Berlino, occupazione pro Palestina all’Università: sgombero della polizia
Giovedì sera, a Berlino, la polizia ha eseguito lo sgombero di alcuni spazi dell’Università Humboldt, dopo l’occupazione a cui ha dato impulso mercoledì un gruppo di attvisti filo-palestinesi. Le forze dell’ordine hanno preannunciato su X l’operazione, che ha avuto luogo dopo le 18.00 di giovedì.
Occupazione all’Università Humboldt: interviene la polizia
Tutto è cominciato mercoledì, con una manifestazione di circa 320 persone davanti all’Istituto di Scienze Sociali, in Universitätsstraße. I partecipanti chiedevano alle università berlinesi di impegnarsi per un cessate il fuoco immediato a Gaza e di porre fine a qualsiasi cooperazione con le università e con le altre istituzioni israeliane.
Secondo quanto riferito dalla polizia, circa 40 persone avevano poi occupato l’istituto stesso, sbarrando le porte ed erigendo barricate. Avevano quindi lanciato volantini dalle finestre e appeso uno striscione al terzo piano, mentre intonavano canti riferiti alla causa palestinese. Giovedì, sul muro esterno dell’edificio, è stato appeso uno striscione con lo slogan “Benvenuti all’Istituto Jabalia”, come “atto di solidarietà incondizionata con il popolo palestinese”. Jabalia è un campo profughi nel nord della Striscia di Gaza.
Scortati fuori dall’edificio membri della direzione universitaria e gruppi di attivisti
Nel pomeriggio, gli occupanti hanno discusso della questione con la direzione dell’università, che nel frattempo si teneva in contatto anche con la polizia. Alle 18.30, gli agenti si sono presentati sul luogo dell’occupazione, cominciando a scortare fuori membri della direzione e gruppi di attivisti. In base a quanto riportato dalla Berliner Zeitung, alcune stanze hanno dovuto essere aperte con la forza, a causa delle barricate. Gli agenti hanno inoltre rimosso gli striscioni.
Nel corso dell’operazione, 23 persone, 18 uomini e 5 donne, sono state fermate per accertamenti e le indagini penali avviate dalla polizia sono state 25. Le forze dell’ordine hanno inoltre impedito l’accesso di altri manifestanti alle strade attorno all’Istituto e proposto, a chi era assembrato di fronte all’edificio, di spostarsi in un’area a nord del ponte della S-Bahn. Alcuni dei circa cento manifestanti all’esterno si sono rifiutati e gli agenti hanno in seguito dichiarato di aver dovuto, a quel punto, usare la forza. La polizia ha anche denunciato danni presenti all’interno dell’istituto occupato, nello specifico l’imbrattamento delle pareti con slogan anti-israeliani e pro-Palestina.
L’intervento del sindaco e della senatrice per la scienza di Berlino
Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Berlino, Kai Wegner (CDU), il quale ha affermato che le università “sono luoghi di conoscenza e di discussione critica e non spazi senza legge per antisemiti e simpatizzanti del terrorismo”. Anche la senatrice per la scienza di Berlino Ina Czyborra (SPD) ha voluto esprimere la sua opinione sulla questione, distinguendo tra il “desiderio di parlare delle prospettive di pace a Gaza”, coperto dalla libertà di espressione, e l’”incitamento illegale all’odio”. Ha inoltre dichiarato che verranno presi provvedimenti contro “la violenza, l’incitamento antisemita o il danneggiamento di proprietà”.