“Noi accusiamo”, il Congresso sulla Palestina che si sarebbe dovuto tenere a Berlino da venerdì 12 fino a domenica 15 aprile, è finito prima ancora di cominciare. La polizia ha infatti interrotto l’evento venerdì pomeriggio, dopo neanche un’ora dal suo inizio.
La causa dell’interruzione è stato il collegamento, in diretta streaming, di una persona contro la quale vi era un “divieto di ingresso e di attività politica in Germania”. Secondo i partecipanti, che lo hanno confermato su X, si tratterebbe dello scrittore palestinese Salman Abu Sitta.
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Congresso sulla Palestina a Berlino: la polizia ferma l’evento dopo l’intervento di Salman Abu Sitta
Sitta è uno studioso palestinese, autore di numerose ricerche sulla Nakba, noto anche per aver mappato tutti i villaggi distrutti nel 1948 e per aver teorizzato il ritorno dei profughi palestinesi come attuabile e compatibile con l’attuale geografia della Palestina.
È tuttavia anche molto controverso per aver definito i membri di Hamas “combattenti della resistenza” e perché a gennaio avrebbe detto che, se fosse stato più giovane, avrebbe potuto essere tra coloro che hanno “infranto l’assedio il 7 ottobre”.
Il Livestream è stato interrotto dopo che Salman Abu Sitta aveva appena descritto la situazione a Gaza come unica nella storia e l’aveva esplicitamente paragonata all‘Olocausto e al genocidio in Ruanda. Poco dopo, il livestream del Congresso sulla Palestina è andato offline. Due ore dopo l’inizio dell’evento, un ufficiale ha comunicato la fine forzata dell’evento ai circa 250 partecipanti (molte più persone erano tuttavia rimaste fuori), chiedendo loro di lasciare la sala. I partecipanti hanno risposto con sonore proteste.
All’evento avrebbe dovuto partecipare anche Yanis Varoufakis
Fino a domenica, avrebbero dovuto partecipare all’evento oratori critici nei confronti di Israele, che avrebbero dovuto tenere delle relazioni. Oltre a questo, erano previsti discorsi, videomessaggi, seminari e laboratori sul conflitto mediorientale attuale. Avrebbe dovuto parlare anche l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, che aveva già attribuito alla Germania, sulla piattaforma X, una “corresponsabilità nel genocidio dei palestinesi.
Gli organizzatori accusano Israele di “apartheid“, “colonialismo” e “genocidio” nella Striscia di Gaza e la Germania di corresponsabilità. Chiedono di conseguenza a Berlino di smettere di fornire armi e supporto a Tel Aviv.
Secondo quanto riportato da Stern, le autorità avrebbero emesso un divieto di ingresso non solo nei confronti di Salman Abu Sitta, ma anche di un altro relatore, Ghassan Abu Sitteh. Un terzo oratore, il giornalista palestinese-americano Ali Abunimah, sarebbe ancora al vaglio per un divieto di ingresso.
Gli organizzatori sull’esclusione di parte della stampa: “Sono calunniatori!”
Prima ancora dell’inizio ufficiale dell’evento, per cui la polizia si aspettava una partecipazione complessiva di circa mille persone, si erano già verificate delle tensioni. Aveva destato critiche sia il fatto che la location, un centro per eventi in Germaniastraße, nel quartiere di Tempelhof, fosse stata tenuta a lungo segreta e rivelata solo all’ultimo, e soprattutto la decisione di impedire l’accesso a una parte della stampa.
Questa barriera contro i media era stata ribadita sia alla conferenza stampa preliminare tenutasi a Wedding, sia in vista del congresso vero e proprio. A essere esclusi, tra gli altri, i media del Gruppo Springer, ma anche Stern e T-Online. Uno degli organizzatori aveva spiegato: “Tutti i giornalisti che non possono entrare, sanno perché: perché sono fomentatori, perché sono calunniatori“.
Venerdì, la polizia ha però fatto in modo che la stampa entrasse, per documentare l’evento. A quel punto i partecipanti hanno alzato asciugamani e kefiah palestinesi, per impedire le riprese. Le forze dell’ordine si erano inoltre preparate per un’operazione di vasta portata. Venerdì erano previsti circa 900 agenti in servizio e fino a domenica erano previsti, in totale, circa 2500 poliziotti.
Secondo l’amministrazione del Senato per gli affari interni, per il Congresso si sarebbero mobilitati principalmente gruppi attribuibili allo “spettro del boicottaggio” anti-israeliano e gruppi anti-israeliani come il “Gruppo Potere Operaio” (GAM), “Rivoluzione” (REVO) e il “Comitato Nazionale Palestinese Unito” (VPNK).
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