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Sempre più tedeschi lavorano anche dopo l’età della pensione: come cambia il mercato del lavoro

In Germania, l’età media di pensionamento è 64 anni, ma molti continuano a lavorare anche dopo averla raggiunta. Un pensionato su due, secondo quanto riportato dall’Ufficio Federale di Statistica, ha un reddito netto inferiore a 1250 euro, ma questo potrebbe essere l’unico motivo che porta molti a scegliere di continuare a essere attivi anche dopo aver raggiunto l’età minima per andare in pensione.

Il dibattito sulla pensione anticipata

Il numero di lavoratori tra i 63 e i 67 anni è aumentato da 1,31 milioni nel 2020 a 1,67 milioni nel 2021, e nel 2022, 1,52 milioni di persone in questa fascia d’età erano ancora occupate. Nel 2014, la coalizione CDU/CSU-SPD ha introdotto la pensione anticipata senza decurtazioni dopo 45 anni di contribuzione. Da allora, più di due milioni di persone hanno usufruito di questa forma di pensione, che consentiva alle persone nate prima del 1953 di andare in pensione a 63 anni senza penalizzazioni. Ora il limite d’età è fissato a 64 anni e 4 mesi per i nati fino al 1960. Per le generazioni successive, l’età pensionabile salirà fino a 65 anni entro il 2029 e lo scorso anno si è discusso della possibilità di eliminare le pensioni anticipate. Le motivazioni riguardavano tanto gli effetti sul gettito fiscale (i lavoratori over 60 tendono ad avere, in media, stipendi più alti e quindi un impatto significativo sulle tasse che lo Stato può raccogliere) sia alla cronica carenza di lavoratori qualificati che affligge la Germania.


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Matthias W. Birkwald, responsabile previdenza di Die Linke, si è opposto all’abolizione della “pensione a 63 anni”, citando proprio l’aumento del tasso di occupazione nella fascia 63-67 anni, mentre le associazioni imprenditoriali tedesche, l’Unione CDU/CSU, e alcuni esponenti dei Verdi e dell’FDP si erano espressi a favore dell’abolizione della possibilità di pensione anticipata. La posizione di Birkwald e di buona parte di Die Linke è che abolire la possibilità, per chi lo desidera e ha accumulato i contributi necessari, di andare in pensione un anno prima non è necessario, dal momento che il tasso di occupazione dei 63-67enni in Germania è cresciuto comunque del 26,2% negli ultimi tre anni.

Il Ministro del Lavoro contrario all’abolizione

Il Ministro del Lavoro Hubertus Heil (SPD) ha respinto le richieste di abolizione, sostenendo che chi ha lavorato 45 anni ha il diritto di andare in pensione prima senza decurtazioni. Tra i motivi dell’aumento del numero di ultrasessantacinquenni ancora al lavoro, oltre all’innalzamento dell’età pensionabile, c’è il maggior livello di istruzione. Titoli di studio più elevati, infatti, comportano spesso una più lunga permanenza nel mercato del lavoro. Inoltre, la quota di persone altamente qualificate tra gli occupati in età avanzata è particolarmente alta. “Lavorare in età pensionabile” spiegano dall’Istituto Federale di Statistica “può significare, da un lato, partecipare più a lungo alla vita sociale e, dall’altro, contrastare il rischio di povertà in vecchiaia”. Per circa il 40% degli occupati in questa fascia d’età, il lavoro rappresenta la principale fonte di reddito.

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