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Evacuazione di Rafah: Germania e UE ammoniscono Israele

Gli alleati di Israele, fra cui la Germania, hanno ammonito il governo di Netanyahu, con l’intento di scoraggiarlo dal portare avanti la nuova offensiva nella città di Rafah, l’insediamento di Gaza dove, al momento, vivono in pochissimo spazio e in condizioni estremamente precarie e pericolose oltre un milione di persone. 

La Germania e l’Unione Europea hanno messo in guardia Israele dal procedere con l’operazione militare, che rischia di convertirsi in una nuova catastrofe umanitaria di proporzioni enormi. 

Egitto, Giordania, UE, Germania e osservatori internazionali contro la nuova operazione militare a Rafah

L’esercito israeliano, che ha già ordinato l’evacuazione della parte orientale di Rafah che confina con l’Egitto, sembra determinato ad andare avanti con i piani. Alla popolazione è stato intimato di trasferirsi nel campo di Al-Mawasi. Gli osservatori internazionali temono che un’offensiva in una zona così densamente popolata, dove vivono centinaia di migliaia di sfollati palestinesi, possa causare un disastro umanitario. Secondo il rappresentante per gli affari esteri dell’UE Josep Borrell, la chiamata dell’esercito “fa temere il peggio: più guerra e fame”. In un tweet, Borrell ha definito la situazione “inaccettabile” e ha aggiunto che “Israele deve astenersi da un’offensiva di terra” e che l’UE deve collaborare con la comunità internazionale per “prevenire un simile scenario”.

Anche l’Egitto si è fermamente opposto ai piani israeliani, esprimendo la preoccupazione che un’escalation ulteriore del conflitto possa portare a un afflusso di rifugiati palestinesi attraverso il confine egiziano. La Giordania ha avvertito senza mezzi termini che un attacco a Rafah sarebbe “un altro massacro” per la popolazione palestinese e una macchia indelebile per la reputazione della comunità internazionale, che finora non è riuscita a fermare le violenze. Lo ha dichiarato su X il Ministro degli Esteri giordano Aiman Al-Safadi.

La città di Rafah, situata all’estremo sud della Striscia di Gaza, è stata storicamente un punto di tensione e conflitto. La sua posizione al confine con l’Egitto la rende un’area strategica sia per Israele che per i palestinesi. La densità della popolazione e la presenza di numerose infrastrutture civili rendono qualsiasi operazione militare particolarmente rischiosa e potenzialmente devastante per i civili.

La comunità internazionale, già allarmata dalle crescenti tensioni nella regione, ha espresso serie preoccupazioni riguardo alle possibili conseguenze di un’offensiva militare israeliana. Organizzazioni umanitarie come la Croce Rossa Internazionale e Medici Senza Frontiere hanno sottolineato che un attacco su larga scala potrebbe interrompere la disponibilità già limitata di servizi essenziali come l’accesso all’acqua potabile, all’elettricità e alle cure mediche, aggravando ulteriormente la situazione umanitaria già precaria.

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Annalena Baerbock, 30 November 2022. Photo credits: EPA-EFE/ROBERT GHEMENT

La Germania, in particolare, ha esortato Israele a considerare tutte le possibili ripercussioni di un’azione militare e a cercare alternative pacifiche. Il ministero degli esteri tedesco ha dichiarato che “È necessario creare una situazione che consenta di rifornire la popolazione di Gaza di beni umanitari nel miglior modo possibile e di liberare gli ostaggi allo stesso tempo”. L’Unione Europea ha ribadito questo messaggio, chiedendo a tutte le parti coinvolte di impegnarsi in un dialogo costruttivo.

L’offensiva continua

Il governo Israeliano, tuttavia, non sembra incline ad ascoltare nessuno dei moniti internazionali sulla sicurezza della popolazione civile palestinese. L’offensiva a Rafah, annunciano le autorità, prosegue in quanto indispensabile per distruggere la capacità offensiva di Hamas e impedire che riprenda forza dopo la guerra.

Nel frattempo, domenica è stato lanciato un attacco con razzi contro il valico di frontiera israeliano di Kerem Shalom, non lontano da Rafah. Nell’attacco, che si attribuisce al braccio armato di Hamas, sono morti quattro soldati israeliani. Kerem Shalom è il più importante valico di frontiera per la consegna di aiuti da Israele alla Striscia di Gaza e, dopo l’attacco missilistico, è stato chiuso alle spedizioni umanitarie. In seguito, risulta che l’esercito israeliano abbia portato a termine un bombardamento del sito nella Striscia di Gaza vicino al valico di frontiera di Rafah, dal quale si ritiene fosse partito l’attacco.

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