Schwanenwerder: l’isola più esclusiva di Berlino, dove vivono i miliardari
L’isola di Schwanenwerder, un’incantevole enclave collegata alla terraferma da un ponticello, dove il fiume Havel diventa il Großer Wannsee a sud-ovest di Berlino, è considerato uno dei luoghi residenziali più esclusivi della città. La sua storia, che oggi la porta a essere un discreto rifugio per milionari, riflette i tumultuosi cambiamenti della Germania fra il XIX e il XX secolo e, come spesso accade, non manca di lati oscuri. Questa isola, con il suo fascino naturale e la sua posizione privilegiata, è stata storicamente il luogo di residenza per i milionari, un rifugio per l’élite che ha visto alternarsi destini e fortune nel corso degli anni.
Come un’isoletta sabbiosa è diventata Schwanenwerder
La storia dell’isola come paradiso residenziale risale al 1882, quando fu acquistata da Friedrich Wilhelm Wessel. Questo visionario imprenditore trasformò un semplice pascolo di mucche in un paradiso per la borghesia emergente. Wessel fece costruire un ponte di legno per collegare l’isoletta alla terraferma, e poi fece realizzare una strada percorribile lungo tutto il perimetro del terreno.
Sulla superficie prevalentemente sabbiosa, fece trasportare tonnellate e tonnellate di terra, nella quale piantò pini e arbusti, creando un vero e proprio ecosistema. Dopo di che, iniziò a lottizzare il terreno e a venderlo. Nel 1901, all’isola fu conferito il nome attuale, che era destinato a diventare sinonimo di lusso ed esclusività – tanto da essere la proprietà più cara nella prima edizione tedesca del celebre gioco del Monopoly.
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Le ville degli ebrei berlinesi requisite dai nazisti
Prima del 1945, vi risiedevano industriali, commercianti e banchieri di successo, molti dei quali di origine ebraica. Come è facile immaginare, con l’ascesa del regime nazista, a partire dal 1933, furono espulsi dalle loro case e costretti all’esilio (quando non internati), e le ville passarono, come sempre accadeva alle proprietà di lusso e alle grandi aziende, agli alti gerarchi del regime, fra i quali il ministro della propaganda Joseph Goebbels e Albert Speer, architetto molto stimato da Hitler e ministro degli armamenti.
Dopo il 1945, con la caduta del Terzo Reich e l’arrivo delle forze alleate, l’isola di Schwanenwerder assunse un nuovo ruolo: era comunque chiaro che si trattasse di un luogo privilegiato e, come tale, la fortuna di viverci non poteva spettare certo ai “comuni mortali”. Vi risiedettero il comandante in capo americano e poi presidente Dwight D. Eisenhower, il governatore militare americano Lucius D. Clay e, tempo dopo, l’editore Axel Springer.
La memoria dell’isola
L’unico abitante di Schwanenwerder che ancora ricordi quel periodo è Georg Schertz, un tempo capo della polizia di Berlino, che sull’isola è cresciuto e che qui ha ereditato la casa dei suoi genitori – una splendida costruzione in stile veneziano, direttamente sull’acqua. Le numerose interviste che Schertz ha rilasciato nel corso degli anni offrono testimonianze preziose di una Germania che oggi vediamo solo nei film, dai giochi in giardino con il figlio di Goebbels (che poi sarebbe stato ucciso dai genitori, insieme alle sorelle, nel bunker accanto a quello di Hitler), all’arrivo dei soldati russi sull’isola, a caccia di nazisti nascosti, ma anche di civili in pericolo.
Oggi, Schwanenwerder è un’isola che turisti e curiosi possono attraversare solo in parte, a piedi (c’è comunque una sola strada, che la percorre ad anello), per ammirare il panorama, contemplare la bellezza delle acque del fiume che si fondono con quelle del lago, e sbirciare fra i cancelli dietro i quali si nasconde la privacy dei milionari di Berlino. Un pettegolezzo mai confermato, sostiene che perfino Angelina Jolie e Brad Pitt, quando erano ancora i Brangelina, avessero considerato di acquistare una di queste ville da sogno. I 40 appezzamenti di terreno, non tutti ancora edificati, per lo più non hanno citofoni né nomi sui cancelli. Qui, gli ultraricchi scelgono di vivere per godere di ogni lusso in perfetta privacy, non per attirare l’attenzione.
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