Diritti LGBTQIA: la Germania migliora, oggi è decima in Europa per tutele e sicurezza
La Germania ha compiuto notevoli progressi nella tutela dei diritti della comunità LGBTQIA, come evidenziato dal decimo posto conquistato quest’anno nella “Rainbow Map” di Ilga-Europe. Questa classifica è un indice di riferimento che valuta l’uguaglianza legale delle persone queer in 49 Paesi europei (considerati in senso dell’Europa come continente e non come Unione politica e quindi comprendenti anche la Russia, la Turchia e i Paesi del Caucaso), basandosi su una serie di criteri che spaziano dalla protezione legale contro i crimini d’odio alla parità di diritti civili e sociali.
Diritti LGBTQIA in Germania: passi avanti rispetto al 2021
Rispetto al 2021, il Paese ha fatto un balzo in avanti di cinque posizioni, un miglioramento significativo che riflette l’impegno del governo tedesco nell’attuare le riforme promesse in materia di diritti – come la recente approvazione della legge sull’autodeterminazione delle persone trans. Oggi, la Germania soddisfa circa due terzi dei criteri presi in considerazione da Ilga-Europe. In particolare, ha ottenuto punteggi elevati per quanto riguarda le misure di protezione contro i crimini d’odio e la parità di diritti civili.
Il commissario del governo federale per i diritti queer, Sven Lehmann, ha espresso il suo ottimismo riguardo al futuro, auspicando che la Germania possa scalare la classifica fino a entrare tra i primi cinque Paesi. Questo obiettivo è ambizioso ma realizzabile, soprattutto se il governo tedesco attuerà i progetti previsti dall’accordo di coalizione. Tra le iniziative più rilevanti vi è il rafforzamento del riconoscimento legale delle famiglie arcobaleno, che rappresentano una realtà sempre più diffusa e che necessitano di una tutela giuridica adeguata. Inoltre, si prevede l’inserimento dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere tra i motivi di non discriminazione nella Costituzione tedesca, un passo che segnerebbe un avanzamento storico nella lotta contro l’omofobia e la transfobia.
Italia nella parte bassa della classifica
Guardando al contesto europeo più ampio, l’Italia si posiziona al 36esimo posto nella Rainbow Map, ex aequo con la Georgia. A influire sono diversi fattori, come l’assenza di una legge specifica contro l’omotransfobia e il fatto che non sia previsto il matrimonio egualitario per le coppie dello stesso sesso.
Al primo posto in assoluto c’è malta, che supera di svariati punti percentuali le seconde classificate Belgio e Danimarca, seguono Spagna, Islanda, Finlandia e Lussemburgo ex aequo con la Svezia. Agli ultimi posti si trovano Bielorussia, Russia, Armenia, Turchia e Azerbaigian.