Sfide tecnologiche e orgoglio socialista: la storia travagliata della torre della televisione di Berlino
La storia della Torre della Televisione di Berlino si potrebbe leggere quasi come un romanzo. È un racconto affascinante nel quale si mescolano ambizione politica, le conquiste più audaci dell’ingegneria del tempo e un fortissimo simbolismo culturale. Ironicamente, la nascita di questo iconico monumento non ha avuto inizio con lo scavo delle fondamenta, ma con una richiesta dettata dalla testardaggine di un uomo. Durante un incontro nel 1964 per progettare la ricostruzione del centro di Berlino Est, il presidente del Consiglio di Stato della della DDR Walter Ulbricht, con un gesto teatrale, indicò un punto sul plastico che aveva davanti: Alexanderplatz. In quel punto doveva sorgere un edificio di prestigio, che diventasse l’incarnazione in cemento della grandezza dello Stato e della sua superiorità rispetto all’occidente. E quell’edificio doveva essere la Torre della Televisione, come la conosciamo oggi, o la “Torre della Televisione e della Radio della Deutsche Post”, come fu battezzata allora. Ulbricht voleva competere con l’Occidente e superarlo in ogni campo e non era il solo a pensarla così. Questa impresa faraonica doveva dimostrarlo in maniera inequivocabile.
Un problema pratico
Va detto che la scelta di costruire un edificio alto oltre 360 metri, all’epoca, non era dovuta tanto o solo all’ambizione di “farla vedere” agli occidentali, ma anche se non soprattutto a considerazioni squisitamente pratiche, legate alla tecnologia radio e quindi alla portata richiesta. Le poche frequenze radio che erano state assegnate alla DDR all’epoca, infatti, rendevano difficile garantire trasmissioni che raggiungessero in modo efficace tutto il territorio. All’epoca, si decise che solo una torre molto alta avrebbe potuto garantire alla capitale della DDR una ricezione televisiva affidabile e onnipresente – anche perché occorreva evitare che i cittadini dell’Est si sintonizzassero sui canali televisivi della Germania Ovest.
Proprio per questo, Alexanderplatz, fortemente voluta da Ulbricht, non fu il primo luogo preso in considerazione per la costruzione di questo edificio. Inizialmente, infatti, si era pensato che un luogo sopraelevato potesse offrire condizioni migliori per il sistema di trasmissione e si era pensato ai Müggelberge – le modeste alture che, nel panorama pianeggiante che circonda berlino, riescono addirittura a guadagnarsi un nome che contenga la parola “montagne”. E naturalmente queste considerazioni avevano senso fino a quando la torre era concepita solo come edificio funzionale e quindi si riteneva ovvio collocarla lontano dal centro della città, per non interferire con lo sviluppo urbano.
Come sappiamo, le cose andarono assai diversamente.
I lavori di costruzione del primo sito sul Müggelberge furono interrotti nel 1956, poiché si era scoperto che il sito distava appena otto chilometri dall’aeroporto di Schönefeld e, di conseguenza, la presenza di un edificio così alto avrebbe rischiato di compromettere le operazioni di volo. Si pensò quindi di spostare il cantiere dove oggi c’è il Volkspark Friedrichshain, ma, nel 1962, la tremenda crisi economica, in parte dovuta agli enormi costi di costruzione del Muro di Berlino, costrinse l’amministrazione ad accantonare e poi abbandonare il progetto.
La costruzione della Torre della Televisione: una sfida tecnologica
I lavori ad Alexanderplatz iniziarono nel 1965, ma, stranamente, la posa della prima pietra non fu affatto un evento eccezionale né particolarmente solenne: non vi furono cerimonie ufficiali. Le autorità ci pensarono quattro anni dopo e ne festeggiarono la “nascita” il 7 ottobre 1969, giorno in cui ricorreva 20° anniversario della fondazione della DDR.
La costruzione della torre di 368 metri, che avrebbe rappresentato la struttura più alta di tutta Germania, fu un’impresa ingegneristica impressionante, un vero e proprio tour de force tecnologico. L’équipe di progettazione, che si basava su un’idea dell’ex architetto capo della DDR Hermann Henselmann, poi rielaborata dall’ufficio di progettazione della VEB Industrieprojektierung, guidato da Fritz Dieter e Günter Franke, utilizzò un metodo di costruzione molto particolare. Una struttura centrale in acciaio veniva progressivamente rivestita con calcestruzzo. Questo metodo permise di costruire la torre a un ritmo senza precedenti, con la struttura che cresceva in altezza giorno dopo giorno, diventando un simbolo visibile della potenza e dell’efficienza del regime socialista.
L’assemblaggio della sfera di osservazione a 200 metri di altezza fu particolarmente complesso e richiese l’uso di gru per sollevare i singoli componenti fino alla loro posizione finale. La sfera, una volta completata, offriva una vista panoramica senza pari sulla città, diventando un punto di attrazione per i cittadini e i visitatori – ed è così ancora oggi.
La Torre della Televisione: da simbolo di superiorità a simbolo di unione
Ma l’orgoglio e la spavalderia non durarono a lungo. Negli anni ’70, a meno di un decennio dalla sua inaugurazione, la base della torre iniziò già a mostrare segni di deterioramento a causa delle infiltrazioni d’acqua. Questo problema, apparentemente banale, si rivelò essere un difetto strutturale significativo che minacciava la stabilità della torre. Per risolverli, si resero necessari interventi periodici, che continuano con regolarità ancora adesso.
La storia, intanto, scorreva e le sorti della DDR cambiavano. Nel frattempo, però, i berlinesi si erano abituati all’asparago – simpatico soprannome dato alla Torre della Televisione. Dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, la torre non solo rimase in piedi come un residuo di un’era passata, ma divenne anche una fonte di reddito fondamentale per il mantenimento della struttura attraverso le visite turistiche e si trasformò, progressivamente, in un simbolo della città, uno degli elementi più caratteristici se non il più caratteristico in assoluto del suo skyline. C’è un che di ironico, se pensiamo che in origine era stata concepita come un simbolo della superiorità della Germania orientale, e che mai e poi mai Ulbricht l’avrebbe immaginata al centro della capitale riunificata e ricondotta sotto l’egida della Repubblica Federale di Germania.
La torre rimarrà probabilmente un punto di riferimento inconfondibile nello skyline di Berlino ancora per molti anni. La sua presenza è un promemoria costante della storia turbolenta della città e della sua capacità di reincorporare simboli, contrasti e frammenti anche dolorosi del suo passato. Piazzata al centro di una Berlino in perenne trasformazione, la Torre della Televisione rimane un monumento alle ambizioni di grandezza della Germania dell’Est, ma si arricchisce di nuovi significati, diventando un luogo d’attrazione internazionale al centro dell’Europa.
Un polo d’attrazione turistica
Oggi, guardare la città dall’interno della sua altissima sfera, magari sedendo al tavolo del ristorante girevole che si trova nell’emisfero superiore, è un appuntamento desideratissimo per milioni di turisti. Si calcola che, fino a questo momento, circa 60 milioni di persone abbiano raggiunto l’interno della sfera collocata a 203 metri di altezza, servendosi degli ascensori ad alta velocità. Il ristorante, invece, si trova a 207 metri di altezza e compie una rotazione completa ogni ora.
La torre ha anche un ruolo importante nella vita quotidiana dei berlinesi, dal momento che funziona ancora. Oltre a essere un’attrazione turistica, è una stazione di trasmissione vitale che diffonde informazioni e intrattenimento nelle case di milioni di persone. La sua tecnologia di trasmissione è stata aggiornata nel corso degli anni per rimanere al passo con i tempi, garantendo che la torre continui a essere un fulcro della comunicazione nella regione.
Inoltre, la Torre della Televisione di Berlino è spesso al centro di eventi culturali e festività e spesso viene illuminata in modo particolare in occasione di feste, come il Natale, o di eventi, come il Festival delle Luci, che la vede trasformarsi in una tela gigante per spettacoli luminosi e proiezioni.
La torre è anche un simbolo di unione. Dopo la riunificazione della Germania, è diventata un punto di riferimento comune per i cittadini di entrambe le parti della città precedentemente divisa. È un promemoria visivo che, nonostante le differenze storiche e politiche, Berlino è una città alla ricerca di una visione condivisa per il futuro.