia tedesca e a ripristinare il valore originario della canzone, allontanandosi dalle connotazioni nazionalistiche del passato.
Nel 1991, in seguito alla caduta del muro di Berlino e alla riunificazione della Germania, il Presidente Richvon Weizsäcker e il Cancelliere Helmut Kohl dichiararono ufficialmente la terza strofa dell’inno nazionale della Germania unificata.