La situazione dei rifugi per animali in Germania è drammatica: lo rivelano i recenti allarmi lanciati dall’Associazione tedesca per la protezione degli animali e dalla Commissaria per la protezione degli animali del governo federale, Ariane Désirée Kari. Due terzi dei rifugi hanno infatti smesso di accogliere nuovi animali, a causa del sovraffollamento e dell’impossibilità di finanziare tutti i costi di gestione e ammodernamento necessari.
Pochi fondi e troppi nuovi arrivi: la situazione dei rifugi per animali in Germania è drammatica
I motivi di questa situazione critica sono molteplici e complessi. In primo luogo, i rifugi sono gravemente sottofinanziati: l’arretrato, al momento, è di di 160 milioni di euro, che sarebbero necessari per interventi urgenti di ristrutturazione e di aggiornamento della classe energetica delle strutture – anche al fine di mitigare gli effetti del costo crescente dell’energia. Questa mancanza di fondi impedisce ai rifugi di accogliere in modo adeguato nuovi animali, sia in termini di spazio che di cure veterinarie.
Inoltre, la loro situazione finanziaria è stata ulteriormente aggravata negli ultimi anni dall’inflazione, dall’incremento delle tariffe veterinarie e da quello del salario minimo del personale. Questi fattori hanno messo a dura prova i bilanci già risicati dei rifugi, costringendoli a fare scelte difficili e spesso dolorose riguardo agli animali che possono accogliere e assistere.
Gli animali non dovrebbero essere acquistati “d’impulso”, ma adottati con responsabilità
Il problema, ha sottolineato Kari in una recente dichiarazione al quotidiano Faz, è acuito dalla tendenza, diffusa purtroppo in Germania come altrove, a fare “acquisti impulsivi”, quando si tratta di prendere in casa un animale domestico. La situazione, ha spiegato al Commissaria, è peggiorata notevolmente durante la pandemia, quando si tendeva a passare molto più tempo a casa e in smart working. Moltissime persone, in quel caso, hanno comprato animali, soprattutto cani e gatti e soprattutto su internet, senza valutare adeguatamente le responsabilità che l’adozione di un animale comporta. Quando poi, inevitabilmente, la vita torna ai suoi ritmi consueti, ci si accorge che non si sa dove lasciare l’animale quando si va in vacanza o che le cure veterinarie possono essere costose ed è, purtroppo, in quel momento, che l’animale finisce in un rifugio.
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Le associazioni chiedono risposte alla politica: stop al commercio online di animali, certificato di idoneità e registro nazionale
Per questo, l’Associazione tedesca per il benessere degli animali ha proposto l’introduzione di un certificato d’idoneità obbligatorio, che garantirebbe una maggiore consapevolezza prima dell’acquisto. Questo certificato servirebbe a educare i potenziali proprietari sugli impegni a lungo termine e sulle necessità specifiche degli animali domestici. Inoltre, i rifugi chiedono anche norme più stringenti sul commercio online di animali domestici, oltre a misure come la castrazione obbligatoria dei gatti che girano liberi all’aperto e l’obbligo di identificazione e registrazione a livello nazionale per cani e gatti. Lea Schmitz, portavoce dell’Associazione per il benessere degli animali, ha dichiarato all’agenzia di stampa dpa “Prima di mettersi in casa un animale, bisogna assicurarsi di poterlo tenere per sempre” e che, quando si desidera aggiungere un animale al proprio nucleo familiare, piuttosto che comprarlo presso un negozio o un allevatore, sarebbe molto meglio rivolgersi al proprio rifugio locale e adottare un animale che è stato abbandonato. Se si desidera aiutare i rifugi, ma non si può prendere in casa un animale, si può anche considerare di fare una donazione o di impegnarsi nel volontariato.
L’Associazione per la protezione degli animali ha inoltre proposto l’istituzione di una lista che definisca chiaramente quali animali possano essere posseduti come domestici. Questa lista aiuterebbe a prevenire l’acquisto di specie esotiche o non adatte alla vita domestica, che spesso finiscono nei rifugi quando i proprietari si rendono conto di non poterle gestire. Contrariamente a quanto avviene in altri Paesi, infatti, in Germania le regole sulle specie esotiche, comprese quelle potenzialmente pericolose o velenose, non sono uniformi in tutto il territorio, spesso dipendono dai regolamenti dei singoli Länder e non sono particolarmente rigide. Capita quindi che persone non competenti si lascino affascinare da specie insolite o particolari e acquistino animali dei quali non sono in grado di prendersi cura.
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