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Scioperi in Germania: questo fine settimana tocca a Postbank

Il sindacato tedesco Ver.di è responsabile della maggior parte degli scioperi che stanno paralizzando, a turno, diversi settori della vita tedesca nelle ultime settimane. I negoziatori di Ver.di sembrano avere un obiettivo molto preciso: dare una scossa ai salari, perché, in blocco e rapidamente, si adeguino all’inflazione e al costo della vita, che negli ultimi anni sono aumentati sensibilmente, traducendosi in una rapida perdita di potere d’acquisto per i lavoratori salariati. Ora è il momento di Postbank, istituto di credito che pertiene a Deutsche Bank.

In vista delle imminenti trattative salariali, il sindacato sta intensificando la sua campagna di pressione su Postbank, annunciando scioperi di avvertimento che porteranno a restrizioni dei servizi in tutta la Germania. In particolare, ver.di ha chiesto ai dipendenti di Postbank, a livello nazionale, di incrociare le braccia per due giorni, venerdì e sabato, azione che inevitabilmente causerà interruzioni nella disponibilità dei servizi bancari per i clienti.

Il sindacato chiede il 15,5% in più per i dipendenti di Postbank

Il sindacato è fermamente convinto che, nella prossima tornata di negoziati che riprenderanno lunedì a Francoforte, il datore di lavoro debba presentare un’offerta migliore. Ver.di sta richiedendo un aumento salariale del 15,5% per i circa 12.000 dipendenti del Gruppo Deutsche Bank che sono sotto contratto con Postbank. Tuttavia, il sindacato ha indicato di essere disposto a negoziare, accettando un incremento salariale minimo di 600 euro al mese. L’Associazione dei dipendenti di Deutsche Bank (DBV) chiede un aumento del 14,5% per i dipendenti di Postbank, Postbank Filialvertrieb, PCC Services e BCB.


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Posti di lavoro a rischio

La decisione di Ver.di di intraprendere queste azioni di protesta è stata ulteriormente motivata dall’annuncio di Deutsche Bank riguardante la chiusura di diverse filiali di Postbank. Quest’ultima, che serve circa dodici milioni di clienti e dal 2010 è parte integrante di Deutsche Bank, sta affrontando una ristrutturazione che prevede la chiusura di fino a 250 delle sue 550 filiali entro il 2026, con conseguenti, significativi tagli al personale. In questo contesto, Ver.di sta negoziando per ottenere maggiori garanzie sulla sicurezza dei posti di lavoro a lungo termine, spingendo per estendere la protezione contro il licenziamento fino al 2028.

La controparte, dal canto suo, ha offerto solo un aumento salariale del 5% a partire dal giugno 2024 e del 2% a partire dal luglio 2025, oltre a una tutela dai licenziamenti che si estenderebbe fino al giugno 2026. Questa proposta è stata giudicata insufficiente dal sindacato, soprattutto considerando che Deutsche Bank aveva precedentemente assicurato che non ci sarebbero stati licenziamenti obbligatori per i dipendenti coperti da contratti collettivi nella divisione delle filiali tedesche fino alla fine di settembre.

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