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Assange libero dopo patteggiamento con USA: PEN Berlin gioisce, ma non per la libertà di stampa

Ottime notizie per Julian Assange, ma un discorso diverso riguarda il destino della libertà di stampa. Questa è l’opinione della libera associazione di scrittori PEN Berlin, di cui il whistleblower australiano è membro onorario e che affronta il tema il giorno dell’annuncio della sua imminente liberazione.

Sul sito ufficiale dell’associazione, infatti, è stato pubblicato un comunicato dal titolo emblematico: “Julian Assange: finalmente, ma“.

PEN Berlin sul “caso Assange”: l’accordo ha permesso agli USA di salvarsi la faccia

Dopo aver espresso “grande sollievo” per la liberazione del fondatore di Wikileaks, detenuto da 15 anni, PEN Berlin sottolinea infatti come la modalità con cui è stata raggiunta questa svolta proietti lunghe ombre sullo stato attuale della libertà di stampa. Assange è infatti in procinto di essere liberato perché ha accettato un accordo che, secondo l’associazione di scrittori berlinese, ha permesso agli Stati Uniti di “salvarsi la faccia”.

Assange è comparso mercoledì davanti a un tribunale federale nelle Marianne Settentrionali, un territorio statunitense nel Pacifico. Dichiarandosi colpevole di “cospirazione per ottenere e divulgare informazioni relative alla difesa degli Stati Uniti”, è stato condannato a 62 mesi di reclusione, che ha già scontato nel Regno Unito. Dopo la sentenza ha abbracciato l’avvocato e lasciato il tribunale senza fare dichiarazioni. Assange è quindi decollato alla volta di Canberra, in Australia.

Il whistleblower 51enne è accusato negli USA di aver pubblicato circa 700.000 documenti riservati sulle attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti, a partire dal 2010. I documenti riguardano operazioni militari condotte in Iraq e Afghanistan e includono anche informazioni relative all’uccisione di civili e al maltrattamento di prigionieri da parte dei militari statunitensi.

La gioia di Stella Assange e le preoccupazioni sulla libertà di stampa

Intanto la moglie del giornalista, Stella Morris Assange, ha affidato ai social il suo entusiasmo con queste parole: “Julian è libero!!! Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a VOI – sì VOI, che vi siete mobilitati per anni per far sì che ciò accadesse. GRAZIE. GRAZIE. GRAZIE”.

Pur dichiarando di “accogliere con favore la buona notizia” e “comprendere la decisione di Assange di negoziare con le autorità statunitensi” dopo “15 anni di ingiustizia”, PEN Berlin sostiene tuttavia che non si debba dimenticare il fatto che “sono stati rubati a un uomo 14 anni della sua vita” e che “i responsabili dei crimini di guerra in Afghanistan e Iraq non sono mai stati neanche accusati“.

L’associazione di scrittori, rappresentata da Eva Menasse e Deniz Yücel, sottolinea infine come la persecuzione del whistleblower, “con il dubbio supporto di Svezia e Regno Unito”, assomigli a una moderna caccia alle streghe, che potrebbe andare avanti, spingendosi in altre direzioni. E questo “non significa nulla di buono per il valore della libertà di stampa, anche nel mondo occidentale”.

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