Università di Berlino: gli insegnanti supportano le proteste degli studenti pro-Palestina
Anche nelle università tedesche, come in quelle di tutto il resto del mondo, si moltiplicano le proteste degli studenti e, non di rado, degli insegnanti, a favore della causa palestinese e in particolare contro lo sterminio della popolazione civile di Gaza. Nei giorni scorsi, in particolare nelle università di berlino, la protesta è stata sostenuta, in una lettera aperta, anche da numerosi insegnanti. Nel dibattito è intervenuta, con toni marcati, la senatrice per la Scienza Ina Czyborra (SPD), che venerdì, in una dichiarazione alla radio RBB, ha criticato apertamente questa presa di posizione, affermando che le manifestazioni non si sono svolte in maniera pacifica.
Proteste degli studenti bloccate dalla polizia, avviate 80 indagini penali
La tensione è salita in particolare quando circa 150 attivisti hanno tentato di occupare un cortile all’interno della Freie Universität. La polizia è intervenuta, sgomberando l’area e procedendo al fermo temporaneo e all’identificazione di 79 persone. Sono state avviate 80 indagini penali e 79 procedimenti per reati minori. A motivare l’intervento delle forze dell’ordine sarebbe stato l’utilizzo di slogan vietati, ma anche aggressioni contro alcuni manifestanti ebrei e diverse istanze di danni alla proprietà.
Gli insegnanti sostengono la protesta, la senatrice li critica
Nonostante questo episodio di tensione, numerosi docenti hanno comunque firmato una dichiarazione a sostegno del diritto degli studenti di manifestare pacificamente le proprie posizioni, sottolineando l’importanza della libertà di espressione all’interno dell’ambiente universitario. “Indipendentemente dal fatto che siamo d’accordo con le richieste specifiche del campo di protesta, siamo al fianco dei nostri studenti e difendiamo il loro diritto alla protesta pacifica, che include anche l’occupazione delle aree universitarie” hanno scritto i firmatari. Aggiungendo poi: “Chiediamo alla direzione dell’università di Berlino di astenersi da operazioni di polizia contro i propri studenti e da ulteriori azioni penali”.
La senatrice Czyborra, nel suo intervento, ha sottolineato come la lettera aperta del corpo docente non tenesse in considerazione la natura “non pacifica” della protesta.