Leva obbligatoria: in Germania potrebbe arrivare anche per le donne
Di leva obbligatoria si parla ormai in tutta Europa. Se il dibattito in Italia è relativamente recente e legato principalmente alla proposta di Matteo Salvini, in Germania se ne discute da mesi, principalmente su impulso del Ministro della Difesa Boris Pistorius (SPD). Pistorius è “l’uomo forte” dei socialdemocratici, più popolare nei sondaggi rispetto al cancelliere Olaf Scholz e convinto che il riarmo e una rinnovata attenzione alle forze armate siano la strada da seguire nel complesso scenario geopolitico attuale.
Sul tema, Scholz è stato lapidario: la leva obbligatoria in Germania non può tornare, perché è incompatibile sul divieto di lavoro forzato. Eppure, per quanto perentoria fosse, negli intenti, la sua presa di posizione, nessuno sembra averla presa come l’ultima parola in questo dibattito. Ci sono posizioni moderate, come quelle del Presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier, il quale fa riferimento più che altro al servizio civile, parlando di quanto l’imparare a dare agli altri e a mettersi al servizio della comunità possa avere effetti benefici sulla formazione delle nuove generazioni di cittadine e cittadini. E c’è chi parla in modo molto esplicito di servizio di leva, ma introduce un elemento in più: l’obbligatorietà anche per le donne.
La proposta: leva obbligatoria anche per le donne.
La Commissaria Parlamentare per le Forze Armate, Eva Högl (SPD), e il Ministro Presidente dello Schleswig-Holstein, Daniel Günther (CDU), hanno espresso il loro sostegno all’introduzione del servizio militare obbligatorio anche per le giovani donne. Qualsiasi altra opzione, sostengono, sarebbe ingiustificabile e non al passo con i nostri tempi. Entrambi hanno tuttavia chiarito che non intendono un ritorno al vecchio modello di servizio militare obbligatorio, ma piuttosto vogliono prendere in considerazione nuovi schemi in cui i giovani possano scegliere se prestare servizio nella Bundeswehr o in altre organizzazioni, per esempio in organizzazioni sociali, impegnate magari nella conservazione della natura o nell’aiuto allo sviluppo.
In questo contesto, il Ministro della Difesa Boris Pistorius ha portato a modello il sistema svedese di coscrizione, con una forte componente volontaria, mentre l’ex commissario alla Difesa Hans-Peter Bartels ha descritto il vecchio servizio militare obbligatorio come un’alternativa ormai non più applicabile.
Nonostante il sostegno di Högl e Günther, il segretario generale dell’FDP Bijan Djir-Sarai si è dichiarato contrario al ritorno al servizio militare obbligatorio, ritenendo invece che si debba migliorare e rendere più attraente alle potenziali reclute l’esercito volontario e coinvolgere maggiormente i riservisti. Secondo Djir-Sarai, la reintroduzione della leva obbligatoria sarebbe addirittura un ostacolo al tentativo di fare della Bundeswehr un esercito autenticamente moderno e professionale.
Dalla sospensione del servizio militare obbligatorio nel 2011, i posti non coperti nella Bundeswehr sono sempre più numerosi e la forza militare tedesca, al momento, è pari a circa un decimo dell’organico che si ritiene necessario.