La destra più a destra: nel Brandeburgo AfD si allea con Die Heimat
La questione delle alleanze, in Germania, è sempre spinosa. Per nessuno più che per AfD, dal momento che tutti i partiti dell’arco costituzionale hanno da sempre una politica di veto assoluto sulle collaborazioni con il partito di ultradestra di Weidel e Chrupalla. Il partito considerato più “a rischio” in tal senso, perché più a destra di tutto il centro-destra, ovvero la CDU, ha metaforicamente eretto, per volontà del leader Friedrich Merz, un “muro”, più o meno solido, per tenere gli estremisti fuori dai posti di governo. Il dilemma, per AfD, è cosa fare con la gran quantità di voti raccolti nell’est della Germania, se però tali voti non bastano per acquisire un peso politico reale. La risposta, a quanto pare, è semplice: allearsi con forse politiche molto più piccole ma molto più a destra, come Die Heimat (ex NPD).
I media tedeschi, che di certe parole sono estremamente parchi anche per motivi legali, non esitano a riferirsi a Die Heimat solo ed esclusivamente con la definizione di “partito neonazista”.
Le prime alleanze nel Brandeburgo. I rapporti fra AfD e Die Heimat
Le prime alleanze di questo genere, a livello locale, si sono formate nel Brandeburgo, dove AfD ha creato gruppi parlamentari congiunti con Die Heimat. Nello specifico, nella città di Lauchhammer è stato fondato il gruppo parlamentare “AfDplus“, che vede la collaborazione tra i membri eletti dell’AfD e la sezione locale di Die Heimat. Analogamente, nel distretto di Oberspreewald-Lausitz è stato costituito il gruppo “Heimat & Zukunft“, guidato da Thomas Gürtler di Die Heimat insieme ai 16 deputati di AfD eletti in quella circoscrizione. Il nome scelto per questo gruppo parlamentare – “Heimat & Zukunft” – sembra richiamare l’organizzazione di estrema destra “Zukunft Heimat”, fondata dal capogruppo AfD del Brandeburgo, Hans-Christoph Berndt, noto per le sue posizioni fortemente nazionaliste e anti-immigrazione.
Questa alleanza nel Brandeburgo è stata in qualche modo resa possibile, dichiarano i vertici di Die Heimat sui loro canali online, dalla disponibilità del leader nazionale di AfD, Tino Chrupalla.
Va detto che questa è, in qualche modo, una deviazione rispetto al passato: Heimat è infatti nella lista di incompatibilità di AfD, che elenca una serie di organizzazioni i cui membri hanno il divieto di iscriversi al partito. Tuttavia, qualche legame personale fra i membri dei due partiti c’è sempre stato, al punto che, nel 2016, l’NPD ha chiesto ai suoi elettori di dare il primo voto ad AfD.
Dubbi di costituzionalità
D’altronde, in termini di dubbia costituzionalità, i due partiti si fanno buona compagnia: l’Ufficio per la protezione della Costituzione del Brandeburgo aveva già classificato l’AfD locale come un caso da tenere sotto stretta osservazione nel 2020. Nello specifico, sei deputati AfD, tra cui il capogruppo, sono considerati esponenti di spicco dell’ala più radicale del movimento, un’ala che non nasconde le sue simpatie per ideologie xenofobe e ultranazionaliste.
Alla fine di aprile è stata resa pubblica la decisione dell’Ufficio per la protezione della Costituzione di classificare come estremisti di destra anche altri due deputati di AfD. Ciò significa che non solo il capogruppo Hans-Christoph Berndt, l’ex capogruppo Andreas Kalbitz e i deputati Lars Günther e Daniel Freiherr von Lützow sono ora considerati estremisti di destra, ma anche il direttore del gruppo parlamentare Dennis Hohloch e il deputato Lars Schieske.
Il partito “Die Heimat”, invece, ha rischiato due volte la messa al bando. Esiste dal 1964 (originariamente si chiamava NPD) ed è stato più volte accusato di rifarsi a ideologie di stampo nazional-socialista. Nel 2023, è stato escluso dai finanziamenti statali per un periodo di sei anni. Secondo la Corte costituzionale federale, il partito è “chiaramente anticostituzionale” e vuole “sostituire l’ordine costituzionale esistente con uno Stato nazionale autoritario incentrato sulla ‘comunità nazionale’ etnicamente definita”.