È morto il calciatore tedesco Andreas Brehme, campione del mondo con la Germania durante Italia 90 e terzino nell’Inter di Trapattoni. Brehme si è spento a Monaco di Baviera, tra lunedì e martedì, all’età di 63 anni, dopo essere stato colpito da un arresto cardiaco. Nonostante il tempestivo ricovero in ospedale, ogni tentativo di rianimarlo è risultato vano.
Muore Andreas Brehme: decisivo, nella vittoria di Italia ’90
Andreas Brehme resterà per sempre nella storia del calcio per aver realizzato su rigore il gol decisivo che ha permesso alla Germania di battere l’Argentina di Diego Armando Maradona, nella finale dei Mondiali di “Italia ’90”. Una rete storica, realizzata a cinque minuti dalla fine della partita, che ha regalato ai tedeschi il terzo titolo mondiale.
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Brehme è considerato uno dei migliori terzini della sua generazione, in grado di distinguersi per tecnica, visione di gioco e potenza di tiro. Dopo gli inizi in patria con il Saarbrücken e con il Kaserlautern, la sua carriera è decollata con il passaggio al Bayern Monaco, con cui ha vinto un campionato tedesco e una Supercoppa di Germania.
Terzino nell'”Inter dei record” di Trapattoni
Nel 1988 è approdato in Italia, militando nell’Inter di Trapattoni per 4 stagioni, vincendo uno Scudetto, una Supercoppa italiana e una Coppa UEFA. Con i nerazzurri ha contribuito a scrivere la storia della squadra, che nel 1989 non solo ha ottenuto lo scudetto, ma ha conseguito il record di 58 partite utili consecutive.
Dopo l’esperienza milanese e una parentesi al Real Saragozza, Brehme è tornato in Germania, al Kaiserslautern, con cui ha conquistato il titolo tedesco nel 1998, prima di ritirarsi l’anno successivo, all’età di 38 anni. Ha quindi intrapreso la carriera da allenatore, proprio sulla panchina del Kaiserslautern, tra il 2002 e il 2003.
La notizia della prematura scomparsa di Brehme ha destato profondo cordoglio nel mondo dello sport, che perde uno dei protagonisti della storia del calcio tedesco e internazionale. I tifosi dell’Inter lo ricorderanno sempre con affetto, come uno dei pilastri della difesa del leggendario Trapattoni e di quella indimenticabile “Inter dei record“.
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