Il KaDeWe è uno dei simboli di Berlino e, per la precisione, dell’opulenza dell’ovest. Come Harrods in Gran Bretagna, è diventato parte dell’immaginario collettivo e, a differenza del colosso inglese, può addirittura vantare una menzione in un brano di David Bowie. Niente di tutto questo, però, sembra poter salvare la “Kaufhaus des Westens” da un periodo di incertezza che potrebbe sfociare in una crisi senza precedenti. La minaccia di un possibile fallimento, che si profila all’orizzonte con contorni sempre più definiti, potrebbe mandare onde d’urto attraverso il settore del commercio di lusso in Germania, un settore che fino ad ora è stato sinonimo di stabilità e prosperità.
La richiesta di dichiarazione di fallimento dovrebbe essere formalmente presentata a brave presso il tribunale di Charlottenburg. Questo atto giuridico non è da sottovalutare, poiché evidenzia la gravità della situazione finanziaria in cui si trova il gruppo proprietario KaDeWe. Se la domanda dovesse essere accolta, le ripercussioni sarebbero significative e si estenderebbero a tutti i livelli del gruppo, influenzando non solo la gestione aziendale ma anche i numerosi dipendenti e collaboratori che hanno contribuito al successo del gruppo nel corso degli anni.
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A chi appartiene il KaDeWe
Il Gruppo KaDeWe è attualmente gestito da una partnership internazionale. La Signa Holding, dichiarata insolvente, dell’investitore immobiliare austriaco René Benko. Signa aveva già presentato istanza di fallimento a novembre dello scorso anno. Lo stesso percorso è stato seguito da numerose controllate, anch’esse dichiarate insolventi. Signa detiene il 49,9% delle quote, mentre il Central Group, un conglomerato tailandese, possiede la maggioranza con il 50,1%. Per quanto riguarda l’edificio KaDeWe stesso, la ripartizione azionaria è invertita: Signa possiede il 50,1% e solo la quota minoritaria del 49,9% appartiene al Central Group.
Il Central Group, si specula, potrebbe cogliere l’occasione per acquisire il controllo totale del KaDeWe, approfittando della situazione per negoziare un prezzo di acquisto più vantaggioso. Se questa strategia dovesse concretizzarsi, si assisterebbe a un cambiamento radicale nella struttura proprietaria e nella direzione strategica del gruppo, con potenziali ripercussioni sul mercato del lusso e sui consumatori.
La situazione ha attirato l’attenzione delle istituzioni politiche. Franziska Giffey (SPD), la senatrice di Berlino per gli Affari Economici, ha espresso il suo pieno sostegno, impegnandosi a fare tutto ciò che è in suo potere per salvaguardare il futuro del KaDeWe e si è detta “fiduciosa che anche questa volta si riuscirà a sviluppare una buona prospettiva futura per il grande magazzino”.
Nonostante il clima di crisi, Michael Peterseim, CEO del Gruppo KaDeWe, ha mantenuto un atteggiamento positivo. Alla fine di novembre, ha manifestato un cauto ottimismo, sostenendo che l’insolvenza di Signa non avrebbe avuto impatti negativi sulle operazioni di KaDeWe e prevedendo persino un “anno record” per il 2024, esprimendo fiducia nelle capacità e nella resilienza del gruppo.
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