L’edificio abbandonato più grande di Berlino: lo strano caso dell’ICC
Una nave spaziale dimenticata nel paesaggio urbano. Questa è l’immagine evocativa che molti hanno dell’ICC Berlin, il centro congressi più grande della città, uno dei più grandi d’Europa e, oggi, l’edificio abbandonato più vasto di Berlino. E, in effetti, questo colosso brutalista alto quasi 40 metri è perfettamente credibile come astronave aliena o arca per viaggi interstellari. Progettato dagli architetti Ralf Schüler e Ursulina Schüler-Witte, l’International Congress Center (ICC) Berlin è un capolavoro di ingegneria e design che ha segnato l’orizzonte urbano sin dalla sua inaugurazione nel 1979 e che, neanche troppi anni dopo, è arrivato al capolinea.
Trent’anni di gloria
Per oltre tre decenni, l’ICC Berlin è stato uno dei più grandi e importanti centri congressi del mondo. La sua superficie totale, che supera i 200.000 metri quadrati, permetteva di ospitare migliaia di visitatori in 80 sale per congressi, con capienza fino a 5000 posti. Qui si tenevano fiere, conferenze, concerti e incontri di alto livello e sono state girate anche le scene di diversi film. E d’altra parte, andava pur utilizzato: non solo era uno degli edifici più grandi di Berlino Ovest, ma anche il più caro. Costruirlo era costato oltre 924 milioni di marchi dell’epoca (circa 1,3 miliardi di euro).
La struttura è un trionfo dell’architettura high-tech del suo tempo, con una facciata in alluminio grigio-argento che riflette il cielo di Berlino e conferisce all’edificio un aspetto futuristico (e che oggi non verrebbe in mente a nessuno di utilizzare per una costruzione su questa scala). L’ICC Berlin è stato, nella sua “epoca d’oro”, un simbolo di modernità e progresso, un luogo dove la tecnologia e il design si sono fusi per creare un ambiente unico e all’avanguardia. La sua importanza è stata riconosciuta a livello internazionale, e per anni è stato premiato come miglior centro congressi al mondo e ha ospitato eventi di prestigio.
Oggi, nonostante il suo glorioso passato, l’ICC Berlin si trova in uno stato di abbandono. Di proprietà del Land di Berlino, oggi questo luogo è sospeso in un limbo di incertezza, con dibattiti perennemente in corso su possibili progetti di ristrutturazione o, in alternativa, la dolorosa ipotesi di una demolizione. Questo gigante di cemento e metallo, che un tempo era un fulcro di attività e innovazione, ora giace silenzioso, in attesa di una nuova destinazione.
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Davanti all’edificio, un tempo, svettava la monumentale scultura Ecbatane dell’artista francese Jean Ipoustéguy. Tuttavia, nel 2005, dal momento che la sua base di cemento era a rischio di cedimenti, la scultura è stata messa in sicurezza in una sala del centro espositivo.
Cosa ne sarà dell’edificio abbandonato più grande di Berlino?
Oggi, questo mastodonte abbandonato nel quartiere di Charlottenburg-Wilmersdorf viene aperto al pubblico solo in pochissime occasioni, oppure riconvertito per le emergenze. Nel corso della crisi dei rifugiati, per esempio, è diventato l’alloggio di emergenza di oltre 500 persone, fra il 2015 e il 2017, diventando poi, gradualmente, un centro di arrivo e prima accoglienza per i richiedenti asilo.
La domanda che ora si pone è se questo possa essere l’inizio di una rinascita per l’ICC Berlin. La struttura è stata chiusa nel 2014, perché non era più sostenibile economicamente: i costi di gestione necessari superavano gli introiti possibili con i grandi eventi. Se lo si ristrutturasse oggi, chi potrebbe coprire i costi enormi dei lavori e poi farlo funzionare in modo da renderlo utilizzabile e da evitare un fallimento?
Per ora, l’ICC è un colosso che gli appassionati di architettura brutalista e gli esploratori urbani amano fotografare da fuori o, ancora meglio, dall’alto, con l’aiuto di droni. È una struttura che non manca mai di stimolare l’immaginazione, ma il cui “peso” economico e fisico finisce per renderne l’esistenza piuttosto complicata, nella realtà.
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