Emoji naziste: così l’estrema destra tedesca comunica sui social
L’estrema destra sta “scalando” i social di tutto il mondo, contenuti che prima erano di nicchia, ora diventano mainstream, si insinuano nelle piattaforme e si traducono in messaggi di odio e di esclusione. A volte lo fanno in maniera smaccata, come nel caso del video di Sylt, nel quale alcuni giovani tedeschi non si sono fatti problemi a lasciarsi riprendere nell’atto di mimare omaggi a Hitler a fare saluti nazisti. Più spesso, però, chi vuole veicolare contenuti talmente estremi da rischiare di essere censurati, penalizzati dagli algoritmi o addirittura risultare nella rimozione del contenuto e dell’account, lo fanno in modo più sottile: con le emoji. E d’altra parte, perché dovremmo sorprenderci se esiste un vero e proprio codice di emoji per neonazisti?
Dopo tutto, l’utilizzo di questi piccoli simboli per esprimere concetti che, a parole, rischierebbero di farci bannare dalle piattaforme, non è certo un’esclusiva dell’estrema destra. Il caso più recente, che è ormai noto in tutto il mondo, è quello che vede l’emoji con la fetta d’anguria, utilizzata per riferirsi alla Palestina (perché il simbolo reca i tre colori della bandiera palestinese), poiché molti utenti sostengono di aver notato una minore circolazione dei contenuti che utilizzano l’hashtag con la parola corrispondente.
Poi ci sono i casi in cui un certo simbolo non è inserito fra le emoji e non lo sarà mai, perché è considerato universalmente negativo. È il caso della svastica o della croce celtica, che non fanno parte dei simboli disponibili nell’alfabeto delle emoji, perché inserirli equivarrebbe a legittimarne l’uso e anche perché i produttori scelgono di inserire simboli religiosi, ma non simboli politici. In quel caso, chi vuole riferirsi a quei simboli ne usa altri simili graficamente. Infine, ci sono i casi di dogwhistling, ovvero l’intento di utilizzare determinati segni o simboli per far capire ai membri di un gruppo che si solidarizza con loro. In questo caso, simboli apparentemente innocui, usati in certi contesti, assumono significati ben precisi. È uno slang comunicativo che permette di riconoscersi, in teoria passando inosservati a chi è “fuori” dal circuito di riferimento. In teoria, perché questi simboli sono ormai piuttosto riconoscibili anche ai non “adepti”.
Ma quali sono le emoji che hanno assunto significati vicini all’estremismo di destra in Germania? Ecco un elenco che si può dire completo nel momento in cui viene scritto, ma che, probabilmente, si arricchirà di nuovi simboli nei mesi e negli anni a venire.
Nota: queste emoji sono presenti in tutte le tastiere di tutti gli smartphone e il solo fatto di utilizzarle non fa di una persona un estremista di destra. È perfettamente possibile utilizzare questi simboli in contesti normali e ignorare il loro “doppio significato”. È importante giudicare sulla base del contesto e del contenuto della comunicazione.
Le emoji che piacciono all’estrema destra tedesca
Saluti romani
🙋 ✋ Questi sono forse i più semplici da individuare. Nelle intenzioni dei disegnatori, le persone che alzano il braccio stanno salutando o, forse, alzano la mano per fare una domanda o per inserirsi in un gruppo (come avviene nel caso di uno status che chieda “Chi ha voglia di andare al cinema stasera?” Al quale qualcuno potrebbe rispondere “io!” Usando questa emoji). Se si considera che i personaggi nelle emoji alzano il braccio destro, però, è facile capire come questa emoji, in tutte le sue variazioni – o almeno in quelle che appaiono caucasiche – sia utilizzata da chi vuole simbolicamente fare il saluto nazista. La versione con la mano aperta è un po’ più discreta, ma lascia intendere che dietro ci sia un braccio teso.
Simboli nazisti
❌ Come dicevamo, è difficile immaginare che i creatori ufficiali delle emoji inseriranno mai una svastica fra le loro icone. Per questo, i neonazisti, specialmente in Germania, utilizzano la “X” rossa come alternativa, alla quale basterebbero quattro “gambette” per diventare un simbolo nazista a tutti gli effetti.
⚡️⚡️ Lo stesso può dirsi del simbolo del fulmine, che, ripetuto due volte, ricorda in modo quasi perfetto il simbolo delle SS, che era costituito da due rune la cui forma ricordava quella di una saetta. Se non è detto che chi usa una X rossa stia pensando alla svastica, è quantomeno difficile immaginare una situazione in cui si possano utilizzare questi due fulmini vicini possa essere altro che un riferimento alle SS.
Colori controversi
⚫️ ⚪️ 🔴 Questi tre colori in questo ordine, ovvero nero, bianco e rosso, sotto forma di pallini, cuori, quadrati o qualsiasi altro simbolo, sono utilizzati, in Germania, per riferirsi alla bandiera del Reich tedesco. Questa bandiera è popolare sia fra i simpatizzanti del movimento dei Reichsbürger che fra gli estremisti di destra in generale.
💙 Questo è un caso abbastanza evidente di appropriazione. Il blu, infatti, è il colore di AfD e il caso ha voluto che quello delle emoji fosse quasi esattamente lo stesso punto di blu utilizzato dal partito di ultradestra. Utilizzare un cuore blu nel mezzo di altri simboli non è necessariamente un’indicazione di appartenenza, ma utilizzarlo da solo oppure utilizzarne tanti di fila è un modo abbastanza chiaro di esprimere le proprie simpatie. Se scorrete sul nostro profilo TikTok, troverete questi cuori fra i commenti a diversi video relativi ad AfD, soprattutto quelli nei quali si parla delle reazioni del resto della popolazione e della politica tedesca alle esternazioni più colorite dei membri del partito.
Simboli di odio
🥝 Siamo pronti a scommettere che, fino a questo momento, avete indovinato senza leggere perché certe emoji potessero essere associate all’estrema destra, ma scommettiamo che il kiwi vi lascia di stucco. Che cosa c’entra il kiwi con l’estrema destra? Non c’entra, in realtà, però è facile trovarlo, in Germania, nelle bio, nei profili e nei post dal contenuto transfobico e terf (ovvero legato alla scena del femminismo radicale trans-escludente). Che cosa c’entra questo povero frutto innocente con la discriminazione delle persone trans? La “colpa” è di una dottoranda in biologia dell’università Humboldt di Berlino che, nel 2022, volle usarlo come esempio per negare l’esistenza delle persone trans a livello biologico, durante una conferenza. Questo perché il kiwi è una delle piante che hanno due sessi distinti, ovvero si presentano in forma di piante maschio e piante femmina. La dottoranda non spiegava perché gli esseri umani dovrebbero essere biologicamente più simili ai kiwi che non, per esempio, ai pomodori, che sono ermafroditi, ma tanto le è bastato per diventare un’icona della transfobia.
🖊️ Anche la penna? Sì, anche la penna e su questa ci sono almeno due interpretazioni. Una è più specificamente tedesca, l’altra internazionale. Quella internazionale, emersa già almeno nel 2023, analizzata dall’accademico americano John Bradley-Lestrange, è da intendersi come minaccia. Lestrange ha notato infatti che alcuni utenti, vicini al nazionalismo cristiano americano, lasciavano questa emoji nei commenti sotto a video non graditi con l’intento di dire “sto prendendo appunti su di te, sto prendendo nota di ciò che dici”. Il tono e l’intenzione erano minacciosi. L’interpretazione tedesca è perfino peggiore: si tratterebbe, secondo alcune interpretazioni, di una forma di dogwhistling per dire che si nega che l’Olocausto sia realmente avvenuto. Che cosa c’entra una penna con l’Olocausto? Il riferimento sarebbe a un’indagine degli anni ’80, che riferisce il ritrovamento di appunti scritti con penna a sfera nei diari di Anna Frank, ovvero in un periodo in cui la penna biro non esisteva. Questa teoria spinge i negazionisti a sostenere che i diari siano dei falsi. In realtà, è stato ampiamente dimostrato che le note trovate sono aggiunte postume.
🧛 Il vampiro è utilizzato per esprimere antisemitismo, poiché rappresenta le caratteristiche che gli antisemiti e i nazisti attribuiscono agli ebrei, ovvero l’essere “parassiti” e “succhiasangue”. Va detto che, quando si tratta di insultare e disumanizzare non solo gli ebrei, ma tutte le minoranze e gli stranieri in generale, i neonazisti non si fanno problemi a utilizzare anche altre emoji di animali, come la scimmia 🐒, il maiale 🐷 o il topo 🐀.
🐑 Leggermente diverso è il caso della pecora, amata soprattutto dai teorici del complotto per riferirsi a chiunque non sia un teorico del complotto come a una “pecora” che segue, sottomessa, il gregge asservito ai “poteri forti”. Laddove, naturalmente, credere ciecamente a chiunque faccia un’affermazione senza prove e senza qualifiche su una piattaforma online è considerato il marchio di fabbrica dei liberi pensatori.
🤡 Questa emoji non è un’esclusiva dell’estrema destra, ma è piuttosto universalmente utilizzata come insulto, specialmente in ambito politico, per dare del “pagliaccio” all’avversario. Viene inserita in molti elenchi di simboli “problematici”, ma il suo uso, a nostro avviso, è talmente diffuso su tutti i fronti e in tutti gli schieramenti che è difficile attribuirla anche solo esclusivamente alle frange estreme di qualsiasi movimento. Tutto sommato, ci sono insulti peggiori.