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Ha 46 anni la prima donna a unirsi allo sciopero della fame per il clima, a Berlino

Si è unita la prima donna allo sciopero della fame che sta andando avanti ormai da tre mesi a Berlino, sotto il motto “Digiuniamo fino a quando non sarete onesti“. Lo hanno confermato gli altri attivisti nella giornata di martedì.

La donna risponde al nome di Sona, ha 46 anni e spera, come gli altri scioperanti, che il cancelliere Olaf Scholz si pronunci con sincerità sulla catastrofe climatica in atto e si impegni a garantire un intervento concreto.

Si chiama Sona, la prima donna a digiunare per il clima, a Berlino

“Sono mamma e mi aspetto che il Cancelliere federale Olaf Scholz dica la verità, affinché i miei figli e quelli degli altri abbiano la possibilità di un buon futuro” ha dichiarato la 46enne, che è originaria della Slovacchia, ma risiede in Austria.

Intanto, l’attivista Richard Cluse ha deciso di interrompere il digiuno dopo 77 giorni e sottolinea di ritenere questa forma di protesta molto più efficace di iniziative come “l’ennesimo blocco di Ultima Generazione”.

Metzeler-Kick
Foto: RobbieIanMorrison, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

La scorsa settimana, invece, gli altri attivisti hanno annunciato un allentamento momentaneo dello sciopero della fame, con l’obiettivo di fare un passo verso Olaf Scholz e di rispondere agli attacchi di chi li accusa di mettere in atto una forma di ricatto. Riprenderà temporaneamente ad alimentarsi anche Wolfgang Metzeler-Kick, in sciopero dal 7 marzo e che due settimane fa aveva subito un grave collasso cardiocircolatorio ed era stato ricoverato, per poi riprendere lo sciopero della fame e della sete non appena dimesso.

L’attivista entrerà quindi in una cosiddetta fase di “re-alimentazione”, sperando che questa pausa possa contribuire a creare un dialogo costruttivo con il governo e a trovare una soluzione condivisa per affrontare la crisi climatica. “Non vogliamo continuare a far salire la tensione”, ha dichiarato il gruppo.

Nonostante le difficoltà e le critiche, gli attivisti per il clima rimangono determinati a continuare la loro battaglia, convinti che solo attraverso azioni coraggiose e persistenti si possa ottenere un vero cambiamento. Senza scoraggiarsi di fronte all’indifferenza, e spesso all’ostilità, di gran parte dell’opinione pubblica e al muro eretto, talvolta, dalle istituzioni, questi uomini e donne continuano quindi a puntare l’attenzione sul pericolo che incombe sul pianeta.

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