Gassi brutalista: la chiesa sconsacrata che diventa galleria d’arte
di Elena e Paolo Brasioli. Disegni di Paolo Brasioli
Oggi, Gassi verso una interessante massa squadrata di cemento grigio. Potrebbe non essere facile capire cosa sia: a cosa serve, come funziona? Infatti, questo insieme di volumi è nato come Sant’Agnese (in tedesco St. Agnes) ed è stata una chiesa cattolica per quasi quarant’anni, nel quartiere di Kreuzberg. Di fatto, venne costruita dal 1964 al 1966, in puro stile brutalista, su progetto dell’architetto Werner Düttmann, (1921-1983) per servire le necessità spirituali del nuovo quartiere Spring, che stava sorgendo tutt’attorno. Ma poi, agli inizi del terzo millennio, intorno al 2004, a seguito anche della crescente secolarizzazione della società e del conseguente calo dei fedeli, la chiesa, sottoutilizzata da tempo, venne sconsacrata e affittata inizialmente alla libera chiesa evangelica, e poi nel 2011 venduta ad un gallerista d’arte.
Da chiesa a galleria d’arte
Questo edificio, protetto e tutelato come monumento di interesse culturale, è posto sul lato ovest della Alexandrinenstraße, leggermente arretrato rispetto al filo stradale e in mezzo agli edifici residenziali. Ad esso sono affiancati anche gli edifici complementari più bassi, disposti a formare una sorta di corte. L’affaccio lungo la strada è segnalato ed evidenziato dal campanile, alto circa 16 metri, in cemento a vista di colore grigio scuro dalla tonalità calda, sormontato da un cubo di colore più chiaro, quasi bianco, che è l’evidente elemento di richiamo e attrazione nello scenario urbano intorno. Insieme con la sobria e monolitica facciata, va a definire nel complesso una massa dal valore espressivo molto scultoreo. Le fronde degli alberi che lo incorniciano quasi lo preservano e custodiscono, enfatizzano lo spirito simbolico della composizione e si può immaginare, così, di trovarsi di fronte ad una pieve o un castello medievale, nelle campagne e nei boschi.
L’interno, anch’esso in cemento a vista, è illuminato con effetto radente da delle feritoie vetrate poste sotto il tetto e presso il presbiterio. Si può affermare che, tipologicamente, si tratta di una rivisitazione in chiave moderna di una classica basilica a tre navate, con la navata centrale molto più alta delle due laterali. Il carattere complessivo dello spazio, nelle preziose e dotte intenzioni del progettista, doveva simboleggiare la presenza del sacro.
Personalità architettonica brutalista
Con il cambio di destinazione d’uso, da chiesa a galleria d’arte, avvenuto mediante un’attenta e sensibile ristrutturazione, meritatamente premiata più volte anche con il “Berlin Architecture Prize 2016” ad opera degli architetti Arno Brandlhuber (1964) e Riegler Riewe (1954), l’ex chiesa ospita ora una prestigiosa galleria d’arte. Basti pensare che gli artisti rappresentati qui sono stati oggetto di mostre personali in istituzioni di tutto il mondo, e sono regolarmente inclusi in prestigiose mostre di gruppo, come le biennali a Venezia, Berlino, New York e molte altre, e hanno anche ricevuto molti premi significativi, commissioni e progetti pubblici.
L’idea della ristrutturazione si concretizza con una grande lastra di cemento che divide lo spazio principale della chiesa in due piani, sviluppando 350 metri quadrati di spazio espositivo. Questa piastra è sostenuta da 20 pilastri di cemento e mantiene una certa distanza dal muro circonferenziale della costruzione originale, permettendo alla luce incidente di penetrare ancora di più. In fondo, questa architettura e questa ristrutturazione, nel concetto proprio del nuovo interior design realizzato, si inserisce nella preesistenza originale, esaltandone ogni suggestione, soprattutto in tema di illuminazione naturale scenografico-simbolica, che essa creava nell’idea iniziale.
E così abbiamo visitato questo bell’elemento urbano, minimalista ed evocativo, che arricchisce una zona di Berlino che, se nel suo complesso non ha una identità coerente e nemmeno troppo piacevole, comprende invece degli elementi occasionali ed episodici, forti e decisi… vere architetture che si fanno sculture! Fantastisch!
L’autore: Architetto Paolo Brasioli – Quattro | architectura
Provenendo da una famiglia di artisti veneti, Paolo Brasioli è stato influenzato presto dal ricco patrimonio culturale e artistico italiano. Fondamentale è stata l’influenza di suo padre, Alfredo Brasioli, rinomato fumettista, illustratore e grafico italiano.
Il suo lavoro fino ad oggi si è concentrato sulla costruzione di hotel di alta qualità e sull’interior design per abitazioni, hotel e strutture di gastronomia e benessere, così come sulla creazione di mobili, lampade, accessori e arte.
Ha lavorato con rinomate compagnie e gruppi alberghieri come Best Western, Crowne Plaza, Falkensteiner, Hilton, Hyatt, Le Meridien, Leonardo Hotels, Marriott, NH Hotels, Rocco Forte Hotels e Sheraton. Molte delle sue creazioni sono state esposte in rinomate fiere d’arte e di design.
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