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Strack-Zimmermann: “Scholz ha tratti autistici”. Poi si scusa

I toni della campagna elettorale per le Europee, in Germania, si stanno scaldando. Il fatto di per sé non è strano: questa consultazione arriva in un momento cruciale del confronto fra idee diverse di Europa. Quello che capita meno spesso, in terra tedesca, è che si trascenda, come ha fatto di recente Marie-Agnes Strack-Zimmermann (FDP), la quale, con l’intento di criticare il Cancelliere Olaf Scholz (SPD) gli ha attribuito “tratti autistici”, per poi scusarsi, neanche 24 ore dopo, con l’intera comunità autistica.

Le parole nell’intervista: “tratti autistici” e “incapacità di spiegarsi ai cittadini” – poi le scuse

In un’intervista rilasciata mercoledì alla Neue Osnabrücker Zeitung, Strack-Zimmermann aveva definito Scholz un “palese dogmatico” e aveva dichiarato: “Dopo tre anni, mi rendo conto che ha quasi dei tratti autistici, sia per quanto riguarda i suoi contatti sociali in politica che per la sua incapacità di spiegare le sue azioni ai cittadini”. Giovedì, dopo la prevedibile ondata di sdegno suscitata da questa affermazione, sono arrivate le altrettanto prevedibili scuse, non al Cancelliere, ma alle persone autistiche: “Olaf Scholz mi ha profondamente delusa e frustrata con il suo comportamento e la sua mancanza di comunicazione, perché nessuna delle due cose è positiva per il nostro Paese”, ha dichiarato Strack-Zimmermann, aggiungendo però di essere “molto dispiaciuta di aver ferito le persone autistiche con il mio paragone sconsiderato, e mi scuso con tutte le persone coinvolte” e ha poi aggiunto “Sono già in contatto personale con loro”.

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Olaf Scholz. Ministry of the Presidency. Government of Spain, via Wikimedia Commons

La comunità artistica protesta: inammissibile utilizzo di stereotipi

Prevedibile quanto le scuse è stata la reazione tiepida delle associazioni di persone autistiche in Germania, che nelle giustificazioni usate hanno ravvisato comunque il perpetuarsi di una serie di stereotipi, che vedono tutte le persone rientranti nello spettro autistico come portatrici delle stesse caratteristiche, che si considerano negative, come la scarsa capacità di comunicare, l’inflessibilità e la testardaggine. La realtà dei fatti e delle esperienze quotidiane di milioni di persone in tutto il mondo (e circa 800.000 solo in Germania) dipinge invece un quadro estremamente variegato, con profili che si distaccano in modo marcato da questo stereotipo.

Il vero problema per la comunità autistica, ovviamente, non è quanto accurata sia la percezione che Marie-Agnes Strack-Zimmermann ha di quelli che definisce “tratti autistici”, ma il fatto che abbia inteso utilizzare questa espressione come un termine denigratorio, perpetuando un atteggiamento discriminatorio che ricorre al paragone con le neurodivergenze o con qualsiasi altro tipo di minoranza per sminuire e insultare un avversario.

Rainer Döhle, membro del consiglio di amministrazione di Aspies e.V., che è autistico, ha sottolineato come tali commenti possano essere dannosi e offensivi. Döhle ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che una diagnosi sia letteralmente usata come un insulto, in particolar modo da una persona che si presume abbia una certa preparazione retorica. Non si tratta, insomma, di un bullo adolescente che tiranneggia i compagni nel cortile della scuola, ma di una figura di spicco del panorama politico che si esprime nel contesto di una campagna elettorale: le parole, in questo ambito, hanno un peso diverso.

Döhle ha esortato a un maggiore impegno per avvicinarsi alle persone autistiche, per sfatare falsi luoghi comuni e stereotipi, invece di ripeterli in pubblico. Ha sottolineato come sia fondamentale promuovere una maggiore comprensione e sensibilizzazione sull’autismo, piuttosto che perpetuare pregiudizi e discriminazioni. Ha anche sottolineato l’importanza di educare il pubblico sull’autismo e sulle sfide che le persone autistiche affrontano quotidianamente.

Gli fa eco la presidente dell’organizzazione di assistenza sociale VdK, Verena Bentele, secondo cui quella di Strack-Zimmermann non è una giustificazione. In nessun caso, afferma Bentele, le diagnosi dovrebbero essere utilizzate per descrivere caratteristiche negative presunte o reali di una persona, soprattutto in campagna elettorale.˜

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