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Essere poveri a Berlino – manuale di sopravvivenza. #5: fare regali

di Emy Serabile

La cosa che detesto di più dell’essere povera è il fatto di non poter fare regali. Ok, detesto anche il fatto di non potermi permettere l’accesso a un’assistenza sanitaria che mi tratti come un essere umano, il fatto di non poter viaggiare per vedere i miei cari quando ne ho voglia e di non poter andare a vedere Nick Cave dal vivo perché porca miseria, Nick, non te li posso dare 70 Euro, vorrei, giuro, ma non è proprio cosa, capiscimi e perdonami. Però, dal momento che non ho nessun suggerimento furbo e divertente per svoltare l’ingresso alla Uber Arena (allo Stadio Olimpico ci riuscivo, qua mi mancano i contatti), oggi parliamo di regali.

Che poi non è che sia un tema da poco: io amo fare regali. Vedere una persona che ami illuminarsi, quando riceve qualcosa, qualcosa che è stato scelto e cercato con affetto, è una di quelle sensazioni della vita che dovrebbero sempre essere gratis. E in teoria lo è, perché si può regalare anche un bel sorriso, una parola gentile, una bella serata in compagnia. Ma in pratica lo sappiamo tutti che presentarsi a un compleanno o al pranzo di Natale con “un bel sorriso”, quando tutti gli altri si presentano con un regalo, è triste quanto un funerale a novembre sotto la pioggia e anche umiliante come essere superati dai novantenni tedeschi sulla ciclabile in salita. Ho io forse una soluzione a questo problema? Ma certo, mio adorato popolo di potenziali milionari afflitti da un temporaneo disguido tecnico chiamato “miseria”.

Anzi, non ne ho una: ne ho tre. Due sono adatte a tutti, una no.

regali canva pro

Il mio fondo regali (versione “per le persone che amo” e “per le persone che conosco poco ma che mi hanno incastrata”)

Cominciamo con una soluzione alla portata di tutti: le finte “Side hustle”. Le avete viste su tutti quei reel che il vostro algoritmo di Instagram vi propina, perché sa che il vostro conto è di un rosso talmente profondo che, quando chiamate la banca e vi mettono in attesa, parte la musica dei Goblin. La differenza fra Instagram e questo post è che gli influencer vi vendono questi “trucchetti” per qualcosa che non sono, ovvero modi per fare soldi e mantenervi.

Avete presente quegli elenchi che fanno saltare i nervi tipo “cinque lavori che puoi fare da casa per guadagnare fino a 400 Euro extra”? E poi nel reel ci sono tre pagine di sondaggi online che non vi faranno MAI arrivare a quella cifra e il quarto “suggerimento” è il link per comprare un corso di marketing online? Ecco, io quei suggerimenti li ho provati tutti (l’ho fatto per voi, per mettervi in guardia, non c’è di che!) e posso dire con certezza che NESSUNO vi farà portare a casa mezzo stipendio. Ma questo non vuol dire che siano tutti da buttare.

La verità su questi modi di generare “guadagni” online è che le cifre sono minime e che devono sempre essere soppesate considerando il tempo che vi portano via, durante la giornata. Dopo averle provate praticamente tutte, ne ho individuata una che, secondo me, ha una sua utilità e che ho ribattezzato il mio “fondo regali”.

regali canva pro

Si tratta di YouGov (che esiste anche in altri Paesi, ma non ho idea se funzioni nello stesso modo in cui funziona in Germania). Questa piattaforma, essenzialmente, propone sondaggi, gli stessi che, con una certa regolarità, trovate poi sui giornali tedeschi. Si tratta di sondaggi su qualsiasi cosa, dalle intenzioni di voto politico alle scelte di consumo. La formula è semplice: per ogni sondaggio si acquisisce una certa quantità di punti (di solito, fra i 125 e i 250, a seconda della lunghezza). Una volta arrivati a 25.000 punti, si riceve un buono da 50 Euro, che si può richiedere sotto forma di buono Amazon, di buono per altre piattaforme online (come gli shop di Ikea o di altre marche), o anche di bonifico bancario (evidentemente l’opzione migliore).

Oltre che rispondendo ai sondaggi, è possibile guadagnare circa un migliaio di punti a settimana, sincronizzando con la piattaforma alcuni profili, per esempio quello di Netflix, di YouTube, di Amazon Prima o di Steam. In questo caso, si concede, per un tempo predefinito, a YouGov l’autorizzazione a registrare se, quanto e per cosa si usa la piattaforma in questione (per esempio, quali show si guardano su Netflix). Quei dati vengono poi venduti a terzi, per stabilire il successo di certi contenuti e le preferenze del pubblico. E sì, stiamo parlando si vendere una parte della propria privacy, ma francamente io non mi vivo male il fatto che YouGov sappia che io su Steam ho giocato sempre, solo ed esclusivamente a Civilization IV, fino a quando non ho scaricato l’ultimo Monkey Island, che comunque non ho ancora finito. Una volta scaduto il periodo di autorizzazione, YouGov sospenderà il monitoraggio e vi chiederà di nuovo l’accesso, assegnandovi nuovi punti.

Quanto ci vuole per arrivare a 25.000? Circa tre o quattro mesi, ma il tempo che ci si dedica è veramente poco. I sondaggi arrivano con regolarità e sono abbastanza rapidi, niente che non possiate fare mentre siete “assisi in trono”, per capirci. Io li uso anche per fare pratica di tedesco (perché, ovviamente, i sondaggi sono in tedesco). Occhio: non si può rispondere cliccando a caso, perché una volta ogni tanto capita una “domanda di controllo” che vi esclude dal sondaggio se si accorge che non state leggendo le domande. Ammetto anche che c’è una certa soddisfazione anche nel dire la propria, per esempio nel rispondere alla domanda “Quale di queste risposte definisce meglio il modo in cui ti identifichi con AfD? Per niente – poco – né poco né molto – molto – moltissimo – talmente tanto che mi discrimino da me, perché sono un’immigrata”.

Ora, possiamo definire 50 Euro ogni tre o quattro mesi una “fonte di guadagno”? Ma nemmeno per idea. Per questo io ho ribattezzato questa piattaforma il mio “fondo regali”.

Non devo pensarci, non mi richiede impegno, anima i miei momenti di “raccoglimento” nella stanza della suprema riflessione e poi, tre o quattro volte all’anno, so che avrò a disposizione 50 Euro che esulano completamente dal resto dei miei guadagni, che potrò investire senza considerare il mio bilancio generale, per dedicare un pensiero carino alle persone alle quali voglio bene. E, considerando che io regalo praticamente sempre e solo libri, capite bene che con 100€ svolto Natale e tutti i compleanni dell’anno. E il fatto di sapere che, periodicamente, questa cifra arriverà mi permette di non pensarci troppo e di sapere che, comunque, quelle poche volte all’anno in cui devo fare un regalo sarò coperta e potrò permettermi sempre qualcosa di almeno decente.

Alternative che non valgono la pena (secondo me)

Esistono altre piattaforme simili in Germania? Sì, ma io non ne ho mai trovata una che valga la pena (naturalmente, se avete suggerimenti io prendo nota!). Swagbucks, molto popolare negli USA, è troppo confusionaria, chiassosa, sembra presentare mille opportunità di guadagno diverse, ma fra test “filtro” per capire se puoi fare il test, giochini che ti fanno perdere tempo e sono pure frustranti da morire e una babele di opzioni da valutare, ti ritrovi ad aver passato quaranta minuti sulla piattaforma senza tirare su nemmeno un punto. E non so voi, ma io non ho quaranta minuti da regalare a nessuno. C’è poi “Respondent”, che fa sondaggi di mercato più “seri” e molto meglio pagati, ma proprio per questo è assai più raro rientrare nei canoni. Per carità, io sono ancora iscritta, ma ricordo solo un sondaggio andato a buon fine (e pagato decentemente) in 5 anni. Quindi è vero che loro sganciano per un singolo studio la stessa cifra che YouGov sgancia per 50.000 punti, ma è vero anche che quella cifra te la concedono, appunto, una volta ogni 5 anni, mentre YouGov te la garantisce più volte l’anno. Direi che non c’è gara, no?

Il fondo regali per le persone che ti stanno antipatiche. O che non conosci.  O che ti hanno fatto un regalo e quindi adesso devi ricambiare, anche se il loro regalo fa schifo.

Una seconda soluzione, che è una variazione sul tema, è la raccolta punti di Lieferando (l’incarnazione tedesca di Just Eat). Hai presente quella volta al mese scarsa che riesci a concederti di ordinare una pizza a domicilio, grazie a tutti i suggerimenti che ti ho dato nella prima puntata per risparmiare sulla spesa? Ecco, fallo accedendo alla piattaforma con le tue credenziali, così da poter accumulare punti, anche lì.

In questo caso, non troverai l’opzione di farti bonificare una cifra, ma solo una serie di offerte di buoni, che partono da punteggi piuttosto bassi. Avrai sempre la possibilità di farti scontare il prossimo ordine, ma potresti anche trovare il tipo di “regalini carini” che si fanno alle persone che si conoscono poco, per non fare brutta figura. A seconda del negozio convenzionato che sceglierai, potresti portarti a casa una vasta gamma di cose inutili: candele profumate, tisaniere, mug, prodotti per il corpo, gadget sportivi. Te la caverai con pochi spiccioli di spese di spedizione. Per me, questa opzione è una mano santa quando si tratta di fare regali a colleghi e conoscenti, perché mi hanno “incastrata” in un compleanno o perché, siano stramaledetti, mi hanno fatto un regalo e adesso mi tocca ricambiare. Dal momento che un libro è un regalo troppo personale, mi butto sulla candela profumata che, diciamolo, è un regalo veramente infame, ma sappiamo benissimo che l’altra persona sceglierebbe lo stesso per me e quindi siamo pari.

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Fai quello che sai fare meglio (no, non quello, qualcos’altro. Saprai pur fare qualcosa di presentabile, che diamine!)

La soluzione non alla portata di tutti è quella creativa, ovvero: se sei molto bravo a fare qualcosa ma sei assolutamente incapace di farti pagare, almeno usala per fare bella figura. Se, come me, cucini da dio, puoi regalare confetture, marmellate o nutella fatta in casa. Se sai dove fare la spesa (vedasi sempre il capitolo 1), potrai reperire gli ingredienti giusti a poco prezzo, in ogni stagione. Dopo di che ti basterà investire in barattolini di vetro e magari qualche dettaglio decorativo. Il vero regalo sarà il tempo che hai dedicato a preparare la marmellata, la caponata, la nutella artigianale in questione.


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Se la cucina non è il tuo forte, puoi provare a mettere in gioco altri talenti, purché si tratti di talenti che i destinatari del regalo hanno già dimostrato di apprezzare. Per capirci, se ti dedichi alla creazione di sculture artigianali realizzate con i tubi di cartone dei rotoli di carta igienica, ma nessuno dei tuoi amici, venendo a trovarti a casa, ti ha mai detto “come mi piacerebbe averne una sulla mensola della cucina”, vuol dire che i tuoi amici non condividono i tuoi stessi gusti in materia di decorazione d’interni. Non imporre loro il tuo Pensatore di Rodin fatto con i rifiuti organici, perché li metteresti in imbarazzo e li costringeresti pure a tirarlo fuori dal garage ogni volta che li vai a trovare.

Se proprio non sai costruire o assemblare niente di materiale, ma hai il pollice verde, cavatela con le piante. Io massacro pure i fiori finti, ma alcuni di voi, là fuori, sanno fare cose acrobatiche e meravigliose, tipo le talee. Che non mi ricordo cosa sono, però so che esistono e che c’entrano con le piante. Ecco, se la persona a cui devi fare un regalo sono io, tira fuori una pianta da un’altra pianta, da un ramo, da quello che ti pare, piazzala in un vaso di plastica da 50 centesimi e consegnamela con precise istruzioni per come tenerla viva e mi hai già fatta felice.

Ricorda: la persona a cui vuoi fare un regalo vuole sapere che hai pensato a lei e ai suoi gusti. Il punto non è la cifra. Non sei sua nonna, che allunga venti Euro a Natale dicendo “così ci vai a mangiare la pizza con gli amici”, perché non sa che se hai solo 20 Euro la pizza è meglio che la ordini a casa. Quello che conta, più che il pensiero, è il tempo. Il tempo che hai speso a preparare la marmellata di fragole, il tempo che hai impiegato a travasare un ramo di yucca, oppure, gloriosamente, quello che hai impiegato seduto sulla tazza a rispondere alle domande di YouGov sulle tue compagnie di assicurazione preferite, per poterti permettere un’edizione economica di Slavoj Žižek. Ecco, questo sì che è amore. E sì, io regalo Žižek a Natale. È per questo che ho pochissimi amici.

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