Testo e disegni di Paolo Brasioli
La nazionale di calcio della Repubblica Democratica Tedesca (in tedesco: Fußballnationalmannschaft der DDR e con sigla FIFA: DDR), fu la rappresentativa calcistica maschile della Germania Est in ambito internazionale.
Formatasi dal 1952 (tre anni dopo l’istituzione politica della DDR del 1949) fu attiva fino al 1990 (anno dello scioglimento politico della DDR), ed è ovvio che seguì passo passo le vicende, spesso non semplici, del proprio Paese. Guardando al “tabellone”, fa una certa impressione pensare alle ben 293 partite disputate in 38 anni, con una media notevole, di una ogni mese e mezzo! E poi, nel lungo periodo di presenza del Muro di Berlino (dal 1961 al 1989), partecipò a ben 248 partite, cioè l’84% del totale, rappresentando anche questo un metro di misura temporale per capirne la lunga storia. La squadra vestiva con maglia e calzini blu e calzoncini bianchi in casa, ed in trasferta l’opposto e con la grande sigla “DDR” che campeggiava sul cuore.
La breve carriera della nazionale di calcio tedesca dell’est
La prima partita, il 21 settembre 1952 la vide impegnata in un’amichevole contro la Polonia, in trasferta a Varsavia, vincendo ben 3-0. Fu un buon inizio ma poi, poco dopo, perse con la Romania a Bucarest.
Dal 1958 al 1990 i tedeschi dell’est parteciparono attivamente alle qualificazioni delle principali rassegne internazionali di calcio, quali i Mondiali (nelle edizioni del 1958, 1962, 1966, 1979, 1974, 1978, 1982, 1986 e 1990) e degli Europei (nelle edizioni del 1964, 1968, 1972, 1976, 1980, 1984 e 1988). Non riuscì mai a qualificarsi per la fase finale del campionato europeo, ma vanta un’unica partecipazione alla fase finale del campionato mondiale, quello disputato in Germania Ovest nel 1974. Fermandosi si al secondo turno, ma giocando e vincendo, in quella che può ben dirsi la sua partita più importante, ad Amburgo contro la Germania Ovest per 1-0.
Vale la pena evidenziare, comunque, che con la propria squadra nazionale olimpica ottenne notevoli risultati vincendo l’oro nel 1976, l’argento nel 1980 e due bronzi, sia nel 1964 che nel 1972. Le nazionali che incontrò più spesso sono, ovviamente le vicine, e non solo geograficamente, Bulgaria e Polonia (19 volte), Romania (18), Ungheria (16), Cecoslovacchia (13), Unione Sovietica (12). Poi Islanda (11), Paesi Bassi (9), Grecia e Belgio (8). Ma giocò anche varie volte anche (almeno 5) con Finlandia, Francia, Norvegia, Scozia, Egitto, Uruguay, Svizzera, Lussemburgo, Malta, Svezia, Danimarca, Austria, Iraq, Jugoslavia e Turchia.
.
E poi con l’Italia. Infatti, le due squadre si incontrarono ben 4 volte (2 in Italia e 2 nella Germania Est) con un bilancio molto equilibrato di 2 pareggi e una vittoria per parte. Fu un 2-2 nel 1969 e 0-0 nell’amichevole del 1981. Poi la vittoria 3-0 per l‘Italia nel 1969. E, nell’ultima partita tra le due, disputata in amichevole nel 1982 a Lipsia, si sottolinea l’onorevole vittoria di misura da parte della DDR sulla nazionale italiana, che era quella che poi dopo 3 mesi avrebbe conquistato il titolo mondiale in Spagna!
Le sconfitte e il gran finale
Le tre peggiori sconfitte della propria storia, con risultato di 1-4, avvennero contro Galles, Cecoslovacchia e Danimarca. La goleada invece arrivò nel 1964, quando vinse 12-1 contro Ceylon. Collezionò ben 17 pareggi a reti inviolate (il 6% del totale). Incontrò, oltre alle squadre sopracitate, le europee Albania, Portogallo, Inghilterra, Spagna, le americane Messico, Colombia, Ecuador, Brasile, Argentina, Canada, Cile e Cuba, le africane Marocco, Ghana, Mali e Tunisia e le asiatiche Indonesia, Repubblica Araba Unita, Kuwait e Birmania.
Nell’ultimo anno di esistenza, il 1990, la squadra disputò ben 7 partite. Vincendone ben 5, pareggiando 3-3 con il Brasile e perdendo solo con la Francia. La Germania Est disputò la sua 293ª e ultima partita il 12 settembre 1990, sul verde tappeto di Bruxelles, contro il Belgio, vincendo per 2-0! Da precisare che, originariamente, questa sfida avrebbe dovuta essere un incontro ufficiale di qualificazione all’europeo “Svezia 1992”, ma gli accordi politici di riunificazione, in atto e siglati proprio in quei giorni e resi effettivi il successivo 3 ottobre, trasformarono di fatto quell’incontro in un’amichevole passerella d’addio, anche alla luce dell’annullamento della partita contro la Germania Ovest, che avrebbe dovuto incontrare i neo-connazionali nello stesso girone. Agli ordini del Commissario Tecnico Eduard Geyer, la DDR andò a segno con doppietta di Matthias Sammer, che fu così l’ultimo capitano della nazionale DDR e tra i pochissimi, insieme ad altri, come Ulf Kirsten, Andreas Thom e Thomas Doll, a continuare a giocare a livello internazionale per la Germania ora riunificata. Il 20 novembre successivo giunse anche lo scioglimento ufficiale della Deutscher Fußball-Verban!
Nelle sentite parole dell’autore dell’epico gol vincente contro la Germania dell’Ovest del 1974, Jürgen Sparwasser, c’è tutta la “Ostalgie sportiva” di questa storia calcistica e non solo. Egli infatti, anni dopo, ripensando a quella impresa, ma forse a tutta la storia atletica di questa squadra, ha avuto modo di dire di sé: “So di essere l’eroe di un’epoca che non tornerà…”
L’autore: Architetto Paolo Brasioli – Quattro | architectura
Provenendo da una famiglia di artisti veneti, Paolo Brasioli è stato influenzato presto dal ricco patrimonio culturale e artistico italiano. Fondamentale è stata l’influenza di suo padre, Alfredo Brasioli, rinomato fumettista, illustratore e grafico italiano.
Il suo lavoro fino ad oggi si è concentrato sulla costruzione di hotel di alta qualità e sull’interior design per abitazioni, hotel e strutture di gastronomia e benessere, così come sulla creazione di mobili, lampade, accessori e arte.
Ha lavorato con rinomate compagnie e gruppi alberghieri come Best Western, Crowne Plaza, Falkensteiner, Hilton, Hyatt, Le Meridien, Leonardo Hotels, Marriott, NH Hotels, Rocco Forte Hotels e Sheraton. Molte delle sue creazioni sono state esposte in rinomate fiere d’arte e di design.
Per saperne di più:
Quattro | architectura
Instagram
Facebook
P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!